Osi-Kvara fanno scena muta. Ancelotti, l'ex senza pietà

Allo stadio Maradona decidono i talenti degli spagnoli con l'autogol sfortunato di Meret. Garcia comunque è sulla strada giusta

Osi-Kvara fanno scena muta. Ancelotti, l'ex senza pietà
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Napoli - Due mezzore hanno illuso il Napoli. Ma va detto che sono state due grandi mezzore, prima che gli azzurri si piegassero sulle gambe, traditi più dai propri errori che dall`annunciato strapotere madridista. Si sapeva che il Real non era l`Udinese e nemmeno il Lecce, nel senso che la sfida europea avrebbe detto se i campioni sono guariti o meno dal raffreddore delle prime giornate di campionato. Le difficoltà emerse nelle scorse settimane, soprattutto in fase difensiva, hanno detto che la squadra è sulla strada buona ma c`è ancora tanto da fare perché di questi tempi, un anno fa, gli azzurri mortificarono il Liverpool senza più fermarsi e ieri hanno balbettato, al netto di assenze illustri e del blasone dell`avversario.

Molto buoni i primi trenta minuti, Garcia ha affrontato Ancelotti a viso aperto con un palleggio che è sembrato più fluido, il Real sornione ha atteso il suo momento sapendo che prima o poi sarebbe arrivato. È nemmeno si è scomposto più di tanto quando meritatamente è arrivato il vantaggio di Ostigard, al secondo gol in tre giorni, il protagonista che non ti aspetti: vola sulla testa dei giganti iberici dopo la traversa di Natan. Tutto perfetto ma c`è altro che non ti aspetti, l`errore nientemeno che del capitano Di Lorenzo, una leggerezza in fase di disimpegno che spiana l`autostrada all`implacabile Vinicius. Una mazzata dopo l`altra, perché nell`inevitabile smarrimento che segue, Anguissa e Lobotka si perdono nello slalom di Bellingham e allora è tutto o quasi da rifare.

Lo spirito di inizio ripresa è lo stesso della fase iniziale. Si rivede il miglior Napoli e sono altri trenta minuti con i fiocchi, con inevitabile e meritato pareggio di Zielinski su evidente calcio di rigore. Kvara che si libera della doppia e anche tripla marcatura pare il segnale che qualche altra cosa debba accadere perché i dirimpettai non lo tengono più, lui ci prova sempre e per due volte sfiora il colpaccio. Non c`è storia a livello di palleggio e di pressing, ci vorrebbe la zampata di Osimhen, ingabbiato pure lui, e un pizzico di fortuna che evapora sui tiri dalla distanza di Zielinski e Anguissa.

Accade esattamente il contrario dall`altra parte. I cambi aiutano Ancelotti, perché Modric detta geometrie più lineari al posto della potenza di Kroos e così i "blancos" possono impossessarsi del gioco che invece era tutto nelle mani dei partenopei. La buona sorte dicevamo, al Real non manca mai, questa volta sotto forma di legnata di Valverde da oltre trenta metri che carambola due volte tra la traversa e la schiena di Meret prima di infilarsi più beffarda che mai.

Non che la morale debba essere questa, che cioè è stato solo fortunato il Real, beato lui che ha i giocatori che fanno sempre la differenza. Il Napoli non è ancora tornato ma sta tornando, su questo non ci piove: lo sottolineano i grandi applausi del Maradona al fischio finale.

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