Roma - Prima del voto di sfiducia a Caliendo, il Guardasigilli Angelino Alfano difende il sottosegretario alla Giustizia e parla di mozione "basata sulla fumisteria" (guarda il video). Poi attacca i finiani: "Noi siamo qui per difendere un principio, quello della non colpevolezza e sui principi non ci si astiene". E spiega: "Oggi state chiedendo le dimissioni di una persona che è solamente iscritta nel registro degli indagati. È il voto di oggi vi tornerà indietro".
Alfano difende Caliendo Secondo il Guardasigilli, "Caliendo deve continuare a svolgere il proprio lavoro. Un lavoro che ha svolto in modo proficuo fino ad oggi". Il titolare del dicastero di via Arenula difende il proprio sottosegretario durante l’esame della mozione presentata da Pd e Idv con la quale se ne chiedono le dimissioni: "Sono il ministro della Giustizia e quindi non posso occuparmi del merito di questa indagine. Ma credo che anche questa vicenda della P3 sia soltanto il frutto di un’elaborazione dei pm". Poi avverte l'opposizione: "Voi avete presentato questa mozione contro il sottosegretario Giacomo Caliendo solo perchè c’era questa indagine e se dite che ora l’avreste presentata comunque è solo perchè vi rendete conto che da questa indagine non sta uscendo niente di determinante".
Il valore del voto "Sui principi non ci si può astenere - ha detto Alfano - ci si astiene sulle leggi, ci si astiene sui provvedimenti ma non sui principi". E, in questo caso, contro la mozione di oggi, ha ragionato Alfano, difendendo Caliendo, "stiamo difendendo con lui dei principi", come il principio di non colpevolezza, e "difendendo questi principi difendiamo la legalità repubblicana e la nostra Costituzione". Proprio per questo, secondo Alfano, "il voto di oggi è estremamente importante. Soprattutto per chi proclama ideali riformatori". "Il voto di oggi - ha continuato il ministro della Giustizia - resterà nel curriculum di ognuno di voi. E ciascuno, prima o poi, dovrà fare i conti con questa mozione e con il voto che ha dato". "Potremmo fare riferimento al passato - ha continuato Alfano - ma non lo facciamo. Potremmo fare riferimento a tutti quei casi di uomini delle istituzioni che sono stati iscritti nel registro degli indagati e poi, invece, sono stati prosciolti".
Ordini di scuderia "Oggi - ha concluso il titolare del dicastero di via Arenula - alcuni tra i colleghi, molti lo faranno per disciplina di partito, non voteranno secondo la propria coscienza, ma piegheranno ad un’utilità parlamentare di un giorno, ad un tatticismo parlamentare di un giorno, un alto e nobile principio". Alfano ha, infine, fatto sapere che , al contrario, il governo "sostiene che con questi principi si fa i conti tutti i giorni, che su questi principi non ci si può misurare in modo intermittente, un giorno sì e un giorno no". "Noi - ha concluso il Guardasigilli - difendendo questi principi difendiamo la legalità repubblicana e la nostra Costituzione".
LE DISCHIARAZIONI DI VOTO
Di Pietro: "E' igiene politica" "Che il sottosegretario Caliendo lasci il governo è una questione di
igiene politica", spiega il leader dell’Idv Antonio
Di Pietro, dopo aver sottolineato che Caliendo era in realtà
una persona che già "risultava iscritta alla P2".
Da quando Caliendo è a via Arenula, infatti, si è occupato "di tutte le riforme della Giustizia volute dal governo
Berlusconi" che sono, in buona sostanza, le stesse che voleva "la P2". Dopo aver elencato le cinque ragioni per le
quali Caliendo dovrebbe dimettersi,
Il leader dell’Idv se la
prende con Berlusconi "novello Nerone" e con le "ancelle
prezzolate" del premier.
Della Vedova: "Fli si astiene" "Non sussistono i presupposti per
chiedere le dimissioni del sottosegretario Caliendo - spiega il
vicecapogruppo vicario di Futuro e Libertà per l’Italia,
Benedetto Della Vedova - ma d’altra
parte non può essere irrilevante che proprio il sottosegretario
alla Giustizia sia sotto inchiesta". Quanto alla convergenza sul voto di astensione tra Fli, Udc,
Api ed Mpa, Della Vedova ha precisato: "Non è un partito
nuovo, non è terzo polo, ma una novità importante
nell’interesse della Repubblica. Siamo in maggioranza e
sosterremo lealmente l’esecutivo - precisa il finiano - lavorando per
migliorare e accelerare programma governo".
Casini: "Non decapitiamo gli uomini" Il leader
dell’Udc, Pier Ferdinando Casini, ritiene "importante che si
materializzi queste ore un’area di responsabilità
istituzionale". "L’Udc rifiuta il giustizialismo come metodo di
lotta politica, ma rifiuta di minimizzare la questione morale - continua Casini - la politica prevede ragioni di opportunità, decoro e decenza.
Chi è al governo del paese dovrebbe astenersi dal frequentare
persone poco raccomandabili".
Per Casini "il giustizialismo non ha mai dato un contributo
serio a moralizzare il Paese. Noi non approviamo la condotta del
sottosegretario - ha aggiunto - ma allo stato non ravvisiamo un
quadro di responsabilità sufficienti a impegnare il Parlamento
della richiesta di revoca della sua delega. Lasciamo al Governo
la responsabilità di decidere in merito. Noi non decapitiamo
gli uomini per una manciata di voti in più".
Reguzzoni: "Non tradiamo gli elettori" "No alla mozione contro Caliendo, sì
al governo Berlusconi". Il voto della Lega Nord è annunciato dal
capogruppo Marco Reguzzoni: "La mozione presentata è una mozione strumentale, una
mozione contro il governo".
Duro, Reguzzoni, contro i finiani e la loro parola d’ordine
della legalità: "La legalità si fa con i fatti, non con le
parole, e il governo la fa con la lotta alla mafia e
all’immigrazione clandestina". "Noi - spiega - vogliamo andare avanti, sul programma
di governo. La lega non tradirà mai il patto con gli elettori.
Diciamo no alle ipotesi di governo tecnico, di governo di
transizione: l’unico governo è quello eletto dai cittadini.
Franceschini, Casini, Della Vedova: il paese ha problemi veri da
risolvere, che non sono quelli del terzo polo o della riforma
elettorale. Solo l’accordo Bossi-Berlusconi può garantire le
riforme".
Franceschini: "Non è giustizialismo" "In politica c’è ancora spazio per
battaglie di valori, in cui richiamare principi di legalità e
trasparenza", spiega il capogruppo del Pd alla Camera,
Dario Franceschini, annunciando il sì alla mozione di sfiducia. "Nessun giustizialismo la mozione non è animata da
questo -
puntualizza Franceschini - la nostra è una battaglia per
un Paese europeo, normale, dove in casi come quello del
sottosegretario Caliendo ci si dimette subito. Avete demolito il
senso di rigore e il rispetto dell’etica pubblica che classe
politica deve avere".
Cicchitto: "Forsennato giustizialismo" "Questo forsennato ricorso al giustizialismo come strumento di lotta a Silvio Berlusconi, visto che i voti non ci stanno, è un prodotto della crisi della sinistra italiana", spiega il presidente dei deputati del Pdl, Fabrizio Cicchitto nell’annunciare in aula, alla Camera, il no alla mozione di sfiducia a Caliendo, "colpevole di nulla".
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