Cambia il codice della strada: cinture anche sui pullman

L’obbligo per autista e passeggeri. La norma vale anche per i tassisti

Valerio Boni

da Milano

Ancora pochi giorni, e per non allacciare le cinture di sicurezza sarà necessario viaggiare in piedi. L'approvazione, in via definitiva, di un decreto legislativo da parte del consiglio dei ministri del 23 febbraio scorso, modifica in senso restrittivo l'utilizzo dei sistemi di ritenzione per i veicoli appartenenti a varie categorie. Le novità più importanti riguardano l'eliminazione di una serie di esenzioni, che fino a oggi il Codice della Strada prevedeva per chi svolge un'attività che impone lunghe ore di guida nei centri urbani. La figura rispondente a queste caratteristiche che per prima viene alla mente è quella dei tassisti, che fino a oggi potevano richiedere ai clienti trasportati di allacciare le cinture, senza che quest'obbligo li interessasse in prima persona. L'entrata in vigore delle nuove norme fissate dal decreto legislativo è certa, non deve superare ulteriori approvazioni e porterà una vera e propria rivoluzione in questo settore, visto che migliaia di autisti di piazza saranno obbligati a dare il buon esempio e ancorarsi per primi al sedile di guida.
Se questa è l'evoluzione più evidente dell'articolo 172 del Codice della Strada, non è comunque l'unica. Infatti è in arrivo una rivoluzione anche per chi viaggia a bordo di minibus e corriere. Le cinture addominali installate sui sedili dei bus turistici delle generazioni più recenti dovranno essere correttamente allacciate per tutta la durata del viaggio da tutti gli occupanti. Una misura di prevenzione che nasce dalla volontà di uniformare le regole con quelle già in vigore in altri Paesi europei e di rendere meno cruenti gli esiti degli incidenti che vedono sempre più frequentemente coinvolti veicoli di questo genere. I tempi per gli adeguamenti dei veicoli saranno indicati dal regolamento di attuazione del decreto. Non saranno brevissimi, ma c'è il rischio che, come spesso accade, si tornerà a parlare di cinture di sicurezza solo a poche ore dall'inizio delle sanzioni.
Se per i taxi si dovrà fare i conti con il solo malcontento di molti autisti, ma non saranno necessari adeguamenti, per gli autobus da turismo il discorso è diverso. Il tempo tra l'approvazione e l'entrata in vigore dovrà essere utilizzato dai proprietari per mettere a norma i veicoli. Oltre alle cinture dovranno infatti essere presenti cartelli, disegni o dispositivi audiovisivi per informare i trasportati, sulla falsariga di quanto avviene sugli aerei, di come allacciare correttamente i dispositivi di ritenzione. In caso di assenza di pannelli o simili, l'informazione dovrà essere fornita dal bigliettaio, dal conducente o dal capogruppo. Tuttavia è curioso notare che per questa novità non siano state previste sanzioni qualora gli incaricati non si preoccupino di informare i trasportati.
L'unica esenzione importante destinata a rimanere in vita tra quelle collegate all'articolo 172 riguarda dal 23 febbraio i soli passeggeri in piedi che viaggiano a bordo di autobus di linea, e di altri veicoli che rientrano nelle categorie M2 e M3, ma solo se adibiti al trasporto locale o in circolazione in zone urbane.
Il Codice della Strada prevede una sanzione amministrativa minima di 68,25 euro per chi non usa la cintura e di 33,60 euro per chi ne ostacola il funzionamento, con una penalizzazione di cinque punti sulla patente, che diventano 10 per i neopatentati. Ben più pesante è la punizione per i recidivi: per loro è prevista la sospensione della patente di guida da 15 giorni a due mesi.


Il decreto legislativo approvato il 23 febbraio introduce un'ulteriore novità per gli automobilisti, non legata alla protezione in caso di incidente. Dal 2007 è infatti prevista l'abolizione delle spese di rottamazione per un'auto vecchia: l'operazione diventa gratuita.

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