Il canadese Ames sbanca il «Players» e va in vacanza

Stephen intasca un assegno da 1 milione e 400mila dollari

Mario Camicia

Stephen Ames, una volta giovane e volonteroso professionista di Trinidad & Tobago, che lasciò le isole del sole in cerca di fortuna golfistica, ha finalmente coronato il suo sogno di entrare tra i grandi vincitori del circo verde. Lasciò le spiagge dorate all’inizio degli anni ’90 per approdare sul Tour europeo. Domenica scorsa Stephen Ames, ora quarantunenne, divenuto nel frattempo cittadino canadese, ha davvero trovato l’America vincendo a Ponte Vedra Beach il Players Championship, il torneo americano più importante dopo i quattro Majors, battendo davvero tutti i migliori al mondo (erano in campo 80 tra i primi giocatori del world ranking). Una vittoria conquistata a pieno merito, senza rubar niente a nessuno e portata a termine con il sorriso sulle labbra e una gran fiducia in se stesso, anche se il percorso di gara è di quelli che fan tremare le gambe a chiunque. Un’edizione del Players emozionante e piena di colpi di scena, come è ormai nella storia di quello che viene considerato il quinto torneo maggiore del mondo. Colpi di scena degni di un thriller, a cominciare da Davis Love, leader - con Furyk - in 65 colpi dopo il primo giro, che non riesce poi nemmeno a passare il taglio dopo un secondo giro disastroso in 83. Stesso crollo, ma nel terzo giro, del fino allora ottimo Adam Scott, che rompe anche lui la barriera degli 80 colpi. E poi l’ultimo giro, con Ames emerso in 66 nella seconda giornata e passato al comando, scalzando Furyk dopo le 54 buche, ma con i migliori sei giocatori del mondo a tallonarlo da molto, molto vicino. Tiger, l’unico giustificato per le condizioni di salute del padre, lascia sperare i fans, ma nell’ultimo giro molla del tutto. Vijai Singh e Garcia, partiti a un solo colpo da Ames, crollano sin dalle prime buche contro un campo che non perdona il minimo errore. Els, il big easy sudafricano, prova ad attaccare, ma al giro di boa della 9 è già fuori corsa. Resiste l’australiano due volte campione Open degli Stati Uniti e numero 3 al mondo, Retief Goosen e riesce quasi ad agganciare Ames, ma è questione di poco. Il neocanadese lascia sperare gli avversari per un attimo, con doppio bogey alla 10, ma, poi, si riprende subito ed addirittura finisce alla grande con un giro in 67 colpi in una giornata che ha visto una media degli altri 73 giocatori di 75 colpi per il giro. Le ultime tre buche, le più famose del campo disegnato da Pete Dye, sono una marcia trionfale per Ames, che giunge al traguardo con addirittura sei colpi di vantaggio su Retief Goosen e 7 su un quartetto di giocatori, tra i quali lo svedese Frederik Stenson, più convincente che mai, e il sempre più emergente colombiano Camilo Villegas, ventiquattrenne, che sta conquistando le folle golfistiche.


Per Ames, oltre alla gloria, un assegno da un milione 400mila dollari (montepremi da primato di 8 milioni di dollari) e un posto per il prossimo Masters degli Stati Uniti. Ma il canadese potrebbe rifiutare l'invito al major per non scontentare i figli che vogliono andare in vacanza.

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