Canzoni che spuntano dalla soffitta come foto di famiglia

«Mamma», «Santa Lucia», «A Marechiare»... le parole prendono il suono, il timbro di interpreti grandi e cari. Beniamino Gigli, conforto dei nostri padri e nonni, Tito Schipa, il sussurro della mezzavoce, Enrico Caruso il mito di tutti i tempi... e per eredità, poi, Mario Del Monaco d’acciaio, Franco Corelli solare ed avvolgente, Luciano Pavarotti promessa complice di felicità...
Andrea Bocelli ora si unisce a loro in questo disco-souvenir.
Che cosa ha d’importante in comune con quei Grandi? Prima di tutto il suono della voce. Come insegnano i maestri dello zen, la musica parte da questa concretezza primordiale: un’impressione acustica può lasciare indifferente e può essere in se stessa una rivelazione. Poi, il fatto che non ha scelto lui di raggiungere i milioni di ascoltatori: è stato scelto; e fedelmente sa di rappresentarli, di esserne accolto come un poeta amico.


Queste qualità, questa realtà così semplice che si mangia tutte le discussioni sull’invadenza mediatica e su tanti dettagli tecnici per stabilire inutili scale di valori, rende il cd nuovo prezioso, a modo suo inimitabilmente.

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