LA CAPITALE DEL GUSTO

Dalla guida Gambero Rosso un itinerario tra i migliori locali economici della capitale

LA CAPITALE DEL GUSTO

Mangiare «low cost» e bene si può e forse si deve addirittura. Al punto che uno dei filoni più significativi della haute cuisine contemporanea è proprio quella che mira a conciliare il palato con il portafogli. Potere della crisi economica. I grandi chef, non potendo certo diemnticare come si cucina, si adeguano. Primo tra tutti il cuoco più famoso d’Italia: Gianfranco Vissani, che nel suo ristorante a Baschi, propone un pranzo primo-secondo-dolce a 30 euro e una degustazione di crudi a 50.
Naturalmente la filosofia «low cost» si sposa a una grande varietà di locali: ristoranti, trattorie, osterie, wine bar, pizzerie, paninerie, chioschi per lo street food. A mettere ordine in questo bric-à-brac culinario ci pensa il Gambero Rosso, che da qualche giorno ha «licenziato» la seconda edizione della guida «Low cost. I migliori indirizzi per mangiare a meno di 30 euro (pagine 288, euro 9,90) alla quale attingiamo per costruire un piccolo itinerario capitolino al mangiare bene senza rovinarsi.
Naturalmente per spendere poco la prima voce da tagliare è quella relativa al servizio: dimenticatevi camerieri che spostano sedie o tovaglie di fiandra. Ma le trattorie e le osterie hanno ormai un loro standard di comfort piuttosto elevato. Un esempio? L’Osteria del Giuda Ballerino, premiata dalla guida nella categoria afuori dagli schemi», dedicata ai locali con qualcosa di originale: si tratta del lato b del ristorante che da anni ha portato l’alta ristorazione in periferia (largo Appio Claudio 346, tel. 0671584807, sempre aperto). Un luogo dove assaporare tutto il talento dello chef Andrea Fusco in un’atmosfera meno formale di quella dell’area dedicata alla cucina creativa. Un altro locali che sposano tradizione e contemporaneo, con un occhio al conto, sono Necci dal 1924, nel vitalissimo quartiere del Pigneto (via Fanfulla da Lodi 68, tel. 0697601552, chiuso il martedì), spazio multifunzionale - dal cappuccino all’aperitivo - cha a cena dà il suo meglio con un menu semplice ma fantasioso, con il bonus di un ambiente vintage. Sempre affollato, e ormai sul taccuino dei gourmet della zona Portuense ma non solo, Le Tre Zucche (via G. Mengarini 43, 065560758, chiuso la domenica), con menu degustazioni assai centrati, una carta di rara intelligenza e prezzi sempre popolari. Si beve bene anche al calice. Non sorprende invece il fatto che, di anno in anno, si confermi tra i migliori ristoranti per il rapporto qualità-prezzo Palatium, l’enoteca regionale di via Frattina (ai numeri 94/96, tel. 0669202132, chiuso la domenica) dove lo chef Severino Gaiezza ha ormai un folto gruppo di fan che apprezzano la mano lieve con cui interpreta i grandi classici della cucina regionale con ingredienti tutti rigorosamente delle cinque province laziali. La carta dei vini è un’enciclopedia dell’enologia laziale. Trattoria superclassica, invece, è Domenico dal 1968 (via Satrico 21/25, 0670494602, chiuso lunedì a pranzo e domenica), locale familiare che ha una doppia linea di cucina: classica e solo-pesce. Secondo la guida del Gambero Rosso è tra le migliori 12 trattorie «low cost» d’Italia. Mica male.
Ma mangiare a basso prezzo per molti vuol dire soprattutto pizza.

Roma è diventata la piazza forse p0iù interessante d’Italia, con locali cult come La Gatta Mangiona (via Ozanam 30, 065346702, chiuso domenica, aperto solo la sera), tavoli contesissimi, pizze da urlo, fritti idem, birre da collezionist; come Sforno (via Statilio Ottato 110/116, 0671546118, chiuso lunedì, aperto solo la sera), che vale la pena anche solo per la pizza cacio&pepe; e come Pizzarium, ormai nota come la pizzeria al taglio migliore d’Italia, grazie allo chef Gabriele Bonci, che ha fatto della teglia rettangolare una tavolozza (via della Meloria 43, 0676908123, chiuso la domenica).

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