Alla Cappa Mazzoniana c’è «Convoglia»: la stazione ora è un tempio del sapore

MULTIFORME Un locale dalle mille anime Alemanno: «Così si combatte il degrado»

Viene restituito ai romani quel capolavoro architettonico che è la Cappa Mazzoniana, uno spazio di raro fascino che si trova sul lato di via Giolitti della stazione Termini. Un «gioiello nascosto» a due passi dai binari, un’area di circa 2mila metri quadri progettata da Angiolo Mazzoni negli anni Quaranta per ospitare alcuni servizi ai viaggiatori - tra i quali la preparazione del catering per i treni - in un trionfo di volte altissime. Spazio di grande fascino, da tempo però svuotato di funzioni e abbandonato al degrado, teatro negli ultimi anni di eventi «spot» ma senza una vera anima. L’area, tutelata dalla Soprintendenza ai Beni culturali, è stata ristrutturata da Grandi stazioni (a cui appartiene la proprietà) e dalla Relish (la società di gestione) per ospitare un ristorante unico nel suo genere a Roma, a partire dal nome: «Convoglia», che richiama l’esprit du lieu, l’antica funzione ferroviaria e ristoratrice della cappa. E di un viaggio si tratta di nuovo: ma nei sapori.
«Convoglia» è stato inaugurato ieri alla presenza del sindaco di Roma Gianni Alemanno: è un progetto complesso, multiforme per definizione, che si articola in sei diversi spazi: un negozio gastronomico-osteria, una griglieria-pizzeria, un bar, un «food court» con take away, un wine bar e un ristorante tradizionale, il cui chef è Alessandro Cecere (38 anni). Il tutto con un orario lunghissimo, che non ha eguali a Roma: dalle 7 di mattina all’1 di notte senza interruzioni per 365 giorni all’anno. Insomma, un modo per garantire in qualsiasi orario una sosta gastronomicamente soddisfcente alle circa 480mila persone che ogni giorno transitano per la stazione Termini, ai quali viene fornita un’ampia gamma di possibilità e sapori in funzione dei gusti, del tempo a disposizione, della fascia oraria e della possibilità di spesa. Il tutto - qualsiasi opzione si scelga - sempre all’insegna del made in Italy, della personalizzazione come antidoto alla massificazione e della qualità intesa non solo come attenzione al cibo e al bere ma anche all’accoglienza. In modo che il viaggiatore che si trova a passare abbia poi voglia di tornare anche senza valigia in mano. Magari per uno degli appuntamenti culturali che la società di gestione intende affiancare alla proposta gastronomica.
Un progetto particolarmente apprezzato dal sindaco Alemanno. «Le stazioni - ha detto - costituiscono le porte d’accesso nelle città. Dobbiamo fare in modo che Termini non sia degradata, anzi, che sia un luogo vivace e un punto d’incontro sicuro. Qui - ha proseguito il sindaco - è stata effettuata un’operazione significativa sia dal punto di vista culturale che da quello urbanistico: si qualifica la città, si combatte il degrado e si recupera un monumento. In più, questa riqualificazione ha un positivo effetto sulla sicurezza di questo quartiere».


Grandi Stazioni ha investito 2,8 milioni di euro nella ristrutturazione e ripulitura dell’area, mentre il gruppo Statuto, cui la Relish fa capo, ha investito 3 milioni per la realizzazione di Convoglia, che ha creato quaranta nuovi posti di lavoro.

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