Capri, sindaco 007 sulle tracce del dna dei cani

Stufo di vedere le strade lodate dagli escrementi degli animali, il primo cittadino dell'isola ha ordinato l'esame del sangue a tutti i quadrupedi per creare una banca dati genetica. Obiettivo: incastrare i padroni spocaccioni

Capri, sindaco 007 sulle tracce del dna dei cani

Note di costume italiano. Il sindaco di Capri, Ciro Lembo, lancia la crociata contro lo sporco dei cani. Esattamente, proprio quello sporco che di solito sta sui marciapiedi e che molto spesso andiamo a calpestare in un tripudio di invocazioni celesti. Sempre più deciso a fare della sua isola il centro di un mondo silenzioso e pulito, il primo cittadino ordina che tutti i cani si sottopongano a prelievo di sangue, così da creare una banca-dati biologica e nessuno possa più sfuggire alle proprie responsabilità. Un domani sarà facile risalire tramite Dna al titolare della scempio e quindi al suo padrone, pena una multa dai 25 ai 1500 euro (a seconda della mole del reato, magari).

Non c'è che dire, la battaglia contro una delle più squallide piaghe italiane alza il tiro. Prossimo passo, i Ris. È persino inutile dire che in linea di principio il sindaco Lembo abbia tutte le ragioni. Non solo Capri: l'intera Italia non può più sopportare in silenzio il disgusto dei marciapiedi. Se ne facciano una ragione, le anime belle che vivono in estatica armonia con il creato: l'argomento in discussione non è l'amore per gli animali, che restano meravigliosi e stupendi, ma la stupidità dei loro padroni. Dev'essere chiaro. Nessuno può insinuare che l'esigenza di igiene e pulizia sia intolleranza verso i cani. Non c'entra nulla. La vera intolleranza, tolleranza zero, è nei confronti di chi li fa accomodare per fugace toilette in mezzo ai percorsi umani. Punto.

Fissato il punto, si possono poi discutere queste ultime note di costume italiano. Capri apre la banca del Dna canino e si candida seriamente ad avamposto partenopeo del rigore svizzero: per la cronaca, prima di questo ordinanza, il sindaco ha già firmato i divieti degli zoccoli, del torso nudo, delle radio e persino dei tagliaerba durante la stagione estiva. Un furore amministrativo che sa tanto di civiltà, e un poco anche di propaganda. Certo lo spot del Dna quadrupede oscura tutti i precedenti: in giro per il mondo già se ne parla. Secondo il sindaco, sarà un gioco da ragazzi risalire dalla schifezza al suo autore, grazie a un semplicissimo confronto del profilo biologico. Ultimo passaggio, la multa al padrone. Non ne serviranno molte. Colpirne uno per educarne cento. E poi vediamo chi ancora ha il coraggio di portare il cucciolo Dagoberto a seminare bisogni in Piazzetta.

A mali estremi, estremi rimedi. Questo però ha tutta l'aria dell'estremismo estremissimo. Fino all'altra sera abbiamo considerato la scienza del Dna come sofisticata tecnica d'indagine nei più complicati delitti nazionali. Improvvisamente ci ritroviamo davanti l'immagine di un imbarazzato vigile urbano alla caprese che con circospezione, senza dare nell'occhio, preleva l'importante reperto e si precipita in laboratorio per il decisivo confronto. Sì, è tutta da vedere all'atto pratico, questa ordinanza rivoluzionaria. Voglio proprio vedere quanti e quali agenti comunali si trasformeranno in segugi intestinali, sotto gli occhi del prestigioso flusso turistico. E ancora prima, voglio proprio vedere chi e come riuscirà a raccogliere prelievi di sangue su tutti i cani a passeggio per l'isola, anche solo da da maggio a ottobre.

Come minimo, il sindaco Lembo ha bisogno d'auguri. Sempre che non pensi in realtà di brandire l'ordinanza solo quale semplice arma deterrente (il metodo è molto in uso sul nostro territorio nazionale, come dimostra la mole immane di ordinanze, le più strane e le più strambe). Se comunque riuscirà a restituire marciapiedi e piazzette a rischio zero (rischio pestata), l'idea avrà comunque un grosso merito.

Nell'attesa, al sindaco solo una pressante richiesta: veda, se gli riesce, di trovare una valida soluzione anche per l'altra schifezza di Capri.

Come dimenticare: agosto scorso, primo cittadino sotto inchiesta per l'autorizzazione a riversare in mare l'80 per cento degli scarichi giunti al depuratore comunale, troppo piccolo e troppo obsoleto per le necessità estive. A lordarsi non era la Piazzetta, ma il mare più azzurro del Golfo. E in quel caso i cani c'entravano poco.

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