Carabinieri, Martino ricandida Gottardo

Il ministro della Difesa annuncia la proroga dell’incarico al generale: «È l’unica soluzione, indecorosa una sede vacante»

da Roma

La soluzione per non lasciare vacante il comando dei carabinieri è la conferma del generale Luciano Gottardo. Il ministro della Difesa Antonio Martino ha «ricandidato» il generale alla guida dell’Arma anche dopo la scadenza del suo mandato, fissata per il 5 maggio prossimo.
«L'unica soluzione praticabile è una proroga dell'attuale comandante generale», ha chiarito il ministro da Sarajevo, dove si è recato in visita a Camp Butmir, sede del comando Eufor. «L'ipotesi di avere una sede vacante non è decorosa», secondo Martino. E un eventuale sostituto «non verrà nominato per il semplice fatto che con questa situazione dovrebbe essere concordato fra l'attuale e futura maggioranza, cosa che non è avvenuta - ha fatto notare il ministro - se viene poi, come è venuta, la richiesta di una proroga al generale Gottardo...», ha aggiunto, lasciando intendere una richiesta in questo senso arrivata anche da sinistra.
Nei giorni scorsi erano circolati per la successione a viale Romania i nomi del generale Giorgio Piccirillo, e quello di Elio Toscano. Se non ci dovesse essere nè la nuova nomina, nè la proroga a Gottardo, il 6 maggio entrerebbe in carica il generale Roberto Santini, il più anziano tra i generali dell'Arma e potrebbe guidare i carabinieri fino al prossimo agosto, data in cui sarà collocato in pensione.
Martino ha anche colto ieri l’occasione per smentire la notizia pubblicata dal quotidiano panarabo Al Sharq Al-Awsat sul ritiro del contingente militare italiano da Nassirya entro pochi giorni. È «una bufala», ha chiarito, spiegando perché: «Se il governo italiano in carica, di cui ho l'onore di far parte, avesse dato una disposizione di quel genere, l'avrei dovuta dare io e non l'ho fatto». I piani italiani sull'Irak restano, quindi, quelli «annunciati dal governo in Parlamento a gennaio», per il ritiro di metà contingente militare entro metà anno e il passaggio della missione sotto comando civile per fine 2006.


La trasferta di Sarajevo ha il sapore del congedo per Matino: «L'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori non si applica ai ministri - ha ricordato -. I ministri possono essere licenziati anche senza giusta causa ed è quindi possibile che, colpito dall'esito delle elezioni, tra non molti giorni io sia costretto a dare l'addio alle armi».

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