MILANO - Quest'anno l'Italia aumenterà le sue importazioni di carbone di circa il 7%. Il paese importerà 17 milioni di tonnellate di carbone da vapore, in linea con il 2010, e 7 milioni di tonnellate di carbone metallurgico e Pci, segnando un aumento del 27% rispetto all'anno scorso.
Andrea Clavarino, presidente Assocarboni e delegato del governo italiano al consiglio Ciab (organo consultivo carbone dell'Agenzia Internazionale dell'Energia (AIE) ha anticipato i dati nel corso della riunione plenaria dell'organismo sottolineando che «in seguito al no al nucleare del referendum d'inizio anno, il mercato italiano del carbone da vapore è destinato a crescere anche nei prossimi anni».
Questo si riflette negli importanti investimenti per oltre 5,5 miliardi di Euro previsti in Italia per la conversione o nuova costruzione di centrali a carbone di ultima generazione.
Si tratta dei progetti Sei a Saline Joniche (1.320 MW), la conversione da olio a carbone della centrale Enel di Porto Tolle (1.908 MW) con l'installazione della tecnologia Carbon Capture and Storage e della riqualificazione dello stabilimento Tirreno Power a Vado Ligure con la costruzione di una nuova unità a carbone (460 MW) ad alta efficienza.
Tali nuovi investimenti, oltre a creare complessivamente più di 5mila posti di lavoro (considerando sia la fase di cantiere che di esercizio) garantiranno una efficienza media dei nuovi impianti del 46%, che solo il Giappone e le centrali a carbone danesi possono eguagliare.
«Tutti gli sforzi dovrebbero essere volti a riequilibrare il mix energetico nazionale, l'Italia è l'unico paese al mondo a dipendere dal gas per la produzione di energia elettrica per oltre il 60%, di cui la maggior parte proveniente da Algeria e Russia.
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