Confesso: Il Fatto Quotidiano mi sta simpatico, tra i giornali di sinistra, pur non condivendone la linea politica, è quello che preferisco. Apprezzo il suo spirito, barazzino e anticonformista, ben diverso da quello serioso e autoreferenziale di Repubblica. Mi piace la schiettezza dei suoi commentatori - anche quando mi fanno arrabbiare - e il coraggio delle scelte giornalistiche. Da qualche tempo, però, non lo capisco più. E ora inizio a spaventarmi.
Mi spiego: che il Fatto Quotidiano sia contro Berlusconi è ovvio, che usi l'ironia e non risparmi dettagli piccanti ci sta, però la freschezza sta svanendo e vedo emergere un moralismo giustizialista plumbeo e inquietante.
Mi riferisco a quanto avvenuto ieri al Giornale. Una nostra cronista, Anna Maria Greco ha subito un trattamento allucinante. Pur non essendo indagata si è vista piombare in casa di buon mattino una squadra di carabinieri, inviata da un pm romano, che l'ha sottoposta a un trattamento umiliante: non solo le hanno perquisito la casa, ma l'hanno costretta a spogliarsi e hanno frugato nella bianchiera intima. Pensavano nascondesse documenti segreti nelle mutande. E quali documenti? Una sentenza imbarazzante sulla pm Ilda Boccassini che risale a 20 anni fa, nota ma custodita negli archivi del Csm. Basta il buon senso per accorgersi che si tratta di metodi incompatibili con la democrazia e lo stato di diritto. E infatti ieri per una volta il Giornale non è rimasto solo: l'Ordine dei Giornalisti, la Fnsi e anche il Pd hanno protestato veementemente.
Conoscendo l'anticonformismo del Fatto, mi sarei aspettato che facesse altrettanto, che avesse il coraggio di smarcarsi dalla magistratura di fronte a un abuso così grave. E invece niente. Anzi... Ieri il sito, diretto dal mio ex collega al Giornale Peter Gomez, ha tardato a dare la notizia. E quando si è deciso (vedi qui) l'ha girata col taglio gradito alle procure, non nascondendo un certo compiacimento: il consigliere del Csm Brigandì è stato indagato in quanto sospettato di essere la talpa che ha passato il fascicolo alla Greco. Come dire: ben gli sta, colpito un nemico. Nell'articolo veniva dato conto della nosta di Sallusti e dell'Fnsi, ma come nota marginale.
Ho pensato: stamane, sul numero in edicola, correggerà il tiro, magari anche solo con un corsivetto. E invece no: a pagina 5 ho trovato un articolo di cronaca , titolo: "Abuso d'ufficio, indagato il Consigliere Csm Brigandì", solo nel sommario: "Perquisizioni nella sede del Giornale". E l'incursione nela casa della Greco? Citata in poche righe, omettendo i dettagli, davvero sconcertanti, della persecuzione.
Insomma, il Fatto dà l'impressione di considerare normali questi trattamenti, se applicati a una cronista del Giornale. Travaglio, Gomez, Lillo, che hanno costruito la loro fortunata carriera sugli scoop giudiziari, divulgando atti in teoria coperti dal segreto istruttorio. Anche in questi giorni: il Fatto sa tutto sull'inchiesta di Ruby e ogni giorno svela accuse e dettagli piccanti. Ai tempi della vicenda Porro-Marcegaglia il Fatto pubbblicò addirittura la registrazione audio. Ci sta, in un Paese come l'Italia e nel modo in cui noi tutti facciamo giornalismo.
Però mi chiedo, anzi vi chiedo, cari Travaglio e Gomez. Provate a mettervi nei panni della Greco: come reagireste se il trattamento riservatole fosse stato applicato a voi? Certo, non vi è mai capitato e sapete che il rischio che ciò accada è molto basso, visti i vostri rapporti privilegiati con una parte importante della magistratura. Ma se volete essere davvero giusti ed equi, se volete davvero un'Italia migliore - come scrivete ogni giorni, sentendovi investiti di una missione divina - non potete accettare queste logiche.
Ma come? Denunciate derive anticostituzionali e minacce per la democrazia, scrivete di volere "un Paese civile in cui la Giustizia sia uguale per tutti", mobilitando la piazza, e poi avallate perquisizioni degne del Kgb, della polizia di stato maoista, della Stasi, ben descritte nel film le Vite degli altri?Ma vi rendete conto della vostra aberrazione?
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