Carriere lente Senza prospettive gli arbitri «deb»

Carriere lente Senza prospettive gli arbitri «deb»

Bontà sua, Collina ha fatto esordire in A il fiorentino Baracani (35 anni, nella foto) e il teramano Calvarese (33) dopo aver concesso la stessa opportunità a Candussio (33), Tozzi (34) e Peruzzo (28), le altre “new entry” della stagione. Una presenza a testa, solo Peruzzo ha avuto l’onore del bis. Ne possono andare orgogliosi. In due anni i loro colleghi Cavarretta e Scoditti non hanno mai messo piede nella massima serie: chissà se avranno una possibilità nell’ultima di campionato che presenta solo 3 incontri veri su 10. Ma il problema è un altro. Qual è la strategia che porta gli arbitri alla Can di A e B? Quali prospettive possono avere questi “deb” che, ad eccezione del ventottenne Peruzzo, fanno carriera tanto a rilento? Poche, pochissime. A 35 anni Collina era già qualcuno e cominciava a mettere il naso in Europa. All’estero i migliori fischietti diventano internazionali alla stessa età dei nostri esordienti.
Qualcosa non gira per il verso giusto nel sistema italiano.

È evidente, e qui mi rivolgo a Nicchi che ha iniziato benissimo il suo percorso presidenziale, la necessità di cambiare usi e costumi per far crescere arbitri e assistenti. Bisogna accelerare le carriere, specie di chi si porta appresso un valido bagaglio culturale e non è un signorsì: a 25-26 anni in Pro, a 28-29 in A.

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