Arezzo - "Ho provato a fare un gesto come per farli fermare, il gesto istintivo di alzare il braccio o tutti e due, non ricordo. Mi sono reso conto che il colpo è partito quando ho sentito il rumore". Questa la tetsimonianza in aula del poliziotto Luigi Spaccarotella durante l’udienza in Corte d’Assise per il processo che lo vede imputato di omicidio volontario per la morte del tifoso laziale Gabriele Sandri. Prima che parlasse l’agente, uno dei difensori, Francesco Molino, ha detto che avrebbe fatto solo dichiarazioni spontanee. Prima che l’agente lasciasse il suo banco, dal pubblico qualcuno gli ha urlato: "Vergognati, verme, assassino".
Fuori i Sandri Quando Spaccarotella ha iniziato a parlare, il padre e la madre di Gabriele sono usciti dall’aula. L’agente ha quindi spiegato di non saper precisare se quando il colpo è partito era a fine corsa o se si era già fermato."Ho visto l’auto partire - ha aggiunto Spaccarotella - e ho pensato: è andata bene. Non mi sarei mai aspettato nella vita di causare la morte di nessuno". L’agente ha più volte ribadito: "Non c’era la volontà di provocare la morte. Non mi aspettavo succedesse niente di tutto questo".
Corsa affannata Ricostruendo le fasi dello
sparo che uccise Sandri, Spaccarotella ha detto: "Sono arrivato affannato, anche per l’asma che mi perseguita da quando avevo 16
anni. Erano momenti concitati: lo stress, la corsa, l’asma". A quel punto una persona dal pubblico ha urlato: "Dicci la verità". La voce è
stata zittita dal presidente della Corte d’Assise, Mauro Bilancetti.
Spaccarotella ha quindi continuato dicendo: "Non è stata una cosa volontaria, non volevo uccidere nessuno".
Prima di raccontare la fase cruciale dello sparo, l’agente ha detto che aveva notato una zuffa dall’altra parte dell’autostrada, di aver
sparato un primo colpo in aria perchè lo scontro non cessava nonostante la sirena accesa, di aver visto spranghe e di aver pensato che
fosse qualcosa di più grave di una zuffa e di aver quindi inseguito parallelamente il gruppo di giovani che poi sono saliti in auto
partendo.
Il padre di Sandri: "Ha evitato di dire bugie" Luigi Spaccarotella ha reso
una dichiarazione spontanea anzichè farsi sottoporre a
interrogatorio "perché ha voluto evitare di dire per l’ennesima volta
delle bugie". Lo ha affermato Giorgio Sandri, padre di Gabriele. "Se fosse stato interrogato avrebbe dovuto dirne
altre, rischiando di non prendere le attenuanti generiche" ha
aggiunto parlando con i cronisti al termine dell’udienza.
Giudizio duro anche dalla madre di Gabriele Sandri, Daniela: "Non
mi sembra un uomo, poteva rispondere,si doveva difendere.
Sono rimasta sconcertata a non sentirlo interrogato.
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