Il Cavaliere: "Schede tutte da ristampare"

Il leader Pdl: "Proprio loro ci hanno telefonato per segnalare come la vicinanza dei simboli possa generare confusione negli elettori". Di Pietro al Viminale: "L'errore c'è stato coprirlo è omertà"

Il Cavaliere: "Schede 
tutte da ristampare"

Catania - Sbarca in Sicilia preparando il terreno con una grande intervista a La Sicilia di Catania in cui già sono annunciati i punti su cui batterà per tutta la giornata: «Voglio un fisco più equo, più fondi per la Sicilia, un piano decennale per realizzare anche in Sicilia il miracolo irlandese». E infatti, in entrambi i comizi, sia a Palermo che a Catania, Silvio Berlusconi viene introdotto da Raffaele Lombardo, candidato presidente alla guida della Regione, ma anche leader del Mpa, il Movimento per le autonomie. E infatti Lombardo, presenta il Cavaliere, dicendo apertamente: «Ti ringraziamo per l’impegno sulla fiscalità di vantaggio e per il potenziamento delle infrastrutture che hai preso oggi nella tua intervista al più prestigioso quotidiano di questa città».

Lombardo si dedica equamente ad esaltare le possibilità di un miracolo economico che potrebbe discendere da queste due mosse, e a irridere, anche in maniera teatrale, le parole dette da Walter Veltroni nel suo giro siciliano, sul tema del ponte: «Da quello che abbiamo capito, per Veltroni il ponte si può fare ma anche no, è una priorità, ma si può anche fare un’altra cosa, ed intanto il monopolio resta quello dei traghetti privati che fanno capo a quel partito e a quel candidato».

E così è ovvio che il discorso di Silvio Berlusconi passa proprio da lì, da uno dei punti del programma del centrodestra che da oltre dieci anni gli sta a cuore, da quel ponte: «Per il quale ho presieduto oltre 24 riunioni personalmente; noi ci abbiamo messo cinque anni di tempo per mettere d’accordo tutti ed approvare un progetto unico, definitivo ed affidato ad un consorzio italiano, loro ci hanno messo cinque minuti per mandare all’aria tutto, perché il signor Pecoraro Scanio ha detto che il ponte avrebbe disturbato le rotte millenarie dei delfini». Basta che pronunci il nome di Pecoraro, che nel palazzetto dello sport di Catania scatta un coro di buuuh assolutamente assordante. Spiega Berlusconi: «Gli impegni, i contratti, in campagna elettorale devono essere mantenuti. Per me la moralità è mantenere gli impegni». Mentre invece, il suo avversario, che lui chiama «il signor Walter Veltroni», di impegni ne sta prendendo tanti, senza avere la certezza che potrà mantenerli. «Sapete, lui può fare qualunque promessa, tanto poi perde e siccome al governo non ci andrà mai, non deve certo mantenerle».

Veltroni, è il nuovo cardine degli ultimi discorsi di campagna elettorale di Berlusconi. Da quando si è rotto il fair play iniziale fra i due candidati, il leader del centrosinistra cita il Cavaliere ricorrendo a una inverosimile perifrasi: «Il principale leader dello schieramento politico a noi avverso». Lui, invece, il Cavaliere, lo cita nominandolo chiaramente, in un gioco di forte contrapposizione polemica: «Veltroni è venuto qui da voi, e ha avuto il coraggio di dire che lui combatte la mafia, mentre noi non la nominiamo mai. E allora lo vogliamo accontentare subito: tutti i nostri voti li useremo per combattere la mafia, così come abbiamo fatto quando eravamo al governo, quando trenta grandi latitanti sono stati arrestati con l’operazione Alto impatto». Ce n’è, di battute, per il leader del centrosinistra nel repertorio di Silvio Berlusconi: «Lui è un uomo di parole, un grandissimo costruttore di sogni, peccato che quello che dice - sorride il Cavaliere - non abbia nulla a che vedere con la realtà». Ovviamente, e non poteva essere altrimenti, è scontro a distanza anche sul tema dei sondaggi. Veltroni dichiara che il divario tra i due poli si sta accorciando? Berlusconi ribatte colpo su colpo: «Ha detto ieri che il Pd sta facendo una rimonta spettacolare, l’unica cosa spettacolare sono le sue spettacolari bugie».

Il Cavaliere non ha dubbi sull’esito delle elezioni anche se in mattinata, a Rtl 102,5, ribadisce i suoi timori sulle schede elettorali, «una striscia continua di simboli che generano incertezza nei cittadini. Non si riescono a capire neppure gli apparentamenti.

Credo sia saggio procedere alla ristampa. Il tempo c’è, basta volerlo. Anche tutto lo schieramento di sinistra ha fatto questa osservazione. Anzi sono loro che hanno telefonato ai nostri rappresentanti perché erano preoccupati».

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