La piccola fiammiferaia? Una prostituta grassa e indifesa. Cenerentola? Un'adolescente confusa in una Milano assopita nel caldo estivo. Aladino? Si presenta come «il genio dei disperati». E lo smemorato Pollicino, naturalmente, non è altro che la vittima di un sistema che vorrebbe dimenticarlo.
Le fiabe, si sa, finiscono tutte allo stesso modo. O quasi. E morirono tutti felici e contenti, raccolta di 18 «fiabe non fiabe» composte da altrettanti scrittori, è una partita con tutte le carte di Propp mischiate a sorpresa. Nemmeno il linguista russo che mise in ordine la «morfologia» della struttura-fiaba stavolta sarebbe capace di prevedere la fine di ogni storia. Perché ogni racconto, ironico o sarcastico, comico o doloroso, ha un obiettivo ambizioso: ribaltare l'immaginario collettivo.
Sono le fiabe della tradizione rivisitate, riscritte, smontate e ricostruite a partire da uno sguardo nuovo, da una memoria nuova.
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