Centri sociali all’attacco: l’incontro Comune-giovani si trasforma in guerriglia

Gli anarchici de «La ciurma del Nautilus» su Indymedia l’hanno chiamata «aggressione sbirresca». Un punto di vista quanto meno curioso per definire le azioni vandaliche di cui sono stati protagonisti venerdì sera al Ticinese. Dove uno di loro - Ivan Battista, 37 anni - ha persino cercato di rompere la testa con una bottiglia di vetro a un poliziotto. Non riuscendoci solo grazie alla prontezza di questo ispettore della Digos che, sentendosi apostrofare alle spalle «pezzo di m....!» ha pensato bene di scansarsi. Ed è solo per qualche secondo di fortuna che la bottiglia gli è arrivata sulla spalla e non sulla testa dov’era destinata. Lo stesso dicasi per i sei carabinieri rimasti contusi nel tentativo di arginare la violenza di questi anarchici.
Battista, insieme a Giacomo Sicurello, 24 anni e alla 20enne Elisa Bertossi, tutti con precedenti per occupazione abusiva, sono finiti in manette per resistenza, lesioni e blocco stradale. Denunciata per gli stessi reati anche una giovane cinese di 26 anni. Dopo una nottata passata nelle camere di sicurezza della questura, ieri alle 13.45 (assenti persino gli avvocati difensori) il giudice delle direttissima Antonella Lai ne ha convalidato l’arresto, imponendo ai due ragazzi l’obbligo di firma il lunedì e il giovedì. Quindi i ragazzi sono stati scarcerati. L’udienza dibattimentale è fissata per il 21 ottobre.
I tre punkabbestia con i loro amici, intorno alle 19 di venerdì, aveva tentato di insediarsi alla Darsena con un gazebo per vendere alcuni oggetti e fare un piccolo concerto. Erano però senza i permessi necessari, così prima i vigili e poi la Digos li hanno bloccati. Verso le 22 i ragazzi hanno smontato tutto, ma sono scesi sul piede di guerra. E, controllati a distanza da polizia e carabinieri, si sono diretti con aria minacciosa verso le colonne di San Lorenzo dov’era in programma un sopralluogo degli assessori alla Sicurezza e all’Urbanistica di Palazzo Marino Marco Granelli e Ada Granelli. «(...) sapendo che lì - scriveranno poi su Indymedia - avremmo potuto incontrare Paolo Limonta (consigliere del sindaco Pisapia, ndr) con due assessori per avere meglio delucidazioni sull’aggressione sbirresca subita dalla ciurma (...)».
Lungo il percorso i ragazzi hanno danneggiato delle vetrine e hanno rovesciato dei cassonetti spargendo le masserizie sulla strada dove hanno bloccato la circolazione. Quindi hanno cominciato a lanciare degli oggetti (tra cui delle sedie di un bar) contro le forze dell’ordine. Ed è lì, angolo tra corso di Porta Ticinese e viale Gorizia, che hanno ferito il poliziotto della Digos e i carabinieri.
I giovani arrestati, insieme a quelli del gruppo che li accompagnava venerdì sera, appartengono agli anarchici che, negli ultimi anni, hanno occupato vari edifici in città: da quello in Ripa di Porta Ticinese, alla ex bottiglieria di via Savona, a via Giannone, via Andrea del Sarto, fino alla ex piscina di via Caimi seguita da altre occupazioni minori per importanza e durata temporale.

Negli ultimi tempi, insieme a una quarantina di cani, i giovani anarchici abitano in regime comunitario in uno stabile di via Erodoto, a Precotto. La polizia li definisce «randagi, con un pedigree da occupazioni abusive». Un modo decisamente carino per stigmatizzare il loro profilo di ribelli.

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