«Che tempi, quelli di Sant’Olcese»

«Che tempi, quelli di Sant’Olcese»

Era il 16 marzo del 1980. Si giocava il derby. Sulla panchina del Genoa c’era un «tal» Gianni Di Marzio. Finì 3-2 per la Samp. E quel gol di Roselli (dopo quello di Genzano) rimangono nella memoria del mister rossoblù. Che a distanza di quasi trent’anni torna a commentare (da opinionista di lusso) un derby genovese.
Gianni Di Marzio che differenza da allora...
«Incredibile Genova, incredibile tifo, incredibile derby. È stata una serata straordinaria. Non ricordo un tifo simile. Debbo congratularmi con il tifo genovese: è cresciuto in correttezza, in civiltà, davvero uno spettacolo».
Un derby diverso da allora...
«Certamente. Ma sai la differenza sta nella società Genoa: allora si prendeva quello che passava il convento. Oggi c’è una società che guarda al futuro, che vive il calcio muovendosi su tutti i mercati, insomma un calcio organizzato a dovere».
Ricordi il presidente Fossati?
«Altri tempi, altre regole, altri stimoli. Comunque è stato un anno interessante. Forse era un calcio più naif».
Parlami di questa Samp, di questo Cassano. Come li hai visti?
«La Samp non è entrata in partita, tutto qui. Poi ci sta anche la bravura dell’avversario come è avvenuto...».
E Cassano? Ma è davvero da Nazionale?
«Cassano è unico. Lo si deve accettare così com’è. E quando una squadra vive su un uomo deve rassegnarsi. Nel bene e nel male. Se non entra in partita non c’è niente da fare».
Ma questo calcio genovese così in alta classifica...
«Lo dicevo prima: c’è oggi un’organizzazione forte che caratterizza sia Genoa che Samp. Ormai il calcio se non è organizzato come una grande azienda finisce malamente. E qui da voi avete due presidenti che sono anche imprenditori. Teneteveli stretti».
Tu hai esperienze londinesi, accanto a Flavio Briatore: che succede da quelle parti?
«Si parla tanto del tifo laggiù, ma credimi quello che ho visto a Marassi è unico, al di sopra di quello inglese. Ed anche in chiave organizzative oggi in Italia non ci si lascia mancar niente».
Dove potranno arrivare queste nostre squadre?
«La classifica parla chiaro: ormai ci sono equilibri fra quasi tutte, tranne una o due ma non di più. Dunque tutto è possibile, bisogna che ci sia solo continuità e “senso del gioco”, come mi pare dica Gasperini.

Cassano, dal canto suo, l’ho visto molto sereno anche dopo qualche fallo di troppo».
Passati i tempi di Sant’Olcese...
«Indimenticabili. Si andava in... montagna ad allenarsi. Tempi eroici, oggi è tutta un’altra storia. Per vostra fortuna».

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