Chirac manda soltanto 200 uomini

Il presidente con una telefonata ad Annan annuncia: «Siamo pronti a guidare i caschi blu»

Alberto Toscano

da Parigi

Al termine di una giornata convulsa, il presidente Jacques Chirac ha telefonata al segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan, Chirac per annunciargli che Parigi è pronta ad assumere il comando della nuova Unifil, il contingente dell’Onu presente in Libano (ha già quello dei caschi blu attualmente presenti nel Paese medio-orientale). Il capo dell’Eliseo ha dichiarato che la Francia «è pronta a fare la sua parte nel rafforzamento dell’Unifil previsto dalla risoluzione 1701 del Consiglio di sicurezza e ha ricordato che «la missione, le regole di ingaggio e i mezzi di questa forza devono essere ancora precisati, così come la ripartizione dei contingenti, che deve riflettere l’impegno di tutta la comunità internazionale».
Poco prima Chirac aveva comunicato la decisione del governo di mandare in tempi brevissimi 200 militari in Libano allo scopo di rafforzare la presenza della vecchia Unifil. Diventeranno così 400 i soldati francesi dell'Unifil. L'Eliseo ha anche fatto sapere che che i 1.700 militari della forza aeronavale francese, che incrocia al largo della costa libanese, verranno messi - se necessario - a disposizione delle truppe dell’Onu.
L’annuncio di Chirac corrisponde ai desideri di Annan, il quale aveva detto di volere alla guida della nuova Unifil la Francia. Ma resta da stabilire se e quanti uomini invierà Parigi, perché è difficile avere il comando mettendo in campo solo 400 dei 15 mila uomini della forza multinazionale. Chirac sa quanto sia rischioso il Libano. A Beirut negli anni Ottanta decine di militari francesi morirono o furono rapiti. Sembra che tra ieri e mercoledì ci siano state varie telefonate tra Chirac e Annan, che punta sulla creazione di un contingente di alto profilo,
Secondo alcuni osservatori francesi, i timori del presidente non si limitano alla scarsa chiarezza del mandato e del ruolo dell'Unifil «nuova maniera». Un altro problema, non certo secondario, deriverebbe dal rischio che le autorità di Teheran - dotate di un'ampia influenza sugli sciiti libanesi del movimento Hezbollah - possano utilizzare la minaccia di attentati antifrancesi in Libano per strappare concessioni sul delicatissimo terreno dell'atteggiamento della comunità internazionale nella questione del nucleare iraniano. Parigi ha un ruolo chiave nel negoziato per tentare di risolvere quel problema e forse Chirac sente puzza di ricatti.
L'ideale per il capo dell’Eliseo è di avere in Libano il massimo dei vantaggi politici col minimo dei rischi. Obiettivo non certo facile da raggiungere.

La giornata di ieri era stata caratterizzata da un articolo sparato in prima pagina da Le Monde sotto il titolo: «Libano, Parigi vuole garanzie per i propri soldati». La cosa più importante veviva detta nel sottotitolo: «Unifil, l'Onu cerca di superare le inquietudini della Francia, che teme di esporsi a rappresaglie sul terreno».

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