Il Times sembra Mourinho. Sfacciato. Una sberla agli italiani e vediamocela sul campo. Ieri ha scritto (il Times ovviamente): «Non cè nulla da temere, le squadre italiane sono leoni senza denti». In certi casi le leggi del calcio sono unavventura nellanticonformismo. Ti smentiscono. Quindi aspettiamoci una pioggia di gol. Italiani naturalmente. Servono, ci mancano, è lunica cura per toglier le squadre nostre dallangolo. Ma per ora ha ragione larroganza inglese. I numeri dicono che il made in Italy ruggisce, ma non morde. E, a forza di ruggire soltanto, non fa più paura. Servono reti per ribaltare la storia. Il Times snocciola il difetto: «Lo scorso anno ci sono stati 8 confronti diretti tra italiane e inglesi. LItalia non ha vinto neppure una sfida, il risultato migliore è stato un pareggio. E in 720 minuti di confronto ha segnato solo una rete, quella della Roma contro le seconde linee del Manchester United. Ma le due squadre erano già qualificate per gli ottavi di Champions».
Statisticamente perfetto. Per fortuna le statistiche sono fatte per essere variate. Bisogna credere ai nostri goleador. E questa è loperazione a più alto rischio. Sarà un caso se Marcello Lippi sta strizzando locchiolino ad Amauri che ha fatto girare i santissimi a tutto il clan azzurro e che, prima di segnare una rete, ne sbaglia quattro? Gli inglesi se la ridono, proprio perchè Amauri e Adriano (guarda, guarda, due brasiliani) si sono mangiati loccasione che ci avrebbe evitato la smargiassata del Times.
In realtà il nostro calcio non sta malissimo in quanto a marcature e cannonieri. Le tre squadre di Champions tengono buona media in campionato: tutte sopra i 40 gol in 27 partite. Un po discontinue. LInter affidata soprattutto ad Ibrahimovic: solo lui e Mourinho possono coprire le crepe, scrivono gli inglesi. La Juve guarda a Del Piero e Amauri, ma stavolta gioca con lasso che sè tenuta nella manica (Trezeguet dallalto delle sue 161 reti). La Roma in affanno per le scarse presenze di Totti («non è più lui», grazie per linformazione). Vucinic ci prova sempre, ma galleggia a nove reti.
Daccordo, gli inglesi hanno capito che lessere senza denti è difetto derivante dal modo di gestire lattacco, dallincapacità di essere destabilizzanti più che dalla scarsa qualità dei cannonieri. Il campionato nostro è dominato dalla vena di Di Vaio e forse non è un buon segnale. In Europa Del Piero è fermo a quattro reti, miglior rappresentante dei bomber. Ma gli inglesi non possono sorridere: Berbatov ne ha segnate altrettante.
Insomma oggi la situazione è allarmante solo perchè non cè più tempo per la cura. Zero gol per le italiane, salvo il successo della Roma con il Chelsea nelle qualificazioni. Serve addentare le difese inglesi, bisogna dimenticare che la Juve non realizza in Champions da tre partite e uno spicciolo di tempo, in totale 293 minuti. O che Ibrahimovic scompare sempre quando mette piede in Europa. Non perdiamoci nei calcoli: servono due reti per Juve e Roma, uno per lInter, ma a quel punto anche le difese devono essere di ferro. Sarebbe scocciante fare i conti (in rosso) con le difese, anzichè con gli attacchi.
Meglio sorvolare, buttare allaria la realtà e affidarsi allimprevedibilità del pallone che si accoppia solo con la qualità e la scaltrezza degli attaccanti. Difficile pensare che gli inglesi si facciano mettere sotto nel ritmo e nella determinazione. Litalian style non è quello catenacciaro che il football mondiale ci rinfaccia quando ci sbatte la faccia.
I confronti Italia-Inghilterra non sono confortanti. Gli allibratori hanno già crocefisso il calcio nostro.
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