Se la cronometro di ieri non aveva ancora messo la parola fine al Tour 2023, ci ha pensato la crisi del ciclista sloveno sul temibile Col de la Lose. A 7 chilometri dal GPM è proprio Pogacar a mollare e perdere contatto con la maglia gialla. Il calvario del campione sloveno è la parola fine al suo tentativo di portarsi a casa la Grande Boucle: arriva con oltre sei minuti di ritardo dal danese, che nel finale aveva addirittura provato a vincere la tappa. A Courchevel, invece, trionfa il giovane austriaco Felix Gall, con un ottimo Simon Yates che non riesce a riprenderlo sulla durissima salitella finale ma il più soddisfatto non può che essere Jonas Vingegaard. Parigi è ancora lontana ma, a giudicare da quel che si è visto oggi, la maglia gialla ha trovato il suo padrone.
Un avvio scoppiettante
Mettere una tappa da 5000 metri di dislivello subito dopo una cronometro con una salita importante è roba che farebbe sorridere il Marchese de Sade ma tant’è. La carovana del Tour affronta l’ultima tappa prima di lasciare le Alpi e sarà l’ennesimo festival della salita, con una serie di GPM da far rabbrividire. La botta rimediata da Tadej Pogacar nella cronometro è di quelle importanti, quindi gli occhi di tutti sono sullo sloveno, per vedere se potrà in qualche modo rispondere allo squillo della maglia gialla. Appena si abbassa la bandiera verde, parte a razzo il campione di Francia Valentin Madouas, seguito a ruota da Cort Nielsen. La fuga non ha fortuna, con molti che aspetteranno almeno la prima vera salita, il Col de la Saisies, che scollinerà a 28 chilometri dalla partenza. A conferma che la lotta per la maglia a pois vivrà una giornata importante, parte una fuga a cinque, che include sia Giulio Ciccone che Neilson Powless. Stavolta il gruppo maglia gialla li lascia fare, permettendogli di guadagnare circa 40 secondi.
Nell’avvicinamento al primo GPM, per poco nel gruppo non succede il patatrac: Pogacar incrocia l’anteriore con Peters e vola a terra, mancando per poco Vingegaard. Vista l’andatura non esagerata può tornare in corsa rapidamente ma c’è mancato davvero poco. Alla spicciolata, diversi ciclisti top, da Alaphilippe a Simon Yates si aggregano alla fuga, rendendola interessante. Il gran ritmo imposto da Ciccone costringe Powless a mollare il colpo ma la Jumbo si è messa a tirare il peloton, riducendo il vantaggio dei fuggitivi a soli 20 secondi. L’abruzzese aveva un solo pensiero: portarsi a casa i punti per la classifica scalatori e passa per primo sul Col de la Saisies, con il gruppo maglia gialla a 35 secondi. Ritmo forsennato in questo tappone alpino, con Alaphilippe, Neilands e Ciccone che si danno il cambio per resistere alla rimonta del gruppo, favorita dalla discesa. Il francese si aggiudica il traguardo volante a Beaufort ma prima di arrivare a Courchevel ci saranno altre tre salite importanti da affrontare.
Ciccone fa il pieno di punti
Quando il gruppo sembra vicino a riprendere la fuga, Alaphilippe e Ciccone si portano dietro diversi ciclisti di buon livello, mettendo uno strappo che li porta ad un minuto di vantaggio, prima di arrivare al secondo GPM di 1a categoria di giornata. L’azzurro ha il compagno di squadra Skjelmose a dargli una mano ma anche clienti poco simpatici come O’Connor, Neilands o Jack Haig. Ancora una volta, parecchi scattano dal gruppo, dal solito Simon Yates a Thibaut Pinot e Rigoberto Uran, con la fuga che sale a circa 30 ciclisti. La salita verso il Cormet de Roseland è lunga, oltre 13 chilometri e Vingegaard è ansioso di avere gregari in fuga pronti a dargli una mano se Pogacar dovesse attaccare prima del Col de la Loze. Nonostante il gran ritmo, il gruppo maglia gialla rimane a circa 1’15”, con Van Aert e la Jumbo a condurre le danze come al solito. Gli ultimi chilometri verso il GPM vedono Skjelmose che lavora per Ciccone, che passa primo sul traguardo senza troppi problemi: finora nessuno nella fuga sembra aver voglia di mettersi tra l’abruzzese ed i suoi preziosi punti per difendere la maglia a pois.
La lunga discesa favorisce il lavoro dei fuggitivi, con il gruppo maglia gialla che rallenta quanto basta per consentire ai 35 fuggitivi di guadagnare secondo su secondo, fino ad arrivare a circa 3 minuti di vantaggio a metà di questa tappa massacrante. La situazione si rianima un attimo quando si inizia la terza salita di giornata, i 6,6 chilometri al 7,5% di pendenza media che porteranno al GPM di 2a categoria della Côte de Longefoy. Interessante come nella fuga ci siano dal settimo all’undicesimo della generale ma la distanza nei confronti del duo di testa è tale da non preoccupare nessuna delle due squadre top. Pendenze non indifferenti quelle che i fuggitivi devono affrontare e, ancora una volta, Skjelmose si mette a dare una mano a Ciccone, tanto da consentire alla maglia a pois di portarsi a casa i cinque punti buoni per la classifica scalatori. Certo che i 40 in palio sull’ultima salita di giornata rischiano di rovinare tutto il suo gran lavoro ma l’abruzzese difficilmente avrebbe potuto fare meglio di così.
Una salita infinita
Dall’alto dei suoi 88 punti, il vantaggio del ciclista italiano è di ben 30 punti avanti nei confronti di Powless, con Vingegaard a 57. Mancano ancora tanti chilometri ma dovrebbe cercare di fare qualche punto per conservare la maglia a pois almeno fino al gran finale di sabato. I dieci chilometri di discesa sono piuttosto tecnici quindi c’è parecchio movimento per mettersi in posizione. Alle loro spalle la pressione del gruppo maglia gialla non è pesante, visto che si trovano a circa 3’12” di distacco. Ad innervosire tutti i ciclisti, ovviamente, i 28 chilometri del Col de la Loze, una salita davvero hors categorie che potrebbe fornire risposte ancora più definitive per questo Tour de France. Nell’avvicinamento c’è tempo per rifocillarsi, tirare un attimo il fiato ma certe rampe ben oltre il 10% fanno davvero tanta paura. A 36 chilometri dall’arrivo, la Ineos e la Bora-Hansgrohe si mettono a tirare il gruppo per difendere le posizioni di Rodriguez e Hindley, perdendo per strada diversi pezzi. Il vantaggio si riduce di una trentina di secondi prima di iniziare la massacrante ascesa che porterà al traguardo di Courchevel.
Le prime rampe della lunga salita iniziano a vedere qualche defezione dal gruppo di testa, incluso proprio Giulio Ciccone. A meno che non si tratti di una vera e propria crisi, la scelta potrebbe essere strategica, per risparmiare le energie in vista del finale di sabato sul Jura, sperando che la fuga possa farcela ad arrivare in cima al Col de la Loze portando via i punti a Vingegaard e Powless. Non ce la fa nemmeno Julian Alaphilippe, per la delusione dei suoi tanti tifosi sulle strade della Savoia. C’è ancora tantissimo da salire ma con il gruppo maglia gialla sempre attorno a 2’45”, si inizia a pensare chi potrebbe trionfare a Courchevel: Simon Yates o Pello Bilbao potrebbero dire la loro ma nel gruppo di testa parecchi potrebbero trovare l’attacco della vita. Nel gruppo maglia gialla, solita lotta a distanza tra maglie giallo-nere e bianche, con Vingegaard protetto da Van Aert e Kuss mentre Pogacar ha con lui Adam Yates e Großschartner.
I due gruppi si sfidano a distanza nella prima metà di una salita tanto lunga quanto pesante, mantenendosi in fila indiana e salendo regolari, senza tentare attacchi o mosse sconsiderate. Poco lo spettacolo ma tantissima fatica, le cui conseguenze si vedranno negli ultimi chilometri, sulle rampe finali, quelle dove si va sempre ben oltre la doppia cifra ed una crisi potrebbe costare secondi pesantissimi. Se l’attenzione di molti, a partire da Thibaut Pinot, è per il GPM ed il prestigioso Souvenir Henri Degranges, l’ultimo chilometro prima del traguardo di Courchevel potrebbe fare malissimo, viste pendenze molto ragguardevoli. A 12 chilometri dalla vetta, il vantaggio dei fuggitivi si mantiene sopra i due minuti ma il ritmo rimane piuttosto vivace: vedremo se sulle rampe più dure qualcuno sarà costretto a pagar dazio.
Pogacar non ce la fa
Quando si arriva nella località sciistica di Meribel, i ciclisti sanno che la parte più dura della scalata è dietro l’angolo. Yates e Bilbao rimangono vicini alla testa, ma dovranno vedersela con Goudu per la vittoria di tappa. Alle loro spalle, Pogacar rimane a ruota di Vingegaard, aspettando l’occasione buona per l’attacco. La maglia gialla, nel frattempo, perde il campione d’Olanda Van Baarle ma, a dargli una mano rimane il solito, immarcescibile Sepp Kuss. Haig ed O’Connor continuano a darsi il cambio in avanti, riuscendo a mantenere gli inseguitori a distanza, spendendo però moltissime energie. La Ineos sembra l’unica interessata a tenere alto il ritmo, ma ecco la sorpresa che non ti aspetti: non serve nemmeno l’attacco di Vingegaard per fare andare in crisi Pogacar, che paga la lunga sosta, l’infortunio e qualche caduta di troppo. Nel giro di poche centinaia di metri perde contatto con il gruppo maglia gialla ed accumula una ventina di secondi di ritardo dal danese, sempre più padrone del Tour 2023.
@TamauPogi is dropped!
— Tour de France (@LeTour) July 19, 2023
@TamauPogi est distancé du groupe des favoris !#TDF2023 pic.twitter.com/deAl0ozvuH
Il fatto che il rivale numero uno molli a 7,5 chilometri dal GPM sembra paradossalmente rianimare Jonas Vingegaard, che annusa il sangue nell’acqua e medita l’attacco definitivo. Nel gruppo di testa è Felix Gall a provare l’azione solitaria, proprio su una delle rampe più dure di questa salita infinita. L’austriaco si volta una volta accumulati una trentina di secondi di vantaggio ma dovrà farsi da solo la parte più difficile della salita. Lo sloveno soffre maledettamente e, più avanti, la maglia gialla saluta la compagnia e parte alla rincorsa dei fuggitivi: recuperare due minuti e mezzo in quattro chilometri non è impossibile ma la salita è di quelle davvero dure. Prova di forza del danese, che ha voglia di mettere la parola fine a questo Tour de France. Simon Yates e Rafa Majka tengono duro ma Vingegaard va davvero a tutta. Pogacar, nel frattempo, sta già perdendo più di due minuti. Con la strada che sale tantissimo, Gall regge il confronto con la maglia gialla, che sta recuperando ciclisti in serie, incluso il compagno di squadra Keldermann, che prova a fargli tirare il fiato per qualche centinaio di metri.
Jonas Vingegaard goes solo on the Col de la Loze with 4 km to go!
— Tour de France (@LeTour) July 19, 2023
Jonas Vingegaard s'en va seul dans l'ascension au Col de la Loze à plus de 4 kilomètres du sommet !#TDF2023 pic.twitter.com/BU56Vnrcs5
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Vingegaard ci prova, vince Gall
Simon Yates riesce finalmente a scrollarsi di dosso Majka e parte all’inseguimento di Gall, avanti di solo una quindicina di secondi. La maglia gialla è addirittura bloccata su una rampa durissima, con uno spettatore che causa quasi un ingorgo in salita: il duo della Jumbo-Visma perde qualche secondo ma ad 8 chilometri dal traguardo può succedere ancora di tutto. Vingegaard saluta Keldermann e mette una nuova accelerata, mentre Gall regge al tentativo di rimonta di Simon Yates a soli 900 metri dal GPM. Gran soddisfazione per il giovane austriaco della AG2R, che sta correndo un ottimo Tour de France e notizia positiva per Giulio Ciccone, visto che il cannibale in giallo non si porterà a casa i 40 punti per la classifica scalatori. Secondo su secondo Vingegaard rosicchia il vantaggio di Gall ma, soprattutto, infligge un’umiliazione pesante a Pogacar, oltre 4 minuti indietro.
Ci provano tutti a reggere il ritmo micidiale del danese, incluso Pello Bilbao e il francese Gaudu ma non ce n’è per nessuno. Vingegaard è in condizione splendida ma altrettanto impressionante la prova di Gall, che si lancia in discesa per evitare brutte sorprese nell’avvicinamento a Courchevel e portarsi a casa una vittoria memorabile. Sulla discesa, molto tecnica, Simon Yates rischia il tutto per tutto per riprendere l’austriaco mentre è la maglia gialla a rischiare di andare lungo. Il britannico inizia a vedere il ciclista di testa mentre Bilbao e Gaudu rimangono attaccati alle ruote del dominatore del Tour 2023.
La salita è durissima ma Felix Gall riesce comunque a tenere duro, anche se Yates è a poche centinaia di metri. Il britannico pesta sui pedali ma non può niente: si arriva a passo d’uomo ma comunque ad alzare le braccia al cielo è proprio l’austriaco. Alle sue spalle Yates ha perso qualche secondo ma riuscirà forse a scavalcare Pello Bilbao, che ne ha ancora per staccare il danese su questa rampa micidiale. Il più soddisfatto, però, non può essere che Jonas Vingegaard, che ha ormai messo in cascina la maglia gialla.
Classifica di tappa e generale
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La tappa di domani
Dopo una tappa massacrante come quella di oggi, comprensibile che il giorno dopo si decida di tirare un attimo il fiato. La tappa, ufficialmente, viene definita “collinare” ma in realtà nei 185 chilometri che porteranno da Moutiers a Bourg-en-Bresse di salite ce ne sono davvero poche. I due GPM sono di quarta categoria ma il resto è quasi piatto, un sogno dopo così tante salite. Due opzioni a disposizione: fuga dalla lunga distanza o arrivo in volata, anche se resta da capire quanti dei velocisti sopravvissuti abbiano ancora abbastanza benzina nel serbatoio.
Il finale di tappa non è semplice, visto che gli ultimi chilometri prima del traguardo sono costellati delle solite rotatorie ed una curva secca prima di un
ampia curva a destra che porterà sul rettilineo finale. Sarà l’occasione buona per Jasper Philipsen di fare cinque su cinque o, almeno stavolta, qualcun altro riuscirà a beffarlo sul filo di lana? Vedremo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.