Tour, a Morzine vince Rodriguez ma che battaglia tra Pogacar e Vingegaard

Duello infinito tra i due leader della generale sul Col de Joux Plane, con il danese che beffa lo sloveno sul GPM. In discesa se ne va il giovane spagnolo, che vince la tappa e si porta al terzo posto. Questo Tour, però, non ha ancora un padrone

Fonte: Twitter (@LeTour)
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Il Tour de France non vuol saperne di fornire i propri verdetti. Neanche questa puntata del duello infinito tra i due cannibali della generale, Tadej Pogacar e Jonas Vingegaard, è riuscito a far pendere la bilancia dalla parte di uno o dell’altro. Se lo sloveno sembrava più in palla sulla massacrante salita del Col de Joux Plane, il danese regge all’attacco e rende il favore beffando il rivale sul GPM. Gran soddisfazione per lui, che si porta a casa anche la maglia a pois. Mentre si guardavano in cagnesco, in discesa se ne va il giovane spagnolo Carlos Rodriguez, che mette una vittoria clamorosa visti i suoi 21 anni che vale anche il terzo posto nella generale.

Pogacar vince la volata al traguardo ma il gioco degli accrediti vede la maglia gialla ancora sulle spalle del danese, che ha addirittura guadagnato un secondo. Una volta tanto Giulio Ciccone ha deciso di partecipare alla festa, facendo il pieno di punti nella classifica scalatori ed aggiudicandosi il premio per il ciclista più combattivo. Se lo spettacolo oggi certo non è mancato, domani, per il gran finale del trittico alpino sul Monte Bianco, i due duellanti sicuramente proveranno ancora a mettere il colpo del KO.

Cadute a ripetizione, Bardet si ritira

L’inizio di una delle tappe decisive di questo Tour de France difficilmente poteva essere più complicato. Neanche il tempo di abbassare la bandierina e nelle retrovie del gruppo c’è una caduta di gruppo. I ciclisti coinvolti sono talmente tanti da costringere l’organizzazione a neutralizzare la tappa, causando quindi un ritardo sulla tabella di marcia. Quasi tutti riescono a riprendere, dopo essersi fatti curare le ferite dai medici, tranne Pedrero e Meintkes della Intermarchè, tredicesimo in generale. Finiscono in terra anche altri ciclisti di punta, da Pidcock ad O’Connor, da Hindley a Dani Martinez ma si riesce comunque a ripartire.

Tour 2023 tappa 14 caduta gruppo
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Chaves prova a riprendere ma è costretto a fermarsi qualche chilometro dopo: sospetta frattura della clavicola, il suo Tour finisce qui. Dani Martinez e Julian Alaphilippe, nonostante la caduta, accennano una fuga, aprendo un buco di 12 secondi nei confronti del gruppo. Abbastanza per garantire allo spagnolo i due punti nella classifica scalatori, davanti al francese. La sfortuna, però, continua ad accanirsi sulla carovana, visto che nella discesa è l’idolo di casa Romain Bardet ad esagerare: bruttissima caduta la sua, si capisce subito che sarà davvero complicato per lui riprendere la gara. Sulla stessa curva finisce a terra il britannico della EF James Shaw, con conseguenze non meno meno serie.

Tour 2023 tappa 14 caduta Bardet
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Mentre gli spettatori si preoccupano delle condizioni del campione francese, un gruppo di ciclisti interessanti si aggrega alla fuga, portandosi a 30 secondi dal peloton. All’interno personaggi interessanti, da Mikel Landa a Michal Kwiatkowski, che nonostante la fatica sul Grand Colombier ha ancora voglia di combattere. C’è anche Mads Pedersen e la maglia a pois Powless ma ad interessare i tifosi azzurri è il fatto che, stavolta, Giulio Ciccone c’è ed ha voglia di dire la sua. Ad attenderli la prima salita importante verso il GPM di prima categoria del Col de Cou. Sia Bardet che Shaw sono costretti a ritirarsi dal Tour ma non c’è tempo per preoccuparsi troppo, visto che Alaphilippe e Lutsenko provano una nuova azione importante. Powless prova a riprenderli, seguito subito dai francesi Martin e Thibaut Pinot. La Jumbo-Visma, però, non ha voglia di lasciar scappare la fuga e riduce lo svantaggio a soli 15 secondi.

Ciccone stavolta c’è

Viste le tante occasioni perse in questo Tour, l’azzurro Ciccone ha una gran voglia di rifarsi: con Johannessen prova uno strappo sulla salita del Col de Cou. Alaphilippe e Powless lo seguono a ruota ma l’abruzzese sembra averne più di tutti. È proprio lui a prendersi i dieci punti per la classifica scalatori, battendo la maglia a pois, Alaphilippe, Pinot e Martinez. Il vantaggio della fuga non è importante, solo 35 secondi, ma non c’è una gran voglia da parte della Jumbo-Visma di richiudere il gap così presto. Mancano ancora tanti chilometri e tante salite prima di arrivare a Morzine.

Tour 2023 tappa 14 Ciccone
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Appena si inizia a salire il Col de Feu, serie di attacchi e contrattacchi, con Izagirre, Johannessen e Ciccone molto attivi. Il ciclista italiano è deciso a battersi per dare una spallata alla classifica degli scalatori e si muove per tempo, attaccando ad un chilometro dal GPM, con Michael Woods alla ruota. L’azzurro ne ha decisamente di più e si porta a casa altri 10 punti: Landa e Pinot completano la classifica ma mancano ancora 100 chilometri dall’arrivo. Con l’azzurro a soli 12 punti da Powless, si lascia prendere la mano, staccando il resto dei fuggitivi, che hanno circa 1’20” sul gruppo maglia gialla. Quando si inizia a salire il Col de Jambaz, dove ci sarà il traguardo volante di giornata, il peloton è a 40 secondi di vantaggio. La Jumbo non ne vuole sapere e riprende i primi fuggitivi, inclusi Powless, Kwiatkowski e Martinez: in avanti Ciccone si fa raggiungere dagli altri per spingere assieme prima della prossima salita.

Tour 2023 tappa 14 Ciccone Woods
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Ciccone ripreso ma tiene duro

Il gruppo tiene la fuga a circa 40 secondi ma tutti preferiscono tirare il fiato prima di affrontare la salita di prima categoria del Col de la Ramaz. Salita decisamente complicata, 13,9 chilometri al 7,1% di pendenza media ed affrontarli con soli 45 secondi di vantaggio sul peloton non è il massimo. Ciccone e Woods se ne accorgono e preferiscono salutare la compagnia. Sulle ultime rampe della salita si nota come il treno giallonero della Jumbo-Visma sia determinato a riprendere la fuga prima possibile, nonostante manchino ancora più di 60 chilometri dall’arrivo. Quando sente il fiato del gruppo sul collo, Woods preferisce farsi riassorbire ma Giulio non ne vuole sapere: quei 10 punti potrebbero fare la differenza nella classifica scalatori ma c’è ancora tanto da salire. Il ritmo imposto da Jumbo e Ineos è troppo per Thibaut Pinot, costretto a mollare il colpo. Alla fine Ciccone non ce la fa e viene ripreso dal gruppo: gran prova comunque la sua, domani sicuramente proverà a dire ancora la sua in salita.

L’azzurro non ha ancora finito le energie e rimane attaccato al gruppo maglia gialla ma non è semplice, visto che le squadre dei ciclisti di punta continuano a lanciare strappi a ripetizione. I protagonisti ci sono tutti, da Pogacar a Vingegaard, da Van Aert ai gemelli Yates. Pidcock fatica a tenere il ritmo, mentre Bernal e l’ultimo gregario di Hindley alzano bandiera bianca. Visto che i ciclisti top sono tutti qui, il resto perde terreno in maniera vistosa: la maglia a pois Powless, ad esempio, è indietro di oltre sei minuti. A meno di sconvolgimenti imprevedibili, il vincitore di tappa è nei venticinque che fanno da corona alla maglia gialla. Sugli ultimi due chilometri prima del GPM gruppetto in fila indiana visto il vento laterale ma si sale belli rapidi, con sempre gli uomini della Jumbo-Visma a fare il ritmo. Wout Van Aert si prende i punti per il GPM ma la discesa potrà rimescolare le carte.

Kuss e Yates tirano la volata

All’arrivo mancano ancora 50 chilometri ma il ritmo tenuto finora è impressionante: 31,5 km/h di media con così tante salite sono davvero tantissimi. Alle spalle il gruppetto con Pidcock prova a rifarsi in discesa ma non è semplice, visto che là davanti si va giù davvero forte. Il gruppo maglia gialla perde pezzi di continuo, rimangono ora in circa 15, tirando come dei forsennati. Il britannico e Buchmann mollano a 40 chilometri dal traguardo, perdendo secondi a vista d’occhio. Visto quanto si è faticato finora sembra assurdo pensare che la parte più complicata della tappa non è ancora arrivata. Simon Yates perde contatto con il gruppo di testa ma non sarà semplice rientrare: Van Aert e gli altri tengono un ritmo pazzesco, ben oltre i 70 km/h. Il britannico preferisce aspettare di arrivare nella vallata per provare a rifarsi sotto: con la Jumbo, oggi, c’è davvero poco da fare. Coi sei punti presi nell’ultimo GPM, Jonas Vingegaard potrebbe prendersi anche la maglia a pois se riuscisse ad arrivare per primo sul Col de Joux Plane.

Tour 2023 tappa 14 Simon Yates discesa
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Alla fine della discesa, nessun cambiamento davanti, con Van Aert che continua a tirare: il gruppetto con Yates e Gall riesce comunque a rientrare ma lo sforzo fatto in pianura lo pagheranno sicuramente più avanti, quando la strada tornerà a salire. Interessante notare come gran parte della top 10 di questo Tour sia presente nella fuga di giornata: nessuno voleva perdere l’occasione di giocarsi le proprie carte su quella che potrebbe essere la salita decisiva della Grande Boucle. Si inizia subito con pendenze oltre il 10% e 23 chilometri da fare prima di tirare il fiato a Morzine. Il guanto di sfida lo lancia Majka, che si porta avanti proprio su una delle rampe più dure: Van Aert si pianta sui pedali, come Simon Yates e Bilbao, che faticano assai. Al GPM mancano ancora dieci chilometri ma non sarà l’ultima volta che il gruppo di testa si fraziona.

Van Aert si riprende e torna in testa, dimostrando una capacità di soffrire incredibile: Pello Bilbao perde terreno, sono davvero pochi quelli che tengono duro. Majka paga lo scatto e si stacca: Sepp Kuss a fare l’andatura, con Vingegaard alla ruota, con Pogacar che risponde colpo su colpo. Incredibile che, nonostante la caduta, l’australiano Jai Hindley sia ancora lì a giocarsi le sue carte. Adam Yates, Rodriguez e Felix Gall chiudono il gruppetto di testa a 20 chilometri dall’arrivo. I sette di testa vanno su agili, guadagnando secondi su secondi a Simon Yates e Pello Bilbao, ora a 30”. Quando si arriva nella parte più dura della salita, ecco l’attacco per guadagnare gli otto secondi di accredito che potrebbero fare la differenza nella generale.

Tour 2023 tappa 14 Kuss Vingegaard
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Pogacar attacca, Vingegaard lo beffa

Il ritmo regolare ma impressionante imposto dall’americano costringe Felix Gall a mollare un attimo: ormai è davvero una gara ad eliminazione, con Jai Hindley che fatica a reggere. A parte Rodriguez, è scontro tra le due coppie top di UAE e Jumbo-Visma, lo scenario ideale per l’ennesima puntata del duello infinito tra Pogacar e Vingegaard. A cinque chilometri dal GPM Adam Yates mette uno scatto perentorio, seguito a ruota dai due leader della generale: lo sloveno, evidentemente, si sente in condizione e mette in crisi il danese, rimasto da solo. Lo spagnolo rimane a distanza di tiro ma a 3 chilometri dalla vetta ecco l’attacco di Pogacar: allungo micidiale e Tadej guadagna una ventina di metri.

Vingegaard, però, sembra ancora averne e rimane lì, a pochi secondi, disposto a tutto pur di rientrare. Pogacar si volta, ma il danese non molla. A due chilometri e mezzo, nuova accelerazione dello sloveno che però non riesce ad avere la meglio del rivale. Se non si deciderà tutto sul GPM, ci sarà spazio per nuovi attacchi, sia sul falsopiano che sulla discesa che porterà al traguardo. Alla fine però Pogacar deve rialzarsi, visto che Vingegaard ne ha ancora. Si va addirittura in surplace, un gesto di sfida da parte del danese, pronto a giocarsi tutto in volata per quei maledetti 3 secondi in più che potrebbero fargli perdere la maglia gialla. Il ritmo tenuto dai due marziani si nota dal distacco preso da Rodriguez in pochi chilometri: già oltre 1’05”. L’ultimo chilometro vive del duello di nervi tra i due leader che si guardano in cagnesco: ai 500 metri arriva la rasoiata di Pogacar, ostacolato dalle moto e dal pubblico. Ai 150 arriva l’attacco di Vingegaard che beffa lo sloveno sul GPM.

Tour 2023 tappa 14 Pogacar Vingegaard
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Rodriguez ne ha di più

Sembra assurdo ma mancano ancora 11 chilometri all’arrivo e la coppia di testa sembra già pensare agli abbuoni sul traguardo. Pogacar avrà un diavolo per capello: non capita spesso che si faccia beffare in maniera così evidente. Alle loro spalle Adam Yates e Carlos Rodriguez recuperano secondi su secondi, cosa che potrebbe giocare a favore dello sloveno. Con i quattro di testa ricompattati, nuova puntata del duello per la maglia gialla, stavolta in discesa, ad altissima velocità. Pogacar e Vingegaard se la cavano più che discretamente in discesa ma, forse, si prendono qualche rischio di troppo. Alla fine, però, è Rodriguez a dimostrare di essere uno dei migliori discesisti nel gruppo, prendendo qualche secondo di vantaggio sui due duellanti. Clamoroso lo sforzo del 21enne iberico, che a 4 chilometri dal traguardo ha accumulato già 7 secondi di vantaggio: la tappa potrebbe essere sua.

Tour 2023 tappa 14 Rodriguez discesa
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Alla fine il danese non riesce ad evitare che Yates si riporti sotto ma, in fondo, la vittoria dello spagnolo della Ineos fa il gioco della maglia gialla, visto che i 10 secondi se li porterà a casa lui. Il britannico prova a fare il ritmo e tirare la volata a Pogacar, visto che ormai lo spagnolo è irraggiungibile. Stavolta lo sloveno non si fa beffare, parte lungo e riesce a tenere il rivale alle spalle. Doveva essere la tappa decisiva e invece, una volta fatti i conti, Vingegaard guadagna un secondo, si porta a casa anche la maglia a pois e conserva la maglia gialla. Lo spettacolo non è mancato di sicuro ma questo Tour ancora non ha un padrone. Domani Vingegaard avrà dieci secondi da difendere. La strada verso Parigi è ancora lunga.

Classifica di tappa e generale

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La tappa di domani

L’ultimo sforzo di un trittico alpino davvero micidiale vedrà la carovana del Tour de France arrivare al confine tra la Francia e l’Italia, proprio sul massiccio del Monte Bianco. Non siamo ai livelli dei tapponi dolomitici del Giro ma i 179 chilometri che porteranno a Saint-Gervais Mont-Blanc sono di quelli da prendere con le molle. Tante salite e una discesa velocissima prima degli ultimi due GPM e dell’arrivo in quota. Chi non mangia pane e montagna soffrirà parecchio.

Tour 2023 tappa 15 altimetria
Fonte: Cyclingpro.net

A parte l’indecifrabile cronoscalata di martedì, le occasioni di dare la spallata giusta per sistemare la classifica generale iniziano a scarseggiare.

Difficile che il duello tra Pogacar e Vingegaard possa decidersi proprio sul Monte Bianco ma, prima o poi, bisognerà passare dalle schermaglie alle battaglie vere e proprie. I due si sono beccati di continuo ma non hanno assestato il colpo del KO. Sarà questa la volta buona?

Tour 2023 tappa 15 planimetria
Fonte: Cyclingpro.net

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