Cina, maxi ingorgo di cento chilometri tutti bloccati in macchina da 11 giorni

Sarebbe dovuto al trasporto di carbone proveniente da miniere illegali l'ingorgo nel quale per 11 giorni sono rimasti bloccati migliaia di mezzi

Cina, maxi ingorgo di cento chilometri  
tutti bloccati in macchina da 11 giorni

Pechino - Come da copione l'autorità tende a mascherare. Ma le voci si fanno sempre più insistenti. Il maxi ingorgo da poco risolto che per 11 giorni ha bloccato una delle principali arterie del traffico cinese non è dovuto ai lavori incorso (come indicato dalla polizia) ma dal vertiginoso aumento di automezzi che portano a Pechino il carbone dalle miniere illegali della Mongolia Interna. 

Caos risolto Non c’ è più il maxi-ingorgo nel quale migliaia di veicoli, soprattutto camion, sono rimasti bloccati per undici giorni. Lo hanno affermato testimoni che hanno viaggiato oggi sull’ autostrada trovando, ha scritto sul suo blog la giornalista sino-americana Adrienne Mong, "poliziotti dappertutto, ai caselli, sulle rampe, alle stazioni di servizio". La circolazione rimane lenta ma sostanzialmente scorrevole, hanno aggiunto i testimoni.

La scusa ufficiale Il maxi-ingorgo era iniziato il 14 agosto, quando sono cominciati i lavori di manutenzione dell’ autostrada che nei tratti lontani dalle città è a due corsie. E' quanto ha affermato la Polizia. Ma in realtà i lavori hanno solo moltiplicato gli effetti dell’ aumento del traffico che si è verificato negli ultimi mesi, quando l’ autostrada 110, sulla quale non c’ erano controlli capillari, ha cominciato ad essere usata per il trasporto del carbone proveniente dalle miniere illegali della Mongolia Interna, secondo quanto riferito alla stampa cinese da alcuni camionisti.

Nuove miniere iilegali La Cina infatti ottiene dal carbone il 70% dell’energia che consuma. Pechino e i suoi dintorni venivano riforniti di carbone dalle miniere della vicina provincia dello Shanxi, in gran parte illegali. Queste sono state al centro dell’ attenzione per l’ alto numero di vittime tra i minatori,che perdono la vita in esplosioni, inondazioni e frane (in tutto il paese l’ anno scorso almeno 1600 minatori sono morti in incidenti sul lavoro).

Le miniere dello Shanxi sono state sottoposte a controlli severi, e molte costrette a chiudere i battenti. A sopperire all’ improvvisa mancanza di rifornimenti sarebbero quindi intervenute le miniere della più lontana Mongolia Interna con conseguente aumento di traffico verso la capitale per il trasporto.

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