Un amore "cannibale". Perché Bones and All è un film che merita di essere (ri)visto

Debutta su Sky e NowTv l'ultimo film di Guadagnino che racconta di un road movie violento ma intimistico su due giovani in fuga da loro stessi

Un amore "cannibale". Perché Bones and All è un film che merita di essere (ri)visto

È stato presentato all’edizione numero 79 della Mostra del cinema di Venezia sotto un sol leone, un caldo asfissiante e un bagno di folla. Arrivato poi nelle sale italiane nel novembre del 2022 dopo una massiccia campagna pubblicitaria, Bones and All, il film diretto da Luca Guadagnino, dal 27 marzo è in prima tv su Sky e, successivamente, in streaming su NowTv. Un’occasione unica per apprezzare - e riscoprire – il film per giovani-adulti che ha lanciato (definitivamente) nel firmamento delle star il talentuoso Timotheé Chalament, il divo di Chiamami col tuo nome, e la convincente Taylor Russell. Girato in Ohio a maggio del 2021, questo è stato il primo film del regista italiano che è stato lavorato interamente negli Stati Uniti. Una pellicola non facile da realizzare, alla luce dei temi forti e delle scene truculente, ma la mano ferma e sicura di Guadagnino è riuscita a portare a termine anche questa impresa impossibile. Per il regista, originario dell’Italia ma trapiantato all’estero, questo è il settimo film che ha portato a termine dopo che ha lavorato a una serie tv e a un mucchio di documentari.

Bones and All è, di sicuro, il suo lavoro più difficile ma anche quello più intimistico perché, con un tratto unico e un’estetica degna di un’opera d’arte, Luca Guadagnino è riuscito a raccontare i vizi e virtù dei giovani di ieri e di oggi, come il loro passaggio verso l’età adulta. E lo fa attraverso un brillante road movie e attraverso la storia di due giovani ragazzi che, causa forza maggiore, sono costretti a fuggire da loro stessi. Un film intenso e per nulla banale. Ora vi spieghiamo perché Bones and All merita di essere visto.

Lee e Maren: due cannibali innamorati

La giovane Maren vive ai margini della società. Sempre pronta a guardarsi le spalle e sempre in fuga dagli sguardi indiscreti della gente. All’età di 18 anni resta da sola dopo che suo padre fugge senza lasciare traccia. La ragazza ha solo pochi spiccioli e una musicassetta in cui il genitore spiega il motivo per quale ha deciso di lasciare la figlia da sola al suo destino. Così, Mauren comincia un viaggio nel cuore più oscuro e rurale dell’America, alla ricerca di un posto in cui vivere e di sua madre. Ma non è facile sfuggire dalle sue "abitudini alimentari". Lungo la strada incontra Lee. È un ragazzo senza un passato e senza un futuro che, come Mauren, è un cannibale. Legati da un doppio filo, entrambi vagano insieme senza una meta, amandosi come non mai di un sentimento puro ma crudo e virulento. Fino a quando Mauren non trova la madre "perduta". Un evento che sconvolge la vita della giovane e il legame con Lee. Ma ci può essere un lieto fino per due giovani che si nutrono di carne e sangue?

Gli anni ’80 e il "mito" del sogno americano

È un film crudo e violento, sia nei temi che nella messa, ma non è mai disturbante nonostante si parli di cannibalismo. Il sangue scorre a fiume ma si resta – quasi – folgorati dalla bellezza di una storia che racconta di sogni, desideri, vittorie e sconfitte di una generazione che ha perso tutto, tranne la gioia di vivere. Bones and All, di base, mette in scena un amore inteso e passionale, che si nutre di sangue, di dolore e rimpianto ma, allo stesso tempo, è anche un ritratto disamorato di un’America ben lontana dal lusso e dall’opulenza delle grandi città, che fotografa gli anni ’80 nella sua accezione più particolare, mostrando il lato oscuro di una società falsamente perbenista e per nulla avvezza ad accettare i "diversi". E la storia di Lee e Mauren, così forte e così coinvolgente, rispecchia molto fedelmente l’immagine di quell’epoca che, a stento, guardava al progresso e al futuro, ma di fatto rimasta ancora a vecchi valori.

Sangue a fiumi per un film "estetico"

Timotheè Chalamet brilla come non mai nei panni di un giovane bello e dannato. Taylor Russell non è da meno, prestando il suo volto a un personaggio pieno di luci e ombre. Sono due cannibali, uccidono persone innocenti per calmare la solo sete e la fame, ma hanno un codice etico. Sono consapevoli di essere cattivi, sporchi e sudici, eppure non riescono a trovare una soluzione per uscire da questo impasse. Sono dei cannabili, questo è vero, ma per il pubblico è impossibile non trovare empatica per i due protagonisti. Questo perché il regista, pur eccedendo in scene forti e disturbanti, non è mai scaduto nell’horror puro e nel volgare. È rimasto sulla scena e ha trasformato ogni tramonto, ogni frase sussurrata e ogni rivolo di sangue in una vera e propria opera d’arte. Questo perché, Luca Guadagnino ha la capacità di essere feroce ma dolce come le ali di una farfalla. Caratteristica che, di fatto, lo ha consacrato come un regista "estetico".

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Cosa c’è dietro Bones and All

Ossa e ogni cosa. Questo il titolo del film, utilizzando una traduzione letteraria e, per di più, molto esemplificativa. Il titolo rappresenta un po' la condizione dei giovani che vogliono tutto e subito, che vogliono crescere in fretta e che vogliono entrare a gamba tesa nel mondo degli adulti. Ma non è così facile come sembra. Siamo fragili come lo sono le ossa del nostro corpo. Volere tutto? È un sacrificio che si deve essere disposti a compiere, perché dietro ogni azione, c’è sempre una causa e un effetto.

Luca Guadagnino, il regista della generazione Z

Un film che merita di essere visto perché è un viaggio nel cuore tempestoso dei giovani di ieri ma anche in quelli di oggi. Non ha una morale spicciola, anzi, la si deve cercare bene perché è ben nascosta tra le maglie del racconto. Ma, più di ogni cosa, è un film che parla al cuore di tutti e in special modo alla generazione Z. Luca Guadagnino, infatti, da sempre occhieggia alla generazione che è nata sul finire del secolo scorso ed è stata testimone di grandi cambiamenti, perché ha una tale maestria nel saper raccontare gioia e dolori di un gruppo di giovani che hanno inseguito le mode senza trovare (ancora) il loro posto nel mondo.

Prima del film c’è l’omonimo romanzo

Fino all’osso è il romanzo del 2015 di Camilla DeAngelis a cui il film è ispirato. In Italia è disponibile per Mondadori.

La pellicola, come sempre, anche se prende delle svolte diverse rispetto al libro, ne conserva la sua anima più pura. E la penna di una giovane autrice, che si è sempre dedicata ai romanzi per i teen, esplode con veemenza in una storia suggestiva e carica di (grandi) emozioni.

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