I tre moschettieri, capolavoro della letteratura francese firmato da Alexandre Dumas, è forse uno degli esempi più conosciuti del feuilleton, il romanzo d'appendice che usciva settimanalmente su quotidiani e riviste e che permetteva al pubblico di sviluppare una sorta di dipendenza dalle storie, contando i giorni che lo separava dal nuovo capitolo. Ed è proprio questa natura di "romanzo a puntate" che il regista Martin Bourboulon sembra voler inseguire con I tre moschettieri, nuova trasposizione cinematografica in arrivo il prossimo 6 aprile, che rappresenta solo il primo capitolo delle avventure dedicate ai moschettieri.
In realtà, infatti, la pellicola di Bourboulon ha un sottotitolo specifico, D'Artagnan, che dimostra come questo primo capitolo sia concentrato proprio sull'eroe guascone che arriva a Parigi inseguendo il sogno di indossare la casacca di Moschettiere del Re. A interpretare l'eroe coraggioso e un po' arrogante c'è François Civil, che si presta quasi senza fatica a prestare la sua fisionomia a uno degli eroi più popolari della letteratura. È lui il vero eroe della vicenda, tanto che spesso si ha la sensazione che gli altri personaggi vengano lasciati un po' troppo sullo sfondo per permettere allo spettatore di concentrarsi solo su di lui. Su D'Artagnan che, senza saperlo, assiste al primo capitolo di una trappola ordita per convincere il re di Francia (Louis Garrel) ad entrare in guerra. A Parigi, dopo un inizio burrascoso, D'Artagnan si lega ai famosi tre moschettieri, Athos (Vincent Cassel), Aramis (Romain Duris) e Porthos (Pio Marmai) e, così facendo, viene coinvolto tanto in un processo volto ad incastrare Athos, quanto nel disperativo tentativo di salvare la reputazione della regina (Vicky Krieps), legata da un sentimento molto forte al Duca di Buckingham, che potrebbe sancire l'inizio della guerra. Tutto questo mentre, dietro le quinte, il Cardinale Richelieu (Eric Ruf), insieme alla complicità di Milady (Eva Green) sta tramando per ottenere ancora più potere.
Il cinema francese, dunque, si riappropria di un suo cavallo di battaglia, dopo che il capolavoro di Dumas era stato portato tanto in sala quanto sul piccolo schermo da produzioni estere, subendo numerose trasposizioni, spesso di valore discutibile. Tuttavia il regista si prende comunque le sue libertà, facendo sì che I tre moschettieri non sia un film adatto ai puristi dell'opera di Dumas, che potrebbero storcere il naso per alcuni cambiamenti che non hanno altro scopo se non quello di portare l'opera nel 2023 e renderlo più attuale. Ne è un esempio la scelta di costumi che non sono propriamente in linea con l'immaginario e l'accuratezza dell'epoca, ma che servono invece a dare un senso di svecchiamento alla trama e alla realizzazione. Sontuoso nella messinscena, con un grande respiro popolare che, davvero, fa pensare alla natura da romanzo d'appendice, I tre moschettieri pecca un po' nella prima parte di una costruzione che si prende il suo tempo e che può apparire molto lenta per uno spettatore avulso ai tempi narrativi moderni, dove i cali d'attenzione sono sempre dietro l'angolo.
Buon film d'intrattenimento, la pellicola deve molto del suo fascino anche alla capacità attoriale di tutto il cast, che riesce non solo a rendere credibili personaggi immortali, ma anche a dar loro una certa tridimensionalità e una verosimiglianza che aumentano il grado di empatia in chi guarda.
Pensato per affascinare il pubblico nella sua interezza, con scene d'azione costruire proprio per aumentare il coinvolgimento, I tre moschettieri è anche abile nel costruire un crescente senso di tensione che rende la visione ancora più interessante e spinge gli spettatori ad aspettare con impazienza il secondo capitolo delle avventure di D'Artagnan che, in occasione dell'uscita del film, sono anche al centro di un romanzo e di un manga in uscita per Gallucci Editore.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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