Senza l’ambizione e la perseveranza di Ferruccio Lamborghini, oggi l’industria automobilistica italiana non sarebbe così apprezzata all’estero. L’uomo che più di tutti ha saputo cavalcare l’onda del progresso alla fine del secondo dopo guerra, è stato il creatore di uno tra i marchi più apprezzati al mondo, che sono diventanti sinonimo di qualità, classe e eleganza. Il mito della Lamborghini e la storica rivalità con Enzo Ferrari rivive in Lamborghini: l’uomo dietro la leggenda, film disponibile su Amazon Prime Video che, per l’appunto, racconta la vita di Ferruccio dalla fine degli ’40 fino all’ascesa della sua azienda nel mercato automobilistico italiano. Un film nato come produzione americana e solo per un pubblico in streaming – anche se è stato presentato nel 2022 a Roma durante il Festival del Cinema – ma ambientato (e girato) in Italia per regalare al pubblico una visione di grande impatto del nostro Paese alla fine degli anni ’40 e poco prima del boom economico.
Di fatto, Lamborghini è un biopic puro, ed è la storia di un uomo e del suo sogno. Il racconto di un’ambizione e di una generazione che, all’epoca, era ancora capace di sognare. Un film in quanto biopic stigmatizza il genio di Ferruccio ma, di fatto, non scende mai nei dettagli, preferendo non approfondire le vittorie, i fallimenti e l’implicazione del successo. È come se fosse un film con il cuore ma senz’anima, che apre una parentesi solo sulla parte più bella della Storia e non in quella più controversa. E ora vi spieghiamo cosa c’è (per davvero) dietro la leggenda di Ferruccio.
Prima della Lamborghini
La guerra è finita da poco e l’Italia sta cercando di mettere insieme i suoi pezzi dopo un conflitto che ha dilaniato qualsiasi cosa. Ferruccio Lamborghini torna nella sua amata Cento, piccolo comune del ferrarese. Torna a casa dalla sua famiglia di agricoltori e dalla sua fidanzata che ora diventa la compagna di vita. Il ragazzo, però, torna dalla guerra con uno spirito diverso. Conscio di dover guardare al futuro dopo gli anni bui del conflitto, decide di abbandonare la campagna e cercare altrove la sua fortuna. Decide di mettere al servizio dei motori la sua conoscenza della meccanica e, senza non poche difficoltà, fonda la Lamborghini Trattori. Sono gli anni ’50, il nostro Paese guarda al progresso e Ferruccio riesce a cavalcare l’onda. Cominciano ad arrivare i primi successi professionali ma la sua vita privata va a rotoli. Prima con la morte della moglie dopo il parto, poi con i dissidi interni alla famiglia. Da qui in poi l’intuizione di spingersi oltre, dopo che Ferrucci conosce Enzo Ferrari. Il marchio comincia a produrre auto di lusso, complice anche il mercato in espansione, e, senza saperlo, la Lamborghini entra nella leggenda.
Il ritratto di un’Italia capace di risorgere dalle sue ceneri
Il film, di sé, convince per quella splendida fotografia del nostro Paese molto attinente alla realtà dell’epoca. Piace per quel ritratto sui sogni e le speranze di un futuro migliore che viene colto dal "papà" della Lamborghini, e convince quello sguardo sull’Italia degli anni ’50 e ’60 con i loro umori più particolari, i vestiti, i colori. Ma, al tempo stesso, la pellicola pecca di orgoglio, finendo per raccontare con troppa facilità l’ascesa della Lamborghini, preferendo soffermarsi sul lato glamour della Storia invece che sulla famiglia di Ferruccio, messa a dura prova dalla sua stessa ambizione. E, seppur Frank Grillo regala all’inventore la giusta caratteristica, è la storia che non colpisce (veramente) nel segno. Convince per l’immagine del nostro paese ma nei contenuti non ci sono le vere emozioni.
Ma… dov’è la rivalità?
Oltretutto, il film avrebbe dovuto affrontare a "muso duro" la storica rivalità tra la Lamborghini e Enzo Ferrari. Una rivalità che qui traspare solo attraverso un gioco di sguardi e uno scontro – a distanza - a suon di motori e di creazioni automobilistiche. Eppure, Gabriel Byrne che presta il suo volto a Enzo Ferraei, è calato alla perfezione nel ruolo di uomo d’affari ma viene poco approfondito, restando quasi sullo sfondo e dando agio a Ferruccio di primeggiare sulla scena. Un film che avrebbe dovuto parlare di rivalità ma che, di fatto, lo scontro non implode mai. Tranne per quella scena iniziale in cui si vede la Ferrari e la Lamborghini pronti a fronteggiarsi in una gara di alta velocità.
Frank Grillo che piace nel ruolo di Ferruccio
È un biopic imperfetto. Questo è un dato di fatto. Di Lamborghini, però, convince più a livello scenografico perché capace di raccontare bene l’Italia del dopoguerra, e convince anche dal punto di vista interpretativo. Le attenzioni sono tutte puntate su Frank Grillo. L’attore che negli anni ’80 e ’90 è imploso nella soap-opera di Sentieri nel ruolo di Hart, figlio del cattivissimo Roger Torpe, ha rincorso il successo per diverso tempo senza mai raggiungere la sua "pienezza". Qui e nel film di Amazon Prime brilla come pochi perché regala un volto pop e fashion all’uomo che è diventato leggenda. Piace anche dal lato estetico, per un’immagine di una bellezza disarmante di Ferruccio.
La verità oltre la finzione: come è nata la Lamborghini?
Oltre la fiction, è innegabile l’impatto ottenuto dalle invenzioni di Ferruccio per il mercato delle automobili di lusso. Nasce a Cento ed è figlio di agricoltori. Studia tecnologie industriali a Bologna, e lì nasce la sua passione per i motori e per le macchine che, successivamente, lo porta a lavorare in un'azienda che revisiona automezzi dell'esercito. Durante la seconda guerra mondiale, trova l'opportunità di sperimentare le sue doti come tecnico riparatore presso il 50º autoreparto.
Nel 1946, la crescente domanda di trattori del mercato italiano, unita all'esperienza acquisita nelle riparazioni, spingono Lamborghini a intraprendere la carriera di imprenditore nella produzione di trattori. Compra veicoli militari avanzati dalla guerra e li trasforma in macchine agricole. Nel 1948 fonda la Lamborghini Trattori. Solo tre anni dopo la guerra, l'azienda era capace di progettare e costruire da sola i suoi trattori e, nel corso degli anni cinquanta e sessanta, la Lamborghini Trattori diventa una delle più importanti aziende costruttrici di macchine agricole in Italia. Un viaggio negli Stati Uniti apre a Ferruccio l’opportunità delle auto di lusso. Tutto il resto poi è storia. È morto all’età di 76 anni. Nel ’69 è stato insignito del titolo di Cavaliere del Lavoro nel settore dell'industria.
Prima del film c’è la biografia ufficiale
Il biopic non è stato realizzato con il supporto della famiglia Lamborghini, ma è liberamente ispirato a Ferruccio Lamborghini, la storia ufficiale che è stato scritto da Tonino Lamborghini
(figlio di Ferruccio). Il libro celebra la figura dell’imprenditore a 100 anni dalla nascita del patriarca per ricordare il genio di un uomo che ha rivoluzionato il settore del lavoro e delle automobili.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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