Il business plan, la campagna social e i costi: ecco come si apre un negozio online

Avviare un’attività sfruttando il web può rappresentare un’alternativa più veloce rispetto a un esercizio “fisico”, ma non bisogna trascurare regole e passaggi chiave

Il business plan, la campagna social e i costi: ecco come si apre un negozio online

Dopo aver esaminato e descritto ciò che serve per avviare un’attività commerciale in proprio, aprendo un negozio cerchiamo di capire quali sono i fondamentali per avviare un’attività nell’e-commerce, settore che sembra godere di buona salute, come testimoniano i dati a seguire.

I dati sull’online

Secondo una ricerca realizzata da Netcomm in collaborazione con Althesys, nel 2022 la filiera degli acquisti digitali ha portato all'Italia 133,6 miliardi di euro, pari al 7% del Pil dello stesso anno. Sono stati creati 1,6 milioni di posti di lavoro, con un incremento del 12,4% rispetto al 2021, rappresentando il 6,4% degli occupati in Italia. Se la maggior parte del volume di affari resta appannaggio dei giganti dell’e-commerce, va però sottolineato che anche i commercianti offline sembrano aver abbracciato il concetto di “ibridazione” tra canali di vendita, spinti dall'esperienza del Covid e dalle decisioni di acquisto dei clienti, influenzate nel 38,9% dei casi dai touchpoint digitali (cioè e-mail, sito web, chat). Detto questo, se avete avuto un’idea brillante per aprire un negozio online da zero e trovato la fiducia necessaria per portare avanti la vostra idea, ecco gli elementi da considerare e i passaggi da seguire.

A chi ci si rivolge e cosa si vende

In primo luogo, bisogna decidere a chi si vuole vendere. Se si ha già un’idea di prodotto, la si può usare per definire il proprio cliente ideale. In caso contrario, il consiglio è di prendere in considerazione la fetta di mercato che si conosce meglio: ad esempio, quali sono i prodotti usati regolarmente, cosa si apprezza maggiormente nei marchi preferiti, a chi si intende offrire i propri prodotti (o servizi). Definire poi gli acquirenti tipo (o buyer persona) per prendere decisioni efficaci in materia di messaggistica, design del sito web, strategie di marketing etc.

Fissati gli elementi base, bisogna approfondire alcuni aspetti che possono aiutare a posizionarsi ancor più correttamente sul mercato. Ecco quali: individuare la nicchia di mercato, facendo ricerche sui potenziali clienti e le loro preferenze tramite social media, forum e conversazioni quotidiane; scoprire i prodotti di tendenza, cercando gli articoli più venduti sulle piattaforme di vendita online, o utilizzando strumenti come Google Trends e Algopix; soddisfare una necessità del mercato, assicurandosi che il prodotto o il servizio che si intende proporre risponda a un bisogno specifico della propria nicchia; seguire una passione personale o professionale, cercando prodotti in linea con i propri valori e convinzioni.

Ancora: basarsi sulle ricerche di parole chiave, usando strumenti Seo (acronimo inglese che sta per search engine optimization, cioè ottimizzazione per i motori di ricerca) come, ad esempio, Moz; considerare il proprio profitto, calcolando il potenziale di crescita e facendo una break-even analysis. L’analisi del break-even, o punto di pareggio, è uno dei modi più efficaci per ridurre il rischio imprenditoriale, soprattutto quando ci si accinge a lanciare una nuova attività; comprendere il ciclo di vita del prodotto, conoscendo il tempo che intercorre tra il lancio e l’invecchiamento del prodotto stesso.

Tipi di e-commerce

Il commercio elettronico prevede due tipologie: diretta o indiretta. La prima si riferisce alla vendita di beni immateriali come e-book, software o app, in forma sostanzialmente automatizzata: in questo caso l'intera operazione avviene online, senza che il venditore debba spedire alcun pacco, e può essere considerata terminata nel momento in cui avviene il pagamento; la seconda avviene per la prima parte tramite internet, con ordine iniziale ed eventuale pagamento anticipato, e successiva spedizione fisica del bene all'acquirente.

Iter burocratico

Come abbiamo visto per i negozi fisici, anche per il commercio online prima di “lanciarsi” ci sono alcuni imprescindibili aspetti burocratici di cui occuparsi:

Intanto, selezionare la forma giuridica più adatta alle proprie esigenze, fra ditta individuale, società a responsabilità limitata, società di persone o società per azioni; bisognerà poi trovare il codice Ateco per l’attività scelta, aprire una Partita Iva, iscriversi alla Camera di Commercio, completare e presentare la Scia (Segnalazione certificata di inizio attività), acquistare una casella di Posta elettronica certificata (Pec); ancora: aprire le posizioni fiscali e previdenziali, in base ai canali di vendita e alla presenza di personale. Le varie operazioni vengono svolte tramite la Comunicazione Unica, da inviare alla Camera di Commercio via Pec.

Attenzione: alcune tipologie di merce in vendita necessitano di requisiti professionali e legali. Ad esempio, per vendere alimentari è necessario ottenere le abilitazioni Sab e Haccp (la prima necessaria per avviare un'attività nel settore alimentare, la seconda si concentra sull'analisi dei rischi e il controllo igienico-sanitario), rispettando le normative del settore.

Se si sta aprendo una ditta individuale, non bisognerà intraprendere azioni formali per aprire un e-commerce, ma andranno richiesti tutte le licenze e i permessi relativi ad attività e luogo. Importante, a questo proposito, consultare il sito del Registro Imprese. Le imposte saranno stabilite e pagate su base regolare, inclusa quella sulle vendite per le transazioni online.

L’utilità di un business plan

Elaborare un business plan (o piano aziendale) efficace per il proprio e-commerce può aiutare a mettere a fuoco tutti gli elementi che andranno a comporre l’attività che si intende avviare. Elementi essenziali di un business plan efficace sono un riepilogo generale, la descrizione dell’attività, prodotti e servizi, un’analisi di mercato, un piano di marketing operativo, e ancora, gestione e organizzazione, previsioni finanziarie e un’appendice, cioè una sezione finale supplementare del piano aziendale, che fornisce documentazione aggiuntiva e conferma che il piano è corretto.

Commercializzazione e distribuzione

A questo punto bisogna considerare anche quali saranno le modalità di commercializzazione e distribuzione dei propri prodotti, come private label (prodotti a marchio, cioè commercializzati con il marchio del distributore, anziché con quello del produttore), white label (prodotto o servizio realizzato da un produttore che permette ad altre aziende di venderlo come loro), dropshipping, vendita all’ingrosso, servizi in abbonamento. Altri elementi chiave sono:

  • scegliere un nome per il negozio online e procurarsi un dominio: il consiglio è di pensare a un nome facile da ricordare, verificando che non sia già in uso con ricerche sui concorrenti e sui social media (sono diverse le piattaforme che forniscono questo servizio), e consultando il Registro Imprese. Per quanto riguarda il dominio, meglio scegliere un nome che corrisponda a quello del proprio negozio o attività.
  • collegare un fornitore di servizi di pagamento, offrendo più modalità, come carte di credito o debito, wallet digitali (come PayPal), bonifici bancari, o ancora pagamento di persona, Pos virtuale, "buy now, pay later" (tipo di finanziamento a breve termine, solitamente senza interessi, che consente di acquistare al momento e pagare in futuro) e Nft (cioè Non-Fungible Token, token digitali che permettono di verificare l’autenticità di un prodotto venduto su un sito di eCommerce);
  • scegliere tra diversi gateway di pagamento: si tratta di servizi commerciali effettuati da fornitori di servizi di applicazioni di e-commerce, che autorizzano l'elaborazione di pagamenti diretti o tramite carta di credito per e-business e rivenditori online;
  • predisporre le operazioni di spedizione e consegna, determinando se si vuole spedire a livello nazionale, internazionale o entrambi. Stabilire poi le politiche di spedizione, quali corrieri o fornitori di logistica si pensa di usare. In caso si effettui il dropshipping (vendere online senza tenere i prodotti in magazzino o gestire manualmente le spese di spedizione), per semplificare la gestione sarà preferibile usare piattaforme software di spedizione;
  • collaborare con un dropshipper: optando per questo sistema, si dovrà procedere scegliendo i prodotti dal catalogo del fornitore, inserendo tali prodotti nel proprio sito e fissando i prezzi; dopodiché, inoltrato l’ordine del cliente al fornitore ed effettuato il pagamento, il fornitore spedirà il prodotto direttamente al cliente.

Sito ad hoc per le vendite

Va da sé che un’attività di commercio online deve basarsi su un sito ben progettato, in grado di catturare attenzione e interesse dei potenziali clienti, e ottimizzato per le vendite. Fondamentale, dunque, progettare (affidandosi a un esperto, se non si è in grado di farlo da soli) un negozio online semplice da usare, con un template per l’e-commerce (anche qui, sono diverse le piattaforme che ne offrono di gradevoli ed efficaci), valutando bene la struttura del sito; altrettanto fondamentale spiegare chiaramente cosa si vende, non sottovalutare le descrizioni dei prodotti e usare immagini curate e mirate.

Se si vuole puntare anche sui canali social, bisognerà creare un profilo Instagram aziendale, creare una pagina Facebook con cui sincronizzare il negozio online, collegare Instagram a Facebook, richiedere l’abilitazione Instagram, taggare i prodotti e iniziare così a vendere. Tralasciando le vendite sporadiche che vanno trattate in modo differente, se si apre un negozio su Instagram in cui si intende vendere prodotti in modo sistematico e continuativo, c’è l’obbligo di possedere una Partita Iva.

L’importanza del marketing

Chi opera nel commercio, che sia diretto o online, sa che un buon piano marketing è decisamente importante. Fra i vari elementi da considerare per “portare” i clienti sul proprio negozio ci sono: sfruttare i social media, in modo da utilizzare anche i canali social per vendite e servizio clienti; mail marketing, creare cioè un indirizzo email aziendale e una mailing list, inviando regolarmente newsletter, promozioni, aggiornamenti aziendali e consigli sui prodotti; Seo: ottimizzare, come detto, il proprio sito per i motori di ricerca, curando i meta titoli e le meta descrizioni perché forniscano ai visitatori una rapida panoramica di ciò che riguarda la propria pagina.

Qualche cifra

Sulla base di informazioni raccolte presso alcune aziende con sede a Milano, Firenze e Novara, per un'attività di piccole-medie dimensioni, l'investimento iniziale, comprensivo del sito web, può variare, dai 10-20.000 ai 20-30.000 euro. In ogni caso, non è inferiore a 5.000 euro (inclusi testi e foto) per chi possiede già un negozio fisico, e può arrivare fino a 20.000 per chi non lo possiede e deve affittare un magazzino, a meno che non scelga il dropshipping. Utilizzando però piattaforme come Instagram e Facebook, i costi si riducono in maniera significativa. Si tenga presente che i prezzi per la realizzazione del sito possono aumentare a seconda della grafica scelta, dell'adozione di plugin e della pianificazione del marketing.

Quanto ai

ricavi, le vendite online possono raggiungere cifre anche molto elevate, soprattutto se si individua una buona nicchia. Le attività ben avviate riescono a rendere anche 500-1.000 euro al giorno.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica