Il Diplomatico e "The New Pope": i due nomi che aleggiano sul conclave

Il Conclave si avvicina e cresce il dibattito sul futuro Papa. Tra i nomi: Parolin, diplomatico esperto, e Bychok, giovane vescovo ucraino. Suggestioni, geopolitica e il peso della storia

Il Diplomatico e "The New Pope": i due nomi che aleggiano sul conclave
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Una parola bruttissima: Toto Papa. Appare quasi blasfemo utilizzare il prefisso Toto - che di norma si usa per il calcio o la politica - per inquadrare un evento sacro e straordinario come il conclave che eleggerà il successore di Francesco. Ma non siamo ipocriti: l'elezione del nuovo capo della cristianità mondiale sta attirando l'attenzione a tutti i livelli, dalle cancellerie internazionali alle discussioni sui social alimentate da ognuno di noi in base a sentimenti istintivi come simpatie, antipatie, idee politiche. Pronostici? Previsioni? Per carità, nessuno può sostituirsi ai disegni imperscrutabili dello Spirito Santo che illuminerà i 133 cardinali chiamati a riunirsi alla Cappella Sistina dopo il 5 maggio.

Due sensazioni. La prima è quella più scontata: Pietro Parolin. Tanti indizi portano al suo nome: è il segretario di Stato, era il braccio destro di Bergoglio, è italiano (l'ultimo connazionale eletto pontefice fu Albino Luciani, Giovanni Paolo I, 47 anni fa). Ma soprattutto. oltre ad essere un autorevole uomo di Chiesa, ha dedicato la sua vita a un'arte sopraffina: la diplomazia. La figura perfetta per mediare in un mondo dilaniato dai conflitti, dall'Ucraina invasa dalla Russia al Medioriente in fiamme.

La seconda idea è poco più di una suggestione, ma proprio per questo non meno intrigante. Segnatevi il nome di Mykola Bychok. Ucraino, 45 anni, è da poco arcivescovo di Melbourne, in Australia. Quindi, un ucraino per dare voce a una terra martire al centro di aspre contese militari e diplomatiche. E per di più un giovane -il più giovane dei cardinali- per gettare le basi di un lungo pontificato all'insegna della stabilità. Analogamente, nel 1978 il conclave fece una scelta sorprendente e coraggiosa con la scelta di Karol Wojtyla - Giovanni Paolo II - espressione della sofferenza della Polonia cattolica soffocata dal regime comunista di Mosca. Wojtyla, all'epoca 58 anni, potè gettare le basi di un magistero quasi trentennale che lo vide il primattore della disgregazione dell'Unione Sovietica.

Già, la dittatura della Russia, ieri come oggi. La carta Bychok sarebbe forte, così evocativa da rimandare persino alle profezie di Hollywood. Il gregge cattolico affidato a un pastore giovanissimo, quarantenne: il ritratto di "The Young Pope".

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