In vista di un matrimonio ci sono tante cose a cui pensare e tra queste c’è, sicuramente, quello di richiedere il congedo matrimoniale al proprio datore di lavoro, così da potersi godere anche il periodo immediatamente successivo alle nozze.
Per congedo matrimoniale, difatti, ci si riferisce ad un periodo retribuito di astensione dal lavoro a cui tutti i lavoratori dipendenti hanno diritto nel caso di matrimonio con validità civile.
La prima legge sul congedo matrimoniale nel nostro ordinamento italiano è del 1937 ma era rivolto ai soli impiegati prima della sua “estensione” del 1941. Con la legge Cirinnà del 2016 il diritto al permesso matrimoniale si è ulteriormente ampliato.
Ma come funziona e come si richiede il congedo matrimoniale? Entriamo un po’più nel dettaglio e vediamo quello che c’è da sapere.
Come funziona e quanto dura
Come scritto sopra, il congedo è un diritto dei lavoratori e anche coloro i quali abbiano in corso un contratto a tempo determinato possono accedere al congedo ma solo nel caso in cui questo permesso rientri nei termini contrattuali.
Discorso diverso per le persone disoccupate (per accedere all’assegno devo aver lavorato almeno 15 giorni nei 90 giorni precedenti il matrimonio) e per P.Iva, che non hanno diritto al congedo matrimoniale in quando sono loro stessi il proprio datore di lavoro ma alcune “casse” possono prevedere specifiche misure
Inoltre questo periodo, difatti, non viene concesso nei casi in cui:
- Il rapporto di lavoro sia iniziato da meno di una settimana o il lavoratore sia nel suo periodo di prova;
- Il lavoratore non sia residente in Italia;
- si tratti di matrimonio religioso senza validità civile.
Per quanto riguarda la decorrenza occorre sempre fare riferimento al Ccnl di riferimento ma, in linea di massima, può essere usufruito da 3 giorni antecedenti alle nozze ed entro i 30 giorni successivi alla data del matrimonio, per un periodo non frazionabile di 15 giorni consecutivi compresivi delle festività e dei giorni non lavorativi. Nulla osta che il datore di lavoro vada incontro a specifiche esigenze del lavoratore concordato misure differenti per usufruire del congedo.
Qualora si dovesse rientrare prima della fine del termine del congedo (sia che si tratti di motivazioni personali o di esigenze di servizio) l’azienda è tenuta a riconoscere una retribuzione aggiuntiva per ogni giorno fino allo scadere del 15° giorno dal matrimonio.
Come richiederlo e chi paga
il lavoratore deve fare richiesta scritta al datore di lavoro almeno 6 giorni prima del periodo di congedo e comunque 10 giorni prima della data del matrimoni; inoltre, entro i successivi 60 giorni andrà presentato il certificato di matrimonio.
Durante il periodo del congedo matrimoniale si ha diritto alla piena retribuzione e di norma è l’azienda a pagare, salvo che si tratti di lavoratori con mansione di operai e per i dipendenti di aziende di comparti dell’industri, artigiane e cooperative in cui l’assegno è coperto per 7 giorni
dall’Inps e per i restanti 8 dall’azienda.Infine occorre ricordarsi che l’assegno matrimoniale è utile ai fini del calcolo del TFR ed è valida sia per la maturazione delle ferie che per la tredicesima mensilità
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.