Spesa, occhio a questi prodotti: arriva un inverno di aumenti | I calcoli

Il rallentamento dell’inflazione potrebbe non bastare a frenare gli aumenti dei prezzi, dagli alimentari alle assicurazioni, passando per gas e luce. Le stime fino a fine anno

Spesa, occhio a questi prodotti: arriva un inverno di aumenti | I calcoli

Nonostante gli ultimi dati relativi al rallentamento dell'inflazione, l’ondata di rincari sui principali beni di consumo, compresi quelli di prima necessità, cui assistiamo ormai da mesi, sembra destinata a proseguire. Secondo quanto rileva Assoutenti, gli italiani vanno incontro a una stangata da 1.600 euro complessivi a famiglia. I soli prodotti alimentari, nel loro insieme, costano il 10,7% in più rispetto allo scorso anno; tendenza, questa, che se confermata, porterebbe la spesa per cibi e bevande di una famiglia tipo a crescere da qui a fine anno di 205 euro in più rispetto allo stesso periodo del 2022.

Presto per capire se e quale effetto stia sortendo il patto anti-inflazione, iniziativa avviata dal Governo lo scorso primo ottobre a seguito di accordi con negozianti e grande distribuzione organizzata, per offrire fino al 31 dicembre un paniere di prodotti a prezzi ribassati o calmierati. Per capire cosa ci aspetta, proviamo a esaminare più nel dettaglio gli aumenti dei singoli prodotti, non prima di aver tracciato un quadro generale.

L’inflazione rallenta, basterà?

Stando alle stime preliminari dell’Istat, l’inflazione ad ottobre farebbe registrare un netto calo, scendendo a +1,8%. Dato ben diverso dal +5,3% di settembre, con 0,1 punti in meno rispetto ad agosto, mentre l’indice nazionale dei prezzi al consumo, al lordo dei tabacchi, aveva fatto registrare un aumento dello 0,2% su base mensile e del 5,3% su base annua (+5,4% a settembre 2022).

La decelerazione del tasso di inflazione sarebbe da attribuirsi al rallentamento su base tendenziale dei prezzi degli alimentari non lavorati, di quelli lavorati, dei beni durevoli e, in misura minore, dei beni non durevoli e semidurevoli, oltre che dei servizi relativi all’abitazione. Inversione di tendenza, almeno per ottobre, per i prezzi degli energetici, se rapportati al 2022; quelli non regolamentati, cioè i carburanti per gli autoveicoli e parte di quelli a uso domestico, in particolare del mercato libero, erano saliti a settembre da +5,7% a +7,6%. L’inflazione acquisita per il 2023 resta comunque pari a +5,7%. Qualche ripercussione positiva si intravede per i beni alimentari, ma per vedere scendere i prezzi nel nostro carrello della spesa (salvo qualche eccezione), dovremo aspettare, sempre che ciò avvenga.

Altri fattori che “pesano” sul carrello

A pesare sul carrello della spesa anche fattori come il già citato andamento dei carburanti, la crisi energetica e la guerra in Ucraina (anche se la tendenza all'aumento era già in atto), cui, in prospettiva, dovremo aggiungere anche il nuovo conflitto in Medio Oriente, con conseguenti ripercussioni sul trasporto dei beni di prima necessità, delle materie prime, ma anche, banalmente, degli imballaggi; non solo: anche i cambiamenti climatici, come le forti siccità registrate nel 2022 e fino a inizio estate 2023, cui hanno fatto seguito le emergenze legate alle inondazioni in Emilia Romagna e territori limitrofi, cuore pulsante dell’agroalimentare italiano, hanno fatto la loro parte. Né si possono escludere del tutto tentativi speculativi, che vanno ad insinuarsi tra un’emergenza e un’altra.

Che cosa dobbiamo aspettarci

Esaminato il contesto, vediamo quali sono i prodotti per cui dovremo attenderci i maggiori aumenti.

Tra i balzi più rilevanti segnalati da Assoutenti, quello dell’olio di oliva e prodotti per la cui conservazione viene utilizzato, come il tonno; in salita anche birra, prodotti realizzati con grano d’importazione e prodotti per l’infanzia. Più caro, per chi potrà permetterselo, anche andare al ristorante e consumare nei bar: in questo comparto, l'aggravio di spesa per famiglia sarà di circa 28 euro in più da qui a 4 mesi.

Ancora: secondo il Rapporto Coop 2023 (riportato da Ilfattoalimentare.it) in Italia i prezzi dei prodotti alimentari e delle bevande analcoliche in due anni sono aumentati del 21,3%, con previsioni di crescita per il 2024 di un ulteriore 4%. Nei primi sei mesi del 2023 i rincari maggiori si sono registrati nei reparti pet care e freddo (+17%), seguiti da ortofrutta (+14%) e drogheria (+13,6%). Dati che però non rendono appieno la situazione reale, dal momento che, oltre all’aumento dei prezzi, va considerata l’incidenza della “sgrammatura”, il fenomeno sempre più diffuso della riduzione del volume o del peso di un prodotto, venduto però allo stesso prezzo di prima.

A completare il quadro, arrivano i dati diffusi da Altroconsumo (su base Circana.it), relativi ai prezzi di ottobre di 10 categorie di prodotti alimentari tra i beni ad alta frequenza di acquisto. In calo rispetto a luglio olio di semi di girasole (-2.1%), zucchero (-1%) e banane (-1.1%), invariato il prezzo del latte a lunga conservazione. Aumentano ancora, invece, farina di grano tenero (+0.7%), passata di pomodoro (+1.1%), caffè in polvere (+2%) e soprattutto pasta (+3.8%) e olio extravergine di oliva (+5.4%). Alle stelle il prezzo delle zucchine (+17%) che però risente del “fattore stagionalità”.

In generale, si registra un aumento dei prezzi del 36% rispetto al 2021 e del 78% rispetto al 2019. Se, dunque, guardando al mese scorso si riscontra qualche miglioramento e l’inflazione sembra rallentare, seppure gradualmente, la situazione resta comunque difficile. Prendendo ancora il 2019 come termine di paragone, tutti i prodotti sono aumentati, e di molto: zucchero e olio extravergine di oliva rispettivamente del 78 e 74%, così come farina (+46%), pasta (+42%), passata di pomodoro (+44%), olio di semi di girasole (+43%), zucchine (+44%). Meno pesanti, seppure relativamente, gli aumenti di caffè (+18%) e banane (+6%).

Non solo alimentari

Dopo aver visto gli aumenti relativi ai beni alimentari, cerchiamo di capire qual è la tendenza per altri beni primari.

Scuola e libri scolastici: ad aprire la nuova stagione degli aumenti sono state le spese per il materiale scolastico, con un incremento medio per i prodotti di cartoleria del 9,2% su base annua, a causa dei rincari delle materie prime e dei maggiori costi di produzione, che si è tradotto in circa 50 euro in più rispetto al 2022 per l’acquisto di diari, zaini, astucci, penne, quaderni, etc. A questo si sono aggiunti i rincari per i libri di testo (+45 euro). Comprendendo tutte le voci, si arriva ad un aggravio totale pari a 95 euro in più a studente.

Carburanti: se, come sottolinea Assoutenti, i prezzi alla pompa dovessero mantenersi ai livelli attuali, considerando due pieni al mese a famiglia, la spesa per i rifornimenti crescerebbe nell’ultimo quadrimestre dell’anno di 103 euro circa per nucleo, rispetto a quanto speso negli stessi 4 mesi del 2022.

Bollette: pur lontano dai picchi del 2022, il mercato del gas tende comunque al rialzo e, nonostante gli aiuti contro il caro-energia in favore delle famiglie meno abbienti siano stati rinnovati dal Governo fino a fine anno, per chi non potrà usufruirne lo scenario vede questa risorsa in aumento: secondo Arera (Autorità di regolazione per energia reti e ambiente), dopo l’incremento del 2,3% registrato a settembre, a ottobre il costo del gas subisce un ulteriore rincaro del 4,8%, a conferma dei trend previsti per la stagione autunno-inverno. Anche la bolletta della luce nei prossimi tre mesi sarà più cara del 18,6% rispetto al trimestre luglio-settembre.

Assicurazioni: nei prossimi mesi ci sarà anche da fare i conti con i rincari delle assicurazioni: Aiped, l'Associazione Italiana Periti Estimatori Danni, indica aumenti per i costi per le polizze connesse alle abitazioni nell'ordine del 9,1% annuo, mentre l'Rc auto è in salita del 3,3% rispetto allo stesso periodo del 2022, percentuale che fa lievitare la tariffa media a 374 euro a polizza.

Mutui: anche se si spera in una “tregua”, gli aumenti dei tassi delle Bce potrebbero proseguire. Supponendo che nelle prossime riunioni si decida un ritocco dello 0,25%, la spesa per le rate mensili del periodo settembre-dicembre risulterebbe più cara, rispetto al 2022, di circa 1.170 euro.

L’Euribor (il tasso di interesse medio delle transazioni finanziarie in euro tra le principali banche europee) a 3 mesi ha rallentato nelle ultime settimane la sua salita, ma da qui alla fine dell’anno dovrebbe continuare a crescere, raggiungendo il picco tra novembre e dicembre.

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