Da Cms in mostra i volti dell'Africa

L'esposizione è più ampia mai realizzata dall'antico al contemporaneo

Andrea Farinacci

La più ampia esposizione sull'arte africana mai organizzata in Italia. Dal 29 marzo all'8 settembre il Museo civico archeologico di Bologna ospiterà la mostra Ex Africa. Storie e identità di un'arte universale, prodotta da Cms.Cultura e curata da Ezio Bassani e Gigi Pezzoli, con il contributo di studiosi italiani e stranieri. Patrocinata dall'Onu e dal ministero degli Esteri e dei Beni culturali, la rassegna scruterà in maniera particolareggiata l'arte del Continente nero, dalle culture antiche fino alla produzione degli artisti contemporanei.

L'esposizione segue un percorso diviso in nove sezioni. La prima, intitolata Semplicemente Arte, tratta della qualità estetica espressa in opere di grande e di piccola dimensione. Lo spazio Un'arte antica presenta il «caso Mande», arte millenaria del Mali attraverso antiche opere in terracotta e legno di Djenné, dei Soninke, dei Tellem e dei Dogon. Il più importante patrimonio di statuaria del medioevo africano, databile a partire dall'XI secolo e secondo per antichità solo a quello dell'Egitto classico, proviene da una zona dal fascino senza tempo: il delta interno del Niger. L'esposizione Un'arte di corte, il Benin presenta una selezione di sculture e bassorilievi, prevalentemente in bronzo, opere di artisti sapienti. Nella sezione Mostra di Scultura Negra, Venezia 1922 viene riproposta la prima pionieristica esposizione di arte africana in Italia tenuta a Venezia il 4 maggio 1922. Nello spazio XX secolo: l'Europa guarda l'Africa si dà conto del dialogo tra la cultura artistica occidentale e quella visiva africana, la cosiddetta Art Nègre, che ispirò i Fauves e i Cubisti a Parigi e gli Espressionisti a Berlino e a Dresda. L'ultima sezione, Arte africana contemporanea, presenta opere d'arte contemporanee, incentrate su temi quali la tutela dell'ambiente o la sicurezza.

Di particolare rilevanza in mostra l'arazzo di El Anatsui (in prestito dai Musei Vaticani) realizzato con materiali di recupero, plastiche e tappi di lattine raccolte sulle spiagge africane. Suggestiva l'installazione dell'artista Takadiwa Moffat che crea imponenti opere, partendo anch'egli da materiali di scarto.

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