A ntonio Conte è un figlio del Salento, conosce il sole, il mare e il vento. Non dovrebbe soffrire ad allenare una squadra di football, come ha già dimostrato. Ma la Juventus non è soltanto una squadra. Per Conte è la squadra: sole, mare e vento. Della Juventus Antonio Conte è stato il capitano, in un periodo d'oro per il club con il quale conquistò cinque scudetti, una coppa dei campioni, una coppa Uefa, una supercoppa europea, una coppa intercontinentale, una intertoto, una coppa Italia e quattro supercoppe italiane. A Torino lo portò Boniperti dopo la comica stagione di Montezemolo, assai simile, nell'epilogo, a quella appena conclusasi, senza tuttavia il licenziamento dei responsabili come provvide Gianni Agnelli, senza badare a casati e parentele.
Oggi Conte ritorna, voluto da Andrea Agnelli che di quel periodo porta la memoria e il cognome della famiglia. Nella mezzora scarsa di conferenza stampa Conte ha ringraziato tutti, il presidente, il "direttore", i tifosi, i giornalisti ma non ha mai citato direttamente (ha detto "la proprietà") John Giacobbe Elkann che è il padrone, il quale, nello stesso momento in cui il nuovo allenatore bianconero illustrava, con molta emozione, il proprio lavoro, veniva ricevuto a Palazzo Chigi da Silvio Berlusconi. Non è un dettaglio ma lo stato dell'essere juventino: vive di speranza, sogna di ripristinare il passato dopo averne disprezzato e denunciato una fetta, non può e non sa conoscere il futuro. Conte è il quarantacinquesimo allenatore della storia centenaria del club ma segnalo ai contemporanei che, negli ultimi cinque anni, la nuova proprietà ha bruciato sei professionisti, a conferma della totale incapacità di gestione e di programmazione. Antonio Conte è una speranza ma non è lui il problema. La Juventus che propaganda cento acquisti deve innanzitutto liberarsi dei prodotti scaduti e in scadenza. È qui che si manifesta, come sosteneva Boniperti, la vera perizia di un dirigente, non nelle chiacchiere vuote e nell'uso del portafoglio altrui. L'incarico di amministratore delegato conferito ad Aldo Mazzia è un lucchetto alle sciagurate operazioni che hanno collassato il bilancio e i cui responsabili sono ancora tutti a libro paga del club. Conte avrà il compito di essere allenatore e bandiera, nessuno come lui sa che cosa significhi essere juventino.
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