Chissà se Gore Vidal, campione della gauche-caviar e dei lobster liberals, raggiungerà questo weekend i suoi amici americani che si riuniscono a Chicago per dimostrare che le Torri Gemelle sono state abbattute l'11 settembre da un complotto della Cia, oppure si ricongiungerà con l'allegra brigata dei complottomani italiani, emuli dei loro cugini americani nel sostenere che l'America mente anche oggi come ha spesso fatto nella sua storia.
È illuminante andare a vedere chi sono i firmatari della lettera preparata da Giulietto Chiesa per smantellare, finalmente, le bugie americane sull'11 settembre e contribuire decisamente a «salvare la democrazia e la pace che corre un grave pericolo fino a che non si riuscirà a fare luce sulle responsabilità con cui gli attentati terroristici dell'11 settembre furono compiuti». Il promotore dell'iniziativa, l'onorevole Chiesa appunto, prima di essere eurodeputato con Tonino Di Pietro, ha a lungo praticato da corrispondente dell'Unità l'Unione Sovietica e le sue strutture di potere, il Pcus e il Kgb, dove ha rifinito quella particolare cultura che gli fa pensare che dietro ogni avvenimento c'è il complotto di un servizio segreto. Insieme a lui non poteva mancare Gianni Minà, noto internazionalmente per l'appassionata esaltazione del dittatore Fidel Castro, che così si era guadagnato la candidatura a ministro della Repubblica italiana, in quota del Partito dei comunisti italiani di quel Diliberto distintosi per avere dichiarato che le mani di Bush grondano di sangue.
Ma i due campioni del comunismo cubano non sono stati lasciati soli. Sono stati raggiunti dal professore Franco Cardini, singolare replicante dello sdoppiato Doctor Jekyll e Mister Hyde. Per un verso si presenta nei circoli accademici come un serioso storico dell'Islam, e per un altro accusa con rara tenacia le nefandezze dell'Occidente, in specie dell'America e di Israele, al punto tale da non esitare ad accompagnarsi spesso e volentieri, lui ultrà clericofascista, con i picchiatori no-global con i quali vorrebbe fare un partito. Ma non finisce qui la formazione che è stata innalzata al blog di Beppe Grillo.
Essa gode della solidarietà di Oliviero Beha, un amico irregolare a tutto tondo e quindi degno della massima simpatia, a cui prudenza avrebbe però consigliato di restare sul terreno nazionale invece che slanciarsi negli intrighi internazionali di cui forse ha minore conoscenza rispetto agli imbrogli del pallone di cui è sicuramente maestro. E, ancora, tra i candidati a salvare dalla perdizione i bravi americani, spiccano per acutezza Roberto Morrione, direttore uscente di Rai news24, e il suo fedele braccio destro Sigfrido Ranucci, i quali sono recentemente assorti a notorietà per avere ideato e trasmesso dal servizio pubblico uno pseudo-documentario sulle nefandezze dei marines, ritenuto falsificato dalla stessa stampa americana come il New Yok Times e dallo stesso testimone-reduce dall'Irak, chiamati a testimoniare della veridicità dei documenti. Chiude l'elenco dei redentori dell'America la scrittrice Lidia Ravera che, dedicandosi alla sobria scrittura fin dalla giovane età quando pubblicò Porci con le ali, scrive oggi fantasiosi romanzi per i quali cerca ispirazione nel megacomplotto dell'11 settembre.
Se questi sono i protagonisti, ci si deve chiedere che cos'è che accomuna tanti e tali ingegni creativi. Dietro la visione dell'11 settembre come un grande complotto della Cia e dell'internazionale ebraica, c'è l'idea populista che il mondo è mosso da poche persone, potentissime, ricchissime e sommamente malvagie che fanno la storia a proprio vantaggio, ordendo a più non posso cospirazioni sulla testa dei poveri cittadini del mondo. Gli studiosi indicano che questa vera e propria malattia psicologica ha il suo profeta nel gesuita Augustin Barruel che, ai tempi della rivoluzione francese, lanciò la «teoria del complotto». È del resto ben noto che all'inizio del Novecento la polizia zarista antisemita, precorritrice degli attuali anti-israeliani, confezionò il famoso falso de Il protocollo dei Savi di Sion per scatenare il pogrom contro gli ebrei, allo stesso modo in cui oggi si vuole scatenare il pogrom contro gli americani e gli israeliani.
L'antiamericanismo accoppiato all'anti-israelismo (interfaccia dell'antisemitismo) è l'altro pilastro che coagula i complottomani i quali, al di là e al di qua dell'Atlantico, cercano di rilanciare l'interpretazione dell'11 settembre come cospirazione della Cia sulla scorta delle fantasie di un miliardario americano che tempo fa girava il mondo per smascherare Bush.
Il gioviale tycoon che aveva trovato il modo di impiegare le sue copiose finanze, giunse anche in Italia sponsorizzato da un giornalista dalle impenitenti idee clericofasciste, Maurizio Blondet, autore di libri come 11 settembre: colpo di Stato in Usa e Chi comanda in America, secondo il quale «tutte le associazioni massoniche devono alla Cabala ebraica i propri simboli e i propri segreti». Le sue opere, che sono forse pregevoli nella bibliografia del complottismo, non hanno però trovato molto apprezzamento dal pubblico italiano.
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