Confalonieri: «Tv commerciale motore della vera democrazia»

RomaLa televisione commerciale come motore di una democrazia in un Paese ingessato dai monopoli. E chi lo può certificare meglio di Fedele Confalonieri, presidente Mediaset, colui che nel 1978 fece del biscione un toccasana, mise il silenziatore al monoscopio del fine programmi Rai e introdusse la 24 ore televisiva? Confafalonieri è stato ospite ieri dell’annuale conferenza di Magna Carta, l’associazione animata da Gaetano Quaglieriello la cui vetrina è il brillante quotidiano on-line l’Occidentale. L’Italia, si sa, è un Paese di monopoli. Ce ne sono alcuni felicemente imbattibili come la pastasciutta, altri duri a morire. Tra questi c’era la Rai tv. Doveva educare gli italiani, finiva spesso per indirizzare le coscienze. Confalonieri riepiloga un pezzo di storia italiana a colori. «La nascita della tv commerciale è stata la prima grande liberalizzazione realizzata in Italia e la Rai è il primo monopolio pubblico che si è trovato, improvvisamente, ad affrontare la concorrenza privata. Ciò è avvenuto grazie a un impulso dal basso, con l’azione di centinaia di soggetti (radio comprese) che d’improvviso hanno cominciato a trasmettere». Impulso fragile, disordinato, destinato a disperdersi. «Ma chi - ricorda - ha saputo dare a questa energia una quadratura industriale, trasformandola in una componente duratura dell’imprenditoria italiana è stato solo Silvio Berlusconi. Gli dobbiamo molto». Per il pioniere la tv commerciale è ancora il futuro.

«Una storia densa di eventi che ha contribuito a modellare, in misura inaspettata, anche attraverso i contrasti suscitati, la forma del sistema politico negli ultimi vent’anni, creando una vera democrazia». E non sembra una cosa da poco.

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