Il consiglio utile

T empo addietro il termine «epilessia» era sinonimo di terrore. Malattia nota fin dall'antichità, chi ne soffriva era avvicinato con diffidenza, perché l'ignoranza e il mistero nel quale erano avvolte le crisi, inducevano a credere che fossero causate dalla maledizione degli dei, o dalla possessione di demoni e che infine fosse contagiosa.

Per fortuna, da diversi decenni sappiamo che si tratta di una malattia molto variegata e complessa provocata da una sorta di cortocircuito cerebrale che provoca gli attacchi senza l'intervento di demoni o spiriti sovrannaturali in vena di punizioni , ma soprattutto sappiamo che non è per nulla contagiosa e che, nella stragrande maggioranza dei casi, è curabile consentendo al paziente una vita normale.

Anche cani e gatti possono soffrire di epilessia o, per meglio dire, di crisi convulsive. Infatti alla diagnosi di vera e propria epilessia si arriva per esclusione e con esami ormai di routine anche per gli animali, quali la risonanza magnetica e l'elettroencefalogramma. Un esempio banale è quello della febbre altissima che può causare, sia nei bambini che nel cane, attacchi convulsivi che simulano l'epilessia ma non hanno nulla a che fare con essa.

Nel cane l'epilessia compare spesso in forma ereditaria e vi sono razze più inclini a soffrirne rispetto ad altre. Tra queste il pastore tedesco, il cocker spaniel, il san bernardo, il beagle, il bassotto, il golden retriever, gli schnauzer e il basset hound.

Se si possiede un esemplare di queste razze può valere la pena seguire alcuni consigli, nel malaugurato caso capiti un episodio convulsivo al qale si è presenti. Un tempo si diceva di tenere ferma la lingua: non inserite mai le dita in bocca all'animale. Potrebbe ferirvi in modo serio e del tutto inconsciamente. Di solito la crisi dura pochi secondi e non vi dà neanche il tempo di fare qualcosa, ma se dovesse protrarsi più a lungo, mettete un cuscino morbido sotto la testa perché, sbattendola, non si faccia male.

Potreste poi tenere in casa, per simili eventualità, una scatola di Diazepam (Valium) intrarettale: si tratta di siringhe già predisposte il cui contenuto va infilato nel retto come fosse un clisterino, avendo cura di tenere il corpo leggermente sollevato dal di dietro in avanti. Per i dosaggi chiedere al veterinario perché variano a seconda del peso del cane.

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