Roma - Alfonso Quaranta è il nuovo presidente della Corte Costituzionale. Il suo nome è stato votato da dieci giudici costituzionali riuniti nella camera di consiglio al Palazzo della Consulta, tre sono state le schede bianche mentre il giudice Saulle era assente giustificata. Magistrato del Consiglio di Stato, giudice costituzionale dal 27 gennaio 2004, 75 anni, napoletano, Quaranta è stato scelto come giudice costituzionale dal Consiglio di Stato nel dicembre del 2003 e lascerà la Corte il 27 gennaio del 2013. Il neo eletto presidente della Consulta ha alle spalle una lunga carriera nella giustizia amministrativa e diversi incarichi di collaborazione governativa, specialmente negli esecutivi della Prima Repubblica (tra il 1970 e il 1993 è stato più volte capo dell’ufficio legislativo e capo di gabinetto dell’ex ministro dc Remo Gaspari). Dal 1977 al 1981 ha ricoperto l’incarico di Segretario generale del Consiglio di Stato; dal 1982 al 2004 è stato componente della Commissione tributaria centrale.
Curriculum Ha ricoperto anche l’incarico presidente della Consulta giuridica delle Poste italiane e componente del Comitato etico dell’Autorità garante delle telecomunicazioni. Ritenuto più gradito al centrodestra, già lo scorso dicembre Quaranta aveva fatto traballare l’elezione di De Siervo per un solo voto di scarto. Nei giorni scorsi Maddalena, indicato come cattolico di area vicina al centrosinistra, ha fatto un passo indietro nella corsa alla presidenza inviando una lettera ai colleghi giudici con il dichiarato scopo di evitare "imbarazzi" e di rasserenare il clima della Corte. Già domani, sotto la presidenza Quaranta, la Corte dovrà prendere un’importante decisione: se ammettere o meno il nuovo quesito referendario sul nucleare così come riformulato dalla Cassazione nei giorni scorsi.
"La corte non può bloccare il referendum" E proprio sul nucleare il neo presidente ha dichiarato ai giornalisti che "personalmente ritengo che non sia nei poteri della Corte bloccare il referendum" sul nucleare. "Per la decisione - ha aggiunto - occorre attendere domani. La Corte deciderà con rapidità".
"Inopportune interferenze esterne" Il nuovo presidente della Corte Costituzionale non ha gradito il dibattito che si è sviluppato alla vigilia della sua elezione, fondato sul significato politico della scelta dei giudici costituzionali: "Ritengo - ha affermato nel corso della conferenza stampa che è seguita alla sua nomina - che ci siano state inopportune interferenze esterne. Questa mia elezione fa giustizia di ogni illazione, che mi auguro cessi, circa una presunta politicizzazione della Corte, ritengo che ogni dubbio sia fugato al riguardo".
"La Corte agisce nell'ambito della sua autonomia, dall'esterno può accadere che ci siano pressioni che io giudico inopportune", ha aggiunto Quaranta che poi ha dichiarato: "La Corte costituzionale opererà nel pieno rispetto della sua collegialità, indipendenza, terzietà e imparzialità. Criteri che l'hanno sempre guidata e che sempre la guideranno".
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