Controllori e sfilate ai seggi Sostituiti duemila scrutatori

«Capitano, missione compiuta?». «Se, se, tuttapposto».
È stata una mattinata complessa quella di ieri in città. Sono stati cambiati 1.948 scrutatori su 5.116, l’affluenza dei votanti è alta e la stragrande maggioranza ha più di 50 anni. Tuttavia, intorno alle 11.30, al seggio di via Morosini (zona Monforte) a dare nell’occhio non è l’età media di chi si reca alle urne, bensì l’anzianotto dallo sguardo vigile appostato davanti alla scuola che ospita la sede elettorale. Ha un accento spiccatamente partenopeo, il giubbino sportivo con la zip è aperto sulla pancia coperta a stento da una polo e l’aria stampata in viso è finta-rilassata perché l’occhio è vispo assai. Ogni tanto viene avvicinato da un paio di coetanei che gli fanno cenni d’assenso con il capo e stirano le labbra in sorrisi complici e che poi si allontanano in diverse direzioni sul marciapiede per andare a stringere mani ad anonimi coetanei desiderosi di salutarli. Quando dal seggio esce qualcuno che conosce, l’uomo-vedetta lo apostrofa subito con frasi del tipo: «Hai fatto il tuo dovere? Mi raccomando. Ci siamo capiti, eh?» e gli strizza l’occhio sornione. L’altro, solo o in compagnia, risponde con espressioni del genere: «Nontippreoccupare. La situazione è sotto controllo. E tu? Non voti?». «Aspetto un po’. CCippenso ancora» risponde il «controllore» fingendo indecisione. E qui partono risate grasse, nuove strette di mano e abbracci. E così via di seguito per tutta la mattina e il primo pomeriggio, in un clima poco elettorale, ma piuttosto simile a quello di certi film italoamericani dove c’erano proposte che «non si potevano rifiutare».
Identico siparietto davanti al seggio di via Andrea Costa, zona Loreto. Anche lì quasi nonni in odore di pensione, sguardo sveglio e stretta di mano pronta, ammiccano a uomini della loro età e della loro provenienza geografica davanti al seggio. Espressioni come «amico», «compare» e «fratello» si sprecano. Una signora impeccabile li fissa e, arricciando le labbra, chiede alla badante: «Ma chi sono quelli lì?». «Non lo so» risponde sbrigativa la donna dell’Est trascinando via la signora nel timore che vada a chiederglielo lei stessa.
Altro clima in via De Filippi. Dove i compari non ci sono, ma la volontà d’istruire sul voto non manca. La famigliola al completo ha due figli maschi gemelli che si recano alle urne per la prima volta. «Allora, ci siamo capiti - ricorda il padre richiamando la prole davanti al seggio, prima di entrare -. Le croci, i nomi...Ve lo ricordate quello che vi ho spiegato?». Un carabiniere cerca di spiegare a un uomo che non può entrare nella scuola a distribuire volantini. L’altro vorrebbe replicare chissà cosa, ma, prima di andarsene ripiega su un innocuo «E buonanotte!».
Ore 14.

45, seggio di via della Spiga. Sono 11 le borse modello Kelly griffate Hermès che entrano strette tra le mani di altrettante votanti nel giro di 25 minuti. Una ogni due minuti. Sarà il seggio più glamour? Ça va sans dire.

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