da Roma
Raccontano, al Csm, che l’audizione di Clementina Forleo ha avuto dello psicodramma. Lacrime, fortissime tensioni, uno stop and go. Psicodramma in due atti, quello di martedì sera. Nel primo, il gip di Milano avrebbe in parte fatto marcia indietro sulla denuncia di intimidazioni istituzionali per le indagini sulle scalate bancarie che hanno coinvolto due leader Ds, accusando i mass media di aver ingigantito le sue frasi. Il secondo, il cui ha vuotato il sacco sui due episodi che più l’hanno fatta sentire sotto pressione, a rischio. Isolata e sola per aver toccato i potenti.
Alla Prima commissione del Csm, secondo indiscrezioni, la Forleo avrebbe confermato che l’amico Ferdinando Imposimato le ha riferito dopo l’estate che venivano fatte pressioni sul Pg della Cassazione Mario Delli Priscoli, perché aprisse un procedimento disciplinare su di lei. Pur aggiungendo che, trattandosi di una «brava persona», probabilmente non avrebbe ceduto. Era settembre e il magistrato era da settimane sotto attacco per la richiesta alla Giunta per le autorizzazioni di utilizzo di intercettazioni di 6 parlamentari, compresi Massimo D’Alema e Piero Fassino, nell’inchiesta Unipol-Bnl. Soprattutto, perché nelle ordinanze scriveva che da esse emergevano «complicità» di parlamentari non indagati.
L’altro fatto che l’avrebbe in qualche modo intimidita sarebbe stato un colloquio con il Pg di Milano, Mario Blandini. Le avrebbe consigliato prudenza sulle intercettazioni, riferendole delle preoccupazioni di D’Alema che fossero diffuse alcune sue frasi «lesive dell’onorabilità» di Fassino. In pratica, le avrebbe raccomandato di depositare, secondo la legge, solo trascrizioni penalmente rilevanti per le inchieste. Non i commenti poco lusinghieri che il leader dei Ds avrebbe fatto sul segretario della Quercia.
Sono queste vere pressioni da parte delle istituzioni, reali intimidazioni sul gip? Dovranno giudicarlo gli organi competenti, compreso il Csm che oggi si riunirà ancora sulla vicenda, ma certo sembra proprio che la Forleo le abbia vissute come tali. E che abbiano messo a dura prova i suoi nervi, insieme ad altri episodi e alle minacce ricevute, con tanto di proiettile.
Sono state molto sofferte le dichiarazioni al Csm del gip. Tre ore e mezza, in cui lei «sembrava un fiume in piena», dice un consigliere. «Logorroica e molto provata, estremamente tesa», la descrive un altro. «Forse, un po’ spaventata per non aver ben valutato le consegue di suoi atti e dichiarazioni anche in tv», commenta un terzo.
Nella prima fase dell’audizione la Forleo si sarebbe difesa soprattutto dalle critiche per le sue esternazioni ad AnnoZero, rivendicando il diritto di partecipare alla trasmissione di Santoro, come altri colleghi e avrebbe citato Antonio Ingroia. Oltre al giurista Vittorio Grevi che, ad AnnoZero, ha parlato di «poteri occulti nella magistratura». Certe sue frasi sarebbero state enfatizzate e a volte travisate da giornali e tv. Poi, un lungo sfogo sullo scontro con i carabinieri di Brindisi per vicende personali, dopo la morte dei genitori in un incidente stradale, le lamentele per la lentezza delle indagini, il rifiuto della scorta. Ma la Forleo avrebbe anche denunciato l’«isolamento» in cui si è trovata dopo gli attacchi di D’Alema e Guido Calvi sulla sua richiesta per l’utilizzo delle intercettazioni. Soprattutto, perché l’Anm non l’ha difesa.
Ad un certo punto, però, qualcosa si è rotto dentro di lei e l’audizione è stata sospesa. La Forleo, pressata dalle domande dei consiglieri che volevano nomi e circostanze più precise su eventuali intimidazioni subite, ha avuto bisogno di un break per recuperare la calma e decidere come proseguire. Si è allontanata dalla sala e si è consultata con qualcuno per telefono, probabilmente il suo avvocato Giulia Bongiorno.
Quando è tornata è apparsa più serena e determinata.
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