Cosa succede a chi si prenota

Possibile conservare soltanto la testa così da garantire la sopravvivenza del cervello

Nino Materi

Ho chiesto informazioni dettagliate e le ho ricevute. Ora mi sono messo in «lista d’attesa». Una «pausa di riflessione» che - spero - si riveli la più lunga possibile. Ma una cosa l’ho già capita: l’azienda Alcor di Scottsdale (Arizona) è una cosa seria e le sue «offerte» sono quasi alla portata di tutti. Certo, per apprezzarle bisogna essere seriamente interessati al «prodotto» che, in questo caso, può realisticamente definirsi «da brivido»: parliamo infatti di ibernazione.
Roba da fantascienza? Assolutamente no, e per trovarne conferma basta collegarsi al sito www.alcor.org, dove degli esperti virtuali vi porteranno per mano (non meravigliatevi se «stringendola» la troverete un po’ fredda, ma qui tutto è a base di ghiaccio tritato e spray refrigeranti) nel paradiso del congelamento.
Partiamo dalla regola fondamentale che consente di usufruire dei servizi Alcor, l’iscrizione alla Fondazione: la somma di 518 euro all’anno non sarà proprio una bazzecola, ma comunque è molto inferiore alla quota richiesta da molti «circoli esclusivi» frequentati da Nord a Sud dalla cosiddetta «bella gente»; con la differenza che nel ristretto «Club Alcor» i soci effettivi non sono rappresentati da Vip in vita, ma da Vip morti. Un esempio? Il mito del baseball americano Ted Williams, deceduto nel luglio 2002 a 83 anni e subito ibernato alla Alcor.
Ma torniamo al «listino prezzi» proposto da questa azienda unica al mondo nella sua specialità: «Mantenere tutti i pazienti in stato di crioconservazione fino a quando ciascuno di loro potrà essere riparato o riportato in vita». Un’impegno non da poco, ma al quale danno credito sempre più persone, se è vero che le domande di ibernazione hanno subito negli ultimi anni una crescita esponenziale. Ma prima di firmare moduli e mettere mano al portafogli è bene capire cosa sia esattamente la «crioconservazione» e in cosa consistano i «crio-pacchetti» proposti dall’ufficio marketing dell’Alcor. La procedura è complessa, ma noi cerchiamo di renderla chiara con un esempio: la crioconservazione sta all’ibernazione come una fetta di bistecca sta al surgelamento. Mentre per mantenere «commestibile» quest’ultima la metteremo nel freezer di casa; per «rivitalizzare» il nostro cadavere lo metteremo (anzi, lo metteranno quelli dell’Alcor dopo una serie di complicate operazioni tecniche) in una cella frigorifera a -190 gradi.
Dopodiché ci sono due opzioni possibili. La «criosospensione a corpo intero» (chiavi in mano, 175mila dollari) e la «neurosospensione solo della scatola cranica» (tutto compreso, 80mila dollari). Una cifra da perdere la testa, potrebbe scherzare cinicamente qualcuno. Ma l’Alcor non ci sta a fare la figura dell’azienda esosa e rilancia con tanto di «sconti per famiglie e studenti».


Nel contratto-tipo si precisa inoltre che «65mila dei 175mila dollari pagabili per la criosospensione totale e 25mila degli 80mila di costo di preservazione della testa vengono investiti in un fondo speciale al fine di garantire che nessuno dei pazienti in futuro venga prematuramente scongelato per mancanza di denaro». Scongiurando così che il sogno dell’ibernazione si sciolga come neve al sole.

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