Costa poco, si socializza e fa bene alla salute. Non passa mai di moda la vacanza a Santiago de Compostela. O meglio la lunga scarpinata che porta a questa bella cittadina di novantamila abitanti situata nella regione della Galizia, nella Spagna nord-occidentale. Luogo di culto nel mondo cristiano e non solo, Santiago deve la sua fama a San Giacomo, Apostolo e martire del Cristianesimo le cui spoglie sarebbero custodite nell'altare della Cattedrale della città.
Santiago de Compostela e il tragitto che portano ad essa sono tanto conosciuti da essere stati dichiarati patrimonio dell'umanità dall'Unesco nel 1985. E qui che, infatti, giungono ogni anno migliaia di pellegrini da secoli; lo fanno per pregare e portare onore alla maestosa cattedrale di San Giacomo dopo aver percorso il Cammino di Santiago da tutta la Spagna, ma anche dalla Francia, dalla Svizzera e dall'Italia, tanti sono i sentieri creati per raggiungere il luogo sacro. Alla fine si arriva a Santiago de Compostela. Attraversando le Asturie di Oviedo (bellissima cattedrale) e Gijon, si arriva in Galizia tappa finale del viaggio attraverso strade che, in questa zona settentrionale della Spagna, sono impervie e strette. Già, una strada non tutta rose e fiori da condividere con ciclisti dai pochi scrupoli e con schiere di giovanotti non propriamente folgorati dalla fede. Conviene dunque prepararsi a ogni evenienza e prenotare in tempo i luoghi in cui riposare la notte. Avvertiti.
In generale possiamo dire che non serve un fisico bestiale, ma volontà e spirito di adattamento. Il cammino andrebbe fatto a piedi, ma ormai in tanti lo fanno in bicicletta, a cavallo e in auto. Comodi. Il pellegrino che si mette in marcia lo fa per motivi spirituali, per il bisogno di trovarsi solo con se stesso, per poter riflettere e allontanarsi dallo stress quotidiano, per misurarsi con un'impresa ritenuta notevole sul piano fisico e ancor più su quello mentale. Pochi lo fanno per il fascino derivante dalla storia del cammino, dai segni d'arte e di storia. La verità di cui tutti i pellegrini, alla fine, si rendono conto è che l'importanza del cammino non è rappresentata dalla meta che si raggiunge, ma è insita nel fare il cammino stesso.
Qualche semplice regola. Se si ha un buon compagno di viaggio, ben conosciuto, affiatato, con il quale si condivide l'interesse per il cammino, simili capacità fisiche, simili esigenze, allora la compagnia va bene; in caso contrario meglio soli: si evitano tensioni, incomprensioni, non si devono fare rinunce o sacrifici, ci si sente più liberi. Se si fa il Camino Francés andar da soli è preferibile, dato il numero elevato di pellegrini che si incontrano; essere soli consente di fare più facilmente amicizia, di aggregarsi senza problemi a gruppi di persone, per poi magari staccarsene dopo un giorno, dopo due, dopo dieci, con la facilità di incontro e con la provvisorietà dei rapporti che è così caratteristica del cammino. Avere un compagno di viaggio può creare obblighi di reciproca «fedeltà» che in alcune occasioni possono costituire un freno. I percorsi più duri è meglio invece farli in compagnia, sia per vincere meglio il peso della solitudine, sia per affrontare meglio gli imprevisti (strade sbagliate, maltempo, mancanza di albergue, sicurezza). Nel Camino Francés non ci sono pericoli particolari che sconsiglino di camminare da soli, neppure se si tratta di donne. Età. Non esiste un'età privilegiata per fare il cammino: il cammino è per tutti, tutti lo possono fare, purché lo vogliano. Il requisito principale è la volontà. Il numero dei pellegrini tocca punte altissime negli anni cosiddetti «iacobei», quelli in cui il 25 luglio, festa annuale del santo, cade di domenica (anni considerati «giubilari» in forza di una bolla emessa dal papa Alessandro III nel 1179). Tra gli stranieri prevalgono, nell'ordine, tedeschi, italiani e francesi. In generale, comunque, i numeri sembrano indicare che Santiago sta diventando, con Lourdes e Fatima, la meta preferita dal turismo religioso internazionale.
Infine qualche utile accorgimento: alla partenza telefonate al successivo luogo dove si intende pernottare, evita spesso molti problemi e si hanno sempre indicazioni utili per arrivarci; per camminare è bene avere scarpe pesanti, non scarponi d'alta montagna ma buone scarpe da trekking si, perché ci sono tratti di ciottolato appuntito che con suole troppo fini può creare problemi; non servono le tende, si trova sempre un posto al coperto; non servono scorte imponenti d'acqua, se ne trova durante il percorso sia su fontanili che su bar e abitazioni private; riducete quanto più possibile lo zaino, i saliscendi tendono a non far prendere bene il ritmo della camminata.
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