In Croazia si sfidano la sinistra "Chicchirichì" e la destra delle miss

Zagabria al voto. Stasera i risultati. La coalizione progressista ha scelto come nome il verso del gallo: vogliamo svegliare il Paese

In Croazia si sfidano  la sinistra "Chicchirichì"  e la destra delle miss

In Italia abbiamo fatto il callo a nani e ballerine, che ogni tanto spuntano in Parlamento, ma nella vicina Croazia alle elezioni di oggi c’è un po’ di tutto. Dalla Miss nazionale che giura: «Non sposerò mai un serbo», al criminale di guerra portato sugli scudi da un partito ultranazionalista, che alla fine è stato depennato. Per non parlare della premier uscente, che grida al pericolo della «Croazia in mano ai rossi». Peccato che sia saltata fuori la sua ingiallita tessera di giovane comunista filo Tito. Il centro sinistra, dato per vincente, si è alleato nella coalizione «chicchirichì» (Kukuriku) e i suoi esponenti, a seconda delle tendenze vengono chiamati «galletti» o «polli» della politica.

Quattro milioni e mezzo di croati, oltre alla diaspora, dovrà scegliere fra un dedalo di liste.
Una delle candidate più belle e formose è sicuramente Katarina Banic, Miss Croazia 2010, scesa in campo per il Partito «puro» del diritto, formazione ultranazionalista. La ragazza ha le idee chiare su come irretire gli elettori: «Non sposerò mai un serbo» è giù applausi. L’omosessualità «è una cosa che non permetterei, non credo che uno nasca gay». L’ex Miss Croazia, una moracciona con seni prorompenti, è contraria all’aborto e si professa religiosissima. «Sono cresciuta in una famiglia cristiana - spiega -. Tutti dovrebbero venir educati così». Non a caso ha caldeggiato l’idea del sindaco di Spalato di erigere una statua di Cristo alta 39 metri, record mondiale. Il partito di estrema destra Hdssb si è battuto fino all’ultimo per avere come capolista Branimir Glavas, già deputato. Peccato che sia in galera a Mostar, in Bosnia-Erzegovina, dove sconta una condanna definitiva di 8 anni per crimini di guerra. La Commissione elettorale lo aveva ammesso come capolista, ma senza la possibilità di venir eletto. La Corte costituzionale, poco prima della chiusura delle liste, lo ha depennato.

D’altro canto la città dalmata di Zara ha deciso di assegnare il premio annuale all’ex generale Ante Gotovina, condannato a 24 anni di carcere per crimini di guerra dal tribunale internazionale de L’Aja. Gotovina, che spazzò via i serbi dalla Croazia nel ’95, è stato premiato perché «a L’Aja difende con onore la verità sulla guerra patriottica».

In Parlamento tornerà anche il prete neopensionato Ivan Grubisic, che attacca la Chiesa sull’utilizzo delle donazioni e vorrebbe sciogliere i servizi segreti: una specie di Savonarola di sinistra. E per un posto al sole al Sabor, il parlamento di Zagabria che conta 151 seggi, correrà una ventina di Rom. Tofko Toti, con una t in meno rispetto al capitano della Roma, è selezionatore della «nazionale» Rom. Al seggio garantito della minoranza italiana il candidato unico è Furio Radin, un simpatico veterano del Parlamento.
La maggioranza conservatrice, guidata dalla premier Jadranka Kosor, è data per spacciata dai sondaggi, dopo otto anni al potere. Scandali, corruzione e la dura crisi economica hanno minato l’Hdz, l’Unione democratica di centro destra, che potrebbe non superare il 20%-25%, minimo storico. La Kosor, in nome della propaganda, grida alla minaccia comunista. Su Facebook, però, è saltata fuori la tessera di iscrizione al partito di Tito, nel 1972, della giovane e bella Jadranka, con tanto di stella rossa e falce e martello.

Se i galli dell’Hdz perdono le piume il centrosinistra ha fondato la coalizione Kukuriku, ovvero «chicchirichì», guidata dal candidato premier Zoran Milanovic.

Il nome deriva dal ristorante Kukuriku vicino a Fiume, dove si erano riuniti i leader progressisti per fondare il cartello elettorale. Nonostante le prese in giro l’intenzione è «svegliare» con un chicchirichì la Croazia, nella speranza di ottenere il 40% dei voti accreditato dai sondaggi.
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