La crociata dei tribunali: "Sì ai matrimoni gay"

I tribunali di Trento e Venezia considerano "fondate le ragioni delle coppie gay" di accedere al matrimonio. Quindi chiedono alla Consulta: "Lo Stato non esclude la tutela della famiglia di fatto né afferma la funzione della famiglia come granaio dello Stato"

La crociata dei tribunali: "Sì ai matrimoni gay"

Trento - Dopo il tribunale di Venezia anche quello di Trento va all'attacco. Si torna aparlare di diritti alle coppie omosessuali. Considerate "fondate le ragioni delle coppie gay" che chiedono di accedere all’istituto del matrimonio, la Corte d'Appello di Trento ha deciso il rinvio alla Corte Costiuzionale.

Le richieste di due coppie gay Due coppie gay di Trento, una composta da due donne e l’altra da due uomini, si erano viste negare dal Comune di Trento le pubblicazioni matrimoniali. Proprio per questo avevano fatto ricorso al Tribunale. Il giudice di primo grado aveva dato alle due coppie un parere negativo, ma l’avvocato Alexander Schuster aveva presentato ricorso, il 9 luglio scorso, davanti alla Corte d’Appello di Trento. La memoria difensiva era incentrata sul fatto che il matrimonio civile deve essere un diritto garantito a tutti i cittadini, indipendentemente dal loro orientamento sessuale.

Il precedente del tribunale di Venezia Dopo il tribunale di Venezia anche quello di Trento considera fondate le ragioni delle coppie gay che chiedono di accedere all’istituto del matrimonio e per questo ha deciso il rinvio alla Corte Costiuzionale. "Consideriamo questo passo una grande vittoria per tutto il movimento lgbt italiano", commenta Sergio Rovasio, segretario dell’associazione radicale Certi Diritti, spiegando che sono quasi 30 le coppie gay che hanno aderito alla battaglia. Nell’ordinanza si legge che la Corte d’Appello di Trento ha rimesso alla Corte Costituzionale la decisione in quanto "si tratta di questione rilevante e non manifestamente infondata". "Non vi è dubbio infatti - continua il documento - che rispetto all’epoca in cui sono state incardinate le norme disciplinanti il matrimonio si è verificata un’inarrestabile trasformazione della società e dei costumi che ha portato al superamento del monopolio del modello di famiglia tradizionale ed al contestuale sorgere di forme diverse di convivenza che chiedono di essere tutelate e disciplinate".

Le ragioni della Corte d'Appello Secondo la Corte d'Appello il diritto al matrimonio "non può essere superato da un’interpretazione secondo cui il matrimonio deve e può essere consentito solo a coppie eterosessuali a ragione della sua funzione sociale", principio secondo taluni ricavabile dall’articolo che riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio.

"Da un lato lo Stato non può prescindere da tale realtà sociale a cui tende per natura la stragrande maggioranza degli individui - si legge nel documento - dall’altro afferma che la famiglia è fondata sul matrimonio; ma certo esso non giunge ad escludere la tutela della famiglia di fatto o ad affermare la funzione della famiglia come granaio dello Stato".

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