Lo scorso aprile, i legami personali e lavorativi di Fedez con alcuni esponenti della Curva Sud del Milan sono diventati oggetto di cronaca per il caso di Cristiano Iovino, il personal trainer aggredito sotto la sua abitazione di Milano dopo una discussione in discoteca. Fedez era sotto casa del personal trainer e con lui c'era anche Christian Rosiello, uno dei volti più noti della tifoseria organizzata milanista. Iovino se la caverà con qualche contusione e il caso dell'aggressione si rivolve con un accordo extragiudiziale, dai dettagli segreti, che prevede una transazione di Fedez nei confronti del personal trainer.
Il tribunale del Riesame di Milano, nella motivazione con cui hanno confermato l'ordinanza di custodia cautelare in carcere per Rosiello, però torna su quell'episodio e sottolinea che l'esponente della tifoseria rossonera, in quell'occasione, "stava lavorando come guardia del corpo del cantante Fedez a seguito di una decisione di Luca Lucci, ciò che svela come il 'capitale' di violenza del sodalizio venisse utilizzato, di volta in volta, a seconda di richieste anche non direttamente collegate con le vicende dello stadio". Rosiello, infatti, è coinvolto nell'inchiesta "Doppia Curva", che ha portato in carcere diversi esponenti del tifo organizzato milanese, appartenenti a entrambi gli schieramenti di ultrà delle principali squadre della città.
Contro il provvedimento emesso dal gip Domenico Santoro aveva fatto appello l'avvocato di fiducia di Rosiello, Jacopo Cappetta. Sulla partecipazione di Rosiello all'associazione per delinquere finalizzata alla gestione illecita degli affari legato allo stadio, i giudici Savoia-Nosenzo-Ambrosino sostengono che "fosse pienamente consapevole del contesto in cui era inserito e ne facesse attivamente parte, fornendo il suo contributo (anche aderendo alle logiche violente) e ricevendo sostegno dai sodali".
Secondo i giudici, non si può valorizzare la "sua incensuratezza" dal momento che, oltre all'episodio del pestaggio a Iovino, secondo le indagini condotte da Sco e Squadra mobile, Rosiello "si sia reso protagonista di plurimi, anche gravi episodi violenti, e abbia dimostrato di non essere minimamente in grado di contenere le proprie pulsioni e la propria aggressività, specie nelle occasioni in cui versava in stato di ubriachezza". È stato confermato il carcere per Mauro Nepi e anche i domiciliari per Gherardo Zaccagni.
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