Alessia Pifferi cambia ancora avvocato. Ecco che cosa l'ha spinta

A non convincerla sarebbe stata la strategia difensiva di tipo "tecnico" basata su una perizia sulle capacità cognitive

Alessia Pifferi cambia ancora avvocato. Ecco che cosa l'ha spinta

Alessia Pifferi cambia avvocato per la terza volta, poi ritorna sui suoi passi e da qui a lunedì – giorno della prima udienza del suo processo per omicidio – altro potrebbe ancora cambiare. La 43enne avrebbe comunicato la revoca del mandato al difensore Fausto Teti, arrivato mesi dopo la prima avvocata, Solange Marchignoli. Poi è ritornata sui suoi passi chiedendogli di restare, ma secondo l'avvocato non ci sono i presupposti per proseguire nella difesa e ha quindi rinunciato all'incarico. Così Pifferi ha infine nominato un nuovo difensore, Alessia Pontenani, che ha già chiesto e ottenuto un rinvio dell'udienza prevista per lunedì davanti alla corte d'Assise di Milano, per potere studiare le carte dell'inchiesta a carico della donna, accusata di omicidio volontario per la morte della figlioletta, abbandonata per sei giorni e morta di stenti nel luglio scorso.

Non l'avrebbe convinta, è quanto trapela, la strategia difensiva di tipo "tecnico" basata principalmente su una perizia sulle sue capacità cognitive, volta a dimostrare che non sarebbe stata in grado di prevedere i rischi delle sue azioni, quando abbandonò per sei giorni la figlioletta di un anno e mezzo in casa, lasciandola morire di stenti. La tesi dell'ex difensore, in sostanza, è che la donna, che non ha patologie psichiatriche certificate e anche agli occhi degli inquirenti è apparsa sempre "lucida", non avrebbe però piene capacità “proiettiva-prognostica”, cioè quelle competenze che consentono di prevedere le conseguenze (e i rischi) delle proprie azioni. Significa che non avrebbe mai potuto – come scritto nell'ordinanza del gip che l'ha portata in carcere - “accettare il rischio” di morte della bambina. Semplicemente perché non era consapevole che la piccola Diana, lasciata da sola in casa per quasi una settimana senza cibo né acqua, al buio e al caldo, sarebbe potuto morire. Un assunto in base al quale Pifferi avrebbe dovuto essere accusata non di omicidio volontario (aggravato), come da capo di imputazione, bensì di abbandono di minore con l'aggravante della morte della persona offesa. Un reato, che a differenza del primo che prevede l'ergastolo, ha una pena massima di 8 anni di carcere.

Il nuovo avvocato della donna, nominato due giorni fa, Alessia Pontenani, ha già chiesto e ottenuto dalla corte il rinvio dell'udienza per potere studiare le carte dell'inchiesta. Il 27 marzo, il giorno della prima udienza del processo davanti alla corte d'Assise di Milano, sarà infatti solo un'udienza di smistamento, in cui il presidente metterà in calendario una nuova data per consentire al nuovo legale di mettersi in pari e anche di organizzarsi con nuovi esperti.

I consulenti nominati dall'ex difensore Teti, infatti, tra cui anche nomi di peso come il medico legale Michelangelo Casali dell'università degli studi di Milano e lo psichiatra Mario Mantero, hanno già fatto sapere che non proseguiranno il lavoro con il nuovo difensore.

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