Dossieraggio, Ronzulli dai pm: "Un verminaio inqualificabile, con cui non ho niente a che fare"

Dopo le smentite pubbliche, la senatrice chiede di essere convocata come testimone per dimostrare la sua estraneità alla vicenda della "fabbrica dei dossier"

Dossieraggio, Ronzulli dai pm: "Un verminaio inqualificabile, con cui non ho niente a che fare"
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"Un verminaio inqualificabile" , ma con cui "io non ho niente a che fare". Dopo una settimana sulle pagine dei giornali, chiamata in causa per la "fabbrica dei dossier" di Milano, la senatrice azzurra Licia Ronzulli, decide di darci un taglio. Visto che le smentite pubbliche non sono bastate, chiede e ottiene di essere convocata come testimone dalla Procura di Milano. La Procura accetta, e non è una mossa scontata. Se la Ronzulli fosse anche vagamente nei radar dell'inchiesta, se i pm si riservassero di portarla sul banco degli indagati, avrebbero declinato l'offerta. Invece per due ore la parlamentare viene sentita a verbale dal pm Francesco De Tommasi e dal procuratore Marcello Viola. E ne esce certa di avere dimostrato di non entrarci niente. Se Enrico Pazzali, presidente della Fiera e padrone di Equalize, e il suo uomo Carmine Gallo hanno dossierato Simone Gelpi, aspirante consigliere della Fiera, lo hanno fatto di loro iniziativa.

"Dopo avere letto da domenica scorsa - dice uscendo dall'ufficio di Viola - ricostruzioni giornalistiche in cui venivo coinvolta, non come indagata , nell'inchiesta ho chiesto di venire ascoltata. La Procura ha preso definitivamente atto che non ho mai fatto richiesta di alcun dossier a Enrico Pazzali. Le ricostruzioni fantasiose che mi accostano ai cosiddetti spioni sono totalmente false. Ho raccontato come sono andati i fatti, non ho mai chiesto a Pazzali alcun controllo su questa professionista, anche perchè questo presupporrebbe che fossi a conoscenza che Pazzali aveva una agenzia investigativa, cosa che invece ho scoperto ora dai giornlali; e perchè non avrei avuto alcun motivo di chiedere informazioni su una professionista che conosco da tantissimi anni e che stimo".

Perché allora vennero fatte le indagini sulla Gelpi? "Non so con quale obiettivo sia stato fatto, non escludo che cercassero qualcosa per screditarla in quanto in predicato di entrare nel cda della Fiera, cosa che poi non avvenne. Ma chiunque mi abbia definito spiona e cliente di Pazzali ne risponderà in tribunale".

Sulla base delle intercettazioni in cui Pazzali e Gallo parlano degli accertamenti fatti sulla Gelpi, i carabinieri nella loro informativa

finale ipotizzano che proprio la Ronzulli fosse il "referente politico" di Pazzali. Ma anche questo, per la senatrice, fa parte delle ricostruzioni infondate: "Lo conosco, perchè ero nel consiglio della Fiera. Tutto qui".

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