Belgorod, Russia, 22 maggio 2023: una sedicente milizia russa anti-Cremlino passa dall’Ucraina per attaccare due villaggi lungo il confine. Una notizia che Kiev smentisce e che Mosca fa risuonare per lanciare l'allarme invasione: per la prima volta, in un anno e tre mesi di guerra, forze ucraine, sebbene non regolari, entrano in territorio russo. La notizia dell'incursione, della durata di poche ore, fa il giro del mondo, scoperchiando l'universo delle milizie anti-Putin che, al di là di un rapporto cogente con Kiev o meno, operano contro Mosca. Da quel momento, il teatro del conflitto si sarebbe spostato anche all'interno della Federazione russa, con attacchi di diversa tipologia, droni compresi.
Belgorod: la Legione Libertà della Russia torna a colpire
Mesi dopo, Belgorod torna a far parlare di sè, così come la Legione Libertà della Russia: "Dopo aver trascorso circa una giornata nella regione di Belgorod, possiamo tranquillamente affermare che i compiti assegnati sono stati completati, tutti i legionari sono sani e salvi. Il nemico ha subito perdite di manodopera e attrezzature". Lo scrivono su Telegram i combattenti filo-ucraini della milizia, che oggi hanno annunciato di essere entrati dall'Ucraina nel territorio russo. "Ricordiamo ai cani del regime di Putin che i nostri raid sul territorio della Federazione Russa sono la vostra nuova realtà. Ciò accadrà in qualsiasi momento di cui avremo bisogno e sarà inaspettato per voi", hanno aggiunto. "Non ci fermeremo perché la Russia è la nostra casa e combatteremo finché non la libereremo". Dal proprio canale preferito, la Legione ha teso a sottolineare di stare lavorando "secondo il piano" e che "la battaglia è in corso", messaggio rilanciato da Ukrainska Pravda. In precedenza il canale Telegram russo Astra aveva riferito, citando gli amministratori locali russi, di uno scontro armato fra guardie di confine russe e una unità di sabotatori ucraini, all'altezza dell'oblast di Belgorod.
Le avvisaglie di una nuova incursione a Belgorod
Circa una settimana fa, dalle sue pagine social, Ilya Ponomarev, patron dell'universo dei miliziani anti-Putin, aveva dichiarato che un gruppo di reclute era giunto in Ucraina per iniziare un addestramento di vario tipo: tattiche speciali, incendi, ingegneria, topografia, pronto soccorso, al fine di preparare una nuova incursione. Solo pochi giorni fa il loro vicecomandante, il "Caesar" protagonista della prima incursione, aveva seraficamente rilasciato un'intervista andata sulla pagina Facebook della Legione nella quale raccontava le ragioni di questa nuova iniziativa, definita "di pace". Poi, il 28 settembre, l'annuncio, sempre su Facebook, dell'incursione con tanto di fotogrammi da riprese a infrarossi: "La battaglia è iniziata", dice il post. Intorno alle 10.40, il quartier generale operativo dei legionari della regione di Belgorod ha annunciato che le guardie di frontiera russe e altre forze di sicurezza "erano impegnate in battaglia sulla linea di demarcazione".
In tarda serata non è mancata la reazione di Mosca: un altro drone ucraino è stato abbattuto dalle difese aeree russe sui cieli della regione di Belgorod. A dichiararlo il ministero della Difesa russo citato dalla Tass. "L'ennesimo tentativo del regime di Kiev di compiere un attacco terroristico sul territorio russo è stato sventato intorno alle 21.00", ha dichiarato il ministero spiegando che "le unità di difesa aerea in servizio hanno intercettato un veicolo aereo senza pilota ucraino sopra la regione di Belgorod".
L'obiettivo delle incursioni a Belgorod
La prima incursione, mesi fa, aveva testimoniato quanto il pianeta della guerriglia anti-Cremlino fosse composito ma, soprattutto, quanto il panorama delle forze ucraine sia balcanizzato tra regolari e non. Infatti, dopo più di un anno e mezzo di guerra, non è ancora chiaro il filo che lega Kiev a questo universo parallelo, fra riconoscimenti e prese di distanza. Stessa cosa dicasi per il Corpo dei volontari russi, co-protagonista dell'incursione di maggio, che negli ultimi giorni ha pubblicato alcuni post che potevano far presagire una nuova operazione, proprio come accaduto per gli omologhi della Legione. Due giorni fa, infatti, il gruppo plaudeva alle azioni di disturbo operate a danno del servizio di frontiera Fsb nella regione di Kursk, altro obiettivo dei miliziani. Nella stessa giornata, sul loro canale Instagram, i volontari pubblicavano una foto che mostrava una pila di passaporti russi, annunciando l'arrivo di un nuovo gruppo di volontari dell'Rdk in Ucraina. Un'operazione figlia, a loro dire, della semplificazione del processo di ingresso legale, che prometterebbe l'arrivo in massa di nuove reclute dalla Russia.
Dalle parole dei legionari e dalle continue incursioni appare chiaro che dall'Ucraina l'obiettivo sul campo si biforca: una missione ufficiale, che si dedica da mesi alle incursioni aeree attraverso i droni, soprattutto con il fine di seminare il panico nella regione di Mosca; più a sud, nell'area che va da Kursk a Belgorod (circa 150 km), l'obiettivo è quello di perpetrare le azioni di disturbo, tentando l'invasione via terra. Se questo sia solo uno spauracchio agitato a scadenze fisse o un obiettivo reale, non è ancora dato sapere.
Così come non è chiaro su mandato di chi le milizie anti-Putin agiscano nella terra di (quasi) nessuno tra Ucraina e Russia. Ma è proprio in questo punto che Kiev rischia la sua coerenza così come l'appoggio occidentale, che vuole tenere ben lontana l'ipotesi di una contro-invasione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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