Chi sono i due italiani scomparsi in Israele: "Non rispondono alle chiamate"

C'è apprensione per i coniugi italiani Eviatar Moshe Kipnis e Liliach Lea Havron, entrambi con doppio passaporto. Al momento dell'assalto si trovavano nel kibbutz di Beeri. Tajani: "Verifiche in corso"

Chi sono i due italiani scomparsi in Israele: "Non rispondono alle chiamate"
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Non rispondono alle chiamate e nessuno, al momento, sa dove si trovino. Due italo-israeliani risultano dispersi e forse, temono le autorità, potrebbero essere stati presi in ostaggio dai combattenti di Hamas durante l'assalto che il gruppo ha sferrato in Israele lo scorso sabato. C'è apprensione per i coniugi italiani Eviatar Moshe Kipnis e Liliach Lea Havron, entrambi con doppio passaporto e, prima dello scoppio della crisi, localizzati nel kibbutz di Be'eri. Le ricerche procedono senza sosta ma è difficile riuscire a ricostruire la vicenda nel bel mezzo di una crisi del genere. Non è da escludere che marito e moglie si trovino tra i circa cento ostaggi portati all'interno della Striscia di Gaza.

Spariti dal villaggio di Beeri

Be'eri, la località dove si trovavano Eviatar e Liliach prima della scomparsa, dista pochi chilometri da Gaza ed è uno dei primi villaggi ad essere stato attaccato da Hamas. È il più grande dei 25 insediamenti che compongono la regione di Eshkol e conta circa 1.200 residenti. I combattenti lo hanno occupato per quasi un giorno, fino a quando l'esercito israeliano non è riuscito ad entrare.

A quanto pare, la casa dei due coniugi risulterebbe tra quelle rase al suolo da Hamas. Da quanto si apprende, Eviatar risulterebbe essere uno dei leader del kibbutz di Beeri. Insieme ai membri del villaggio e di quelli limitrofi, aveva creato una fitta rete organizzativa mediante collegamenti telefonici per coordinarsi su come spegnere gli incendi provocati da palloni incendiari e droni inviati da Gaza. Per il suo impegno, e per l'efficienza del sistema da lui ideato, era stato più volte intervistato, finendo anche in televisione. Adesso sono tutti in apprensione, sia per lui che per la moglie.

I due italiani rapiti da Hamas?

L'unica cosa certa è che Eviatar e Liliach sono spariti in seguito all'attacco dei miliziani di Hamas in Israele. "Erano nel kibbutz di Beeri e non rispondono all'appello. Non rispondono alle chiamate, non sono rintracciabili", ha dichiarato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, spiegando che i due sono "due cittadini italiani che hanno anche passaporto israeliano, quindi con doppia cittadinanza". I combattenti di Hamas sono entrati nel loro insediamento, hanno fatto razzia, ucciso persone e portato via ostaggi. Qui sono stati ritrovati e identificati 108 corpi, ma non quelli dei due italiani. Che, a questo punto, si teme possano essere ostaggi a Gaza.

La prima ad aver lanciato l'allarme, ha raccontato La Stampa, è stata Shaked Haran, avvocatessa nata nel kibbutz di Beeri. Due membri della sua famiglia, Eviatar e Liliach appunto, sono spariti nel nulla insieme ad altre nove persone, compresa la sorella di Shaked, la cognata e i suoi tre piccoli bambini, oltre a due zie, uno zio e la badante. Si teme che i due italiani possano essere stati prelevati a forza e condotti nella Striscia di Gaza. "Li hanno portati via, aiutatemi. Non siamo riusciti a contattarli per ore, finché non ci ha risposto un uomo di Hamas e in un ebraico stentato ci ha comunicato che erano stati rapiti", ha spiegato Shaked.

Verifiche in corso

Al momento sono in corso le verifiche. "Insieme con le autorità israeliane stiamo verificando dove sono e cosa può essere accaduto loro", ha fatto sapere Tajani riferendosi ai due italiani forse ostaggi di Hamas. L'incertezza è tanta e l'intera vicenda è ancora avvolta dalla nebbia. La delicatezza della situazione, inoltre, aggiunge ulteriore preoccupazione. Già, perché i miliziani di Hamas sono stati chiari: "Cominceremo a giustiziare pubblicamente un civile israeliano in ostaggio per ogni bombardamento israeliano su abitazioni civili a Gaza senza preavviso".

"La nostra ambasciata, il nostro consolato, l'Unità di Crisi del ministero degli Esteri sono al lavoro, in contatto sempre con le autorità di Tel Aviv", ha affermato ancora Tajanni.

"Mi auguro che non siano stati presi prigionieri e non siano stati portati dentro la Striscia di Gaza, ma non abbiamo nessuna notizia né in un senso né in un altro", ha proseguito, sottolineando che ci sono circa mille ragazzi che sono arruolati nell'esercito di Israele e stanno svolgendo servizio di leva con doppio passaporto. "Ma non abbiamo altre notizie negative su cittadini italiani", ha concluso il ministro.

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