Luigi Mangione, il 26enne che ha confessato l'assassinio di Brian Thompson, ceo del colosso sanitario assicurativo UnitedHealthcare, è in carcere. Per lui non c'è possibilità alcuna di essere liberato su cauzione ed è stato imputato per 5 reati, tra i quali omicidio di secondo grado e reati connessi al possesso illegale di armi e contraffazione, per il documento falso che gli è stato trovato addosso. Ex studente della Ivy league, al momento del fermo in tasca gli è stata trovata l'arma del delitto e un biglietto: "Dovevo farlo. Questi parassiti se la sono cercata". Ci sono infatti mere ragioni anticapitalistiche dietro l'omicidio, che ha i contorni di una vera e propria esecuzione, che ora diventa un manifesto per tanti che, anche nel nostro Paese, vorrebbero emulare le sue gesta. O, meglio, vorrebbero che altri lo facessero. Dal suo arresto si è innescato un profluvio di messaggi di supporto per l'assassino, che hanno i toni ben noti di quelli che giravano negli anni Settanta, durante gli anni di Piombo.
"Un eroe moderno. Esempio da seguire", si legge in un messaggio lasciato a commento della notizia dell'arresto di Mangione. E ancora: "C’è poco da fare se non godere come dei disperati", "Se gli diamo torto è morta la civiltà", "Ha fatto più lui per la liberazione del popolo che il Pd da quando è nato", "Non so perché ma non vedo errori", "Così si combatte la crisi, facciamo pulizia di 'sti manger che stanno uccidendo il mondo". E si può proseguire con: "Viviamo in un mondo talmente tanto in metastasi che c'è da sperare che lui abbia ispirato altri e non sia l'ultimo", "Prima che tocchino le voi e le vostre famiglie bisogna agire contro queste zecche di merda", "Il nostro nuovo Dio", "Non odio gli uomini solo perché Luigi Mangione non se lo merita".
A lasciare questi commenti nel web sono soprattutto utenti con la bandierina palestinese, odiatori dell'Italia, veterofemministe e affini.
Il che non stupisce, visto che si tratta dei toni che si sentono sempre più spesso anche nelle manifestazioni di piazza per la Palestina e contro Israele, in quelle in cui i manifestanti, che spesso non hanno nemmeno 18 anni, giocano a fare il segno della P38 con le mani, insultano e aggrediscono i poliziotti, strappano le bandiere e lanciano bombe chimiche contro gli agenti. Un collegamento che si sublima con un messaggio lasciato da una ragazza: "Luigi, a palazzo Chigi abbiamo bisogno di te".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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