Meghan Markle sarebbe più che tentata dalla politica americana, e forse anche corteggiata dalla stessa. La consorte del principe Harry, secondo il Daily Mail, mirerebbe al seggio della California lasciato vacante dalla morte di Diane Feinstein, la donna che più a lungo è stata al Senato Usa.
Meghan Markle e le ambizioni da senatrice in California
Qualora l'aspirazione fosse questa, la duchessa del Sussex avrebbe dovuto convincere il governatore della California Gavin Newsom a puntare su di lei. Un rumor che avrebbe fatto drizzare le orecchie ai Padri Costituenti che misero a punto un sistema così ben impacchettato da impedire qualsiasi svolta realista nelle tredici colonie. Ma Newsom sembra essere passato oltre le voci di corriodio, nominando oggi Laphonza Butler come sostituta al seggio vacante: una donna, ma soprattutto presidente della EMILY'S list, una delle più importanti organizzazioni pro choice americane.
Il suo background progressista non era mai stato un mistero, così come le sue aspirazioni da suffragetta agiata. Un impegno sul campo, non è dato sapere quanto posato, quanto concreto, che spesso ha prodotto sonori scivoloni e crisi (quasi) diplomatiche. Come quando, due anni fa, la duchessa ebbe l'ardire di contattare ai loro numeri personali due senatrici repubblicane - Susan Collins e Shelley Moore Capito - spingendo per l'approvazione del congedo parentale retribuito. Un tema di cui ha fatto bandiera, tradendo forse l'ambizione ad essere coinvolta in un gruppo di lavoro nazionale sul tema. Uno scivolone non da poco, considerando che la duchessa si era presentata alle senatrici con il suo titolo, e non come semplice cittadinea. Proprio lei che, oltre ad essere nata a Los Angeles, tre anni fa rinunciò a ogni tipo di privilegio da sangue blu.
Perché Meghan Markle è una "long shot"
Il nome di Meghan Markle aveva cominciato a girare negli ambienti democratici, così carenti di brio, già pochi minuti dalla morte di Feinstein. Questo perchè il governatore della California ha il potere di sostituire il seggio vacante fino alle prossime elezioni. Un'ipotesi bizzarra, avevano commentati alcuni accoliti di Newsom, che tuttavia ritengono che l'ipotesi Meghan resti alquanto improbabile sia come candidatura, che come riuscita.
Gli americani non gradiscono in generale le incursioni della royal family nei loro affari, e anche il mondo femminista - sebbene Meghan si ponga come una pasionaria dei diritti femminili - non gradisce le incursioni di una donna privilegiata in cerca di pubblicità. Nessuno, infatti, ha dimenticato commenti fuori luogo, interviste, ma soprattutto le incursioni "politiche" della duchessa: secondo gli accordi tra Stati Uniti e Gran Bretagna, queste intromissioni sono da considerarsi inammissibili perchè ledono l'indipendenza atavica del governo degli Stati Untii dalla Gran Bretagna, ma soprattutto violano secoli di regole di comportamento ferree della Casa Reale nei confronti di Washington.
Anche per questo, Meghan continua ad essere considerata una "long shot", ovvero un'ipotesi remota che più che scrivere lettere o alzare la cornetta del telefono non potrà. Ma nella campagna elettorale più stramba e arida di sempre, con i dem a zero cartucce, tutto potrebbe ancora accadere.
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