Tra Orwell e Dracone: il Canada di Trudeau castra la libertà di espressione

L’Online Harms Act prevede una pena fino all’ergastolo per chi sostiene il genocidio e gli arresti domiciliari per i "potenziali" haters

Tra Orwell e Dracone: il Canada di Trudeau castra la libertà di espressione
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Emergono dettagli a dir poco inquietanti sull’Online Harms Act, la legge voluta dal governo del Canada per rendere le piattaforme social più sicure. Tra Orwell e Dracone, un provvedimento preteso dal premier Justin Trudeau che rischia di assestare un colpo esiziale alla libertà di espressione. Non sono previsti solo maggiori controlli, ma una stretta che va dall’ergastolo al Grande Fratello. Le norme prevedono la possibilità per i giudici di condannare un canadese all’ergastolo se si macchia dei peggiori discorsi in rete. In altri termini: chi sostiene un genocidio rischia di entrare in carcere e di non uscirci mai più. Ma non è tutto, purtroppo.

Oltre ad aver alzato la sanzione da 5 anni di reclusione al fine pena mai, il governo liberale (?) del Canada con questo provvedimento aumenta la pena massima da due a cinque anni per chi promuove intenzionalmente l’odio online e soprattutto può imporre gli arresti domiciliari e una multa salata se vi sono fondati motivi per ritenere che un (potenziale) imputato “commetterà” un reato. Uno scenario che renderebbe geloso persino il già citato Big Brother orwelliano.

Presentando il disegno di legge, il ministro della Giustizia del Canada Arif Virani ha spiegato, da padre, di essere terrorizzato dai pericoli che si nascondono su internet. Ma i canadesi hanno idee totalmente diverse. Secondo un sondaggio realizzato da Leger e riportato dal National Post, meno della metà degli intervistati (41 per cento) ritiene che il provvedimento renderà più sicura la rete. Ma soprattutto un canadese su due afferma di essere diffidente a proposito della capacità del governo di proteggere la libertà di parola.

Le criticità del provvedimento sono lapalissiane. Facciamo un esempio: dopo un litigio con la moglie, un canadese potrebbe contattare le autorità per accusarla di un potenziale crimine d’odio in rete, così da sbatterla ai domiciliari. La morte del buonsenso, il nadir della libertà.

Persino Margaret Atwood ha stroncato senza mezzi termini il progetto del governo di Trudeau. L’autrice di The Handmaid’s Tale ha citato Orwell ma anche le lettres de cachet, ossia le lettere utilizzate un tempo dai re francesi per condannare un soggetto senza processo e senza l’opportunità di difendersi.

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