La pista fuori uso, la distrazione, il mancato decollo. Così si è schiantato il volo Comair 5191

La strage è costata la vita a 49 persone, solo un sopravvissuto

La pista fuori uso, la distrazione, il mancato decollo. Così si è schiantato il volo Comair 5191

La tragedia del volo Comair 5191 è uno degli incidenti aerei più recenti in Occidente. Il 27 agosto del 2006, all'aeroporto di Blue Grass nella contea di Fayette, nel Kentucky (Stati Uniti), un Bombardier Canadair Regional Jet 100ER si schiantò mentre tentava di decollare. Furono necessarie indagini approfondite per accertare le responsabilità dello schianto catastrofico che costò la vita a 49 persone. Ci fu un unico sopravvissuto, il primo ufficiale James Polehinke.

La tragedia del volo Comair 5191

27 agosto 2006, poco dopo le ore 6.00 è in programma all’aeroporto di Blue Grass di Lexington la partenza del volo Comair 5191, diretto ad Atlanta, in Georgia. Un viaggio della durata di sessantasette minuti pilotato dal comandante Jeffrey Clay e dal primo ufficiale James Polehinke, due piloti navigati e con un’eccellente reputazione professionale. L’aereo è un Bombardier Canadair Regional Jet 100ER, un piccolo jet bimotore progettato per tratte a corto raggio. A bordo vi sono 47 passeggeri e un assistente di volo.

Terminato il briefing, i due piloti ricevono il via libera dal controllore di volo dell’aeroporto di Lexington. Clay lascia i controlli dei comandi al primo ufficiale per il decollo ma fin da subito emergono dei problemi. Dopo pochi secondi, l’aereo piomba in un campo a mezzo chilometro dalla pista. La torre di controllo fa scattare subito l’allarme e sul posto arrivano i soccorsi, accolti da incendi ed esplosioni. Il bilancio è drammatico: 49 morti (44 americani, 3 canadesi e 2 giapponesi) e un unico sopravvissuto, il primo ufficiale Polehinke, salvato grazie alla rapidità dei soccorsi ma gravemente ferito (diverse fratture, un polmone collassato e gravi emorragie).

Le indagini

Perché l’aereo non è riuscito a sollevarsi da terra? Questa la domanda che si pongono immediatamente gli investigatori del National Transportation Safety Board (Ntsb). Il capo investigatore Joe Sedor e i suoi collaboratori partono dalla ricostruzione dello schianto del volo Comair 5191 e la disposizione dei rottami indica immediatamente che l’aereo ha fatto fatica a sollevarsi. Vengono dunque esaminati i resti dei motori, ma le turbine operavano a pieno regime, quindi l’ipotesi è da scartare. Stessa sorte sul peso del velivolo: come confermato dai documenti, era tutto entro i limiti.

Volo Comair 5191 2

Gli investigatori scoprono un dettaglio potenzialmente importante. Secondo il piano di volo, il Comair 5191 doveva partire dalla pista 22, ma sembra che sia partito dalla 26. L’aeroporto di Lexington ha solo due piste, quindi è difficile confondersi. Ma perché avrebbe provato a decollare dalla pista sbagliata? Gli investigatori sperano di ottenere delle risposte dalle scatole nere inviate a Washington per l’analisi. Nel frattempo l’Ntsb continua le sue ricerche, perché il decollo dalla pista sbagliata non spiega perché l’aereo sia riuscito a malapena ad alzarsi.

Gli investigatori incrociano il dato del peso con altre specifiche del modello dell’aereo e calcolano la lunghezza della pista necessaria per un normale decollo, 1141 metri. Ma la pista 26 è lunga 1067, ben 74 metri in mano. In soldoni, la pista era troppo corta. Pur sopravvissuto allo schianto, il primo ufficiale non è in grado di sostenere un interrogatorio per le gravi condizioni in cui versa e gli inquirenti sono costretti a trovare alternative.

Si cercano indizi nei video di sorveglianza dell’aeroporto di Lexington e gli investigatori notano che il volo Comair 5191 si ferma sul punto di attesa della pista 26 e non su quello della pista 22. Il team di Joe Sedor ripercorre il percorso di rullaggio con una simulazione, ma le vere risposte arrivano dalle scatole nere.

La svolta

Il contenuto del registratore di cabina sorprende gli investigatori: il briefing pre-volo svolto dai due piloti era stato troppo breve, decisamente diverso da quello previsto dalla procedure standard. Se avessero eseguito un controllo completo avrebbero sicuramente parlato dell’attraversamento della pista chiusa. Ma non solo. Anziché concentrarsi sulla check-list, l’equipaggio ha intrattenuto una conversazione "leggera" in un momento critico, infrangendo la regola della cabina sterile. Dilungandosi in conversazioni non pertinenti al volo, comandante e primo ufficiale si erano distratti dalle loro mansioni, tanto da comportare una perdita di consapevolezza della posizione.

La registrazione conferma infatti che i piloti non avevano parlato della posizione della pista, si erano distratti e finite le chiacchiere non si sono resi conto di dove fossero finiti. Anziché dirigersi sulla pista 22, si erano posizionati sulla pista 26. In quel momento il comandante ha lasciato i comandi al collega, che fino a quel momento si era concentrato sui manuali. E, ancora, non si sono posti domande sul perché la pista 26 fosse al buio. Si sono accorti del problema solo una volta arrivati alla fine della pista, quando era troppo tardi.

Le conseguenze

Dopo il disastro del volo Comair 5191, Ntsb raccomanda un cambiamento tecnologico per impedire ai piloti di perdersi, con l’installazione di display con mappe Gps in cabina di pilotaggio.

Inoltre, viene anche chiesto agli equipaggi di controllare che siano sulla pista assegnata prima di attraversare la linea di attesa sulla pista di decollo e di nuovo nel momento in cui si sta per procedere al decollo. Un’altra misura riguarda i controllori di volo, per impedirgli di svolgere compiti amministrativi non essenziali mentre gli aerei sono in fase di rullaggio.

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